“Civiche considerazioni di un cittadino” sulle condizioni di aiuole e alberi
Piero Sbaffi: "È possibile che il decoro urbano non debba essere una priorità di un’amministrazione comunale?"

Ho letto giorni fa che l’amministrazione comunale con grande orgoglio ha pubblicizzato la sistemazione delle aiuole lungo viale Giacomo Leopardi nel tratto antistante il parcheggio della “pesa”.
Mi ero illuso che l’intervento fosse più oculato da un punto di vista estetico e più assennato sotto il profilo della salubrità urbana invece:
a) Sotto un profilo squisitamente urbanistico la striscia in questione rappresenta una sospensione incomprensibile tra la lunga bordura alberata che va dalla rotonda della “Penna” alla rampa di ponte “Portone”, con le ombreggianti chiome dei bagolari nel primo settore e i maestosi tigli in quello terminale. Una banale sensibilità estetica avrebbe suggerito una linearità ornamentale con piantumazione di adeguate essenze di alto fusto, invece desertica interruzione.
b) Sotto il profilo climatico la sgrammaticatura risulta di una gravità sconcertante. Chi è di Senigallia sa che d’estate la zona in questione è infuocata dalle alte temperature, amplificate dalle vaste stese di asfalto. Gli urbanisti cittadini non sanno che l’abc di un parcheggio è l’ombra come l’acqua per un assetato? Qualcuno in Comune ha mai sentito parlare della necessità di abbattere le temperature nelle città con l’impiego di alberi idonei allo scopo?
Tanto per restare nelle vicinanze del sito, oltrepassata porta Mazzini, sul lato dell’Opera Pia, lungo il marciapiede si incontrano vetusti ligustri e malinconici carpinelli che deperiscono a vista d’occhio perché nessuno li ha mai curati nella fase di avvio alla crescita dopo la messa a dimora; ma ciò che balza all’occhio è la piantumazione di una singolare specie botanica: un palo di ferro che sorregge uno specchio.
Per fortuna però che tanta malinconia è ripagata dallo splendore di un ginkgo biloba che in autunno dà il meglio di sé con l’esplosione del colore. Sicuramente sarà stata una casualità, un errore anche se ben riuscito, di una precedente amministrazione che malgrado tutto non ha ritenuto di proseguire sulla via della bellezza e si è fermata ad un solo esemplare. Qualche cittadino spiritoso ha ben pensato anche di attaccare all’alberello vicino un cartello con su scritto ….. vedi foto
Va bene infangare l’opera dei predecessori secondo il classico rituale del provincialismo nostrano per cui chi c’è stato prima ha fatto male e chi viene dopo fa sempre bene; ma Santo Iddio quando c’è qualcosa di buono bisogna perseverare sulla retta via e al cospetto di tanta arborea magnificenza offerta dal Ginkgo qualcuno in comune avrebbe dovuto trarne insegnamento.
È possibile che il decoro urbano non debba essere una priorità di un’amministrazione comunale? Via Cavallotti purtroppo lo dimostra essendo stata presa di mira con la demolizione al suo culmine di un ponte che non doveva essere abbattuto e che si vorrebbe rimpiazzare con un cavalcavia autostradale.
Peccato non siano previsti reati di urbanicidio per attentati ai centri storici. Non si capisce cosa ci stiano a fare le Soprintendenze ai monumenti se non esercitano il loro ruolo di tutela. Sul lato di porta Mazzini una vergognosa sciatteria per un arredo urbano bislacco a base di incuria e rachitismo vegetale.
Per fortuna che tutto è reversibile, tanto più che il costo di questi interventi sono davvero irrisori per una città che vuole essere vetrina di turismo. Se dovesse essere confermata l’attuale amministrazione alle prossime elezioni si spera in un ravvedimento. Qualora invece dovessero subentrare altri governanti l’auspicio è che abbiano a cuore il decoro della città.


























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