Inaccettabile che la Provincia di Ancona cerchi di scaricare sulla scuola e sulla dirigenza scolastica una responsabilità che è tutta interna alla Provincia stessa.

Non vogliamo (per ora) nemmeno parlare dei rapporti sempre difficilissimi con l’ufficio edilizia scolastica, ma i temi sono due.

Il primo: come è pensabile che un Presidente di un ente pubblico, rappresentante dei cittadini, dia alle società sportive 5 giorni (cinque!) di preavviso per uscire dall’unica palestra a disposizione dei ragazzi? Già questo comportamento, valutato di per sé, denota un cinismo ed una insensibilità che colpisce, soprattutto se messo a confronto con le azioni di chi fa del volontariato per lo sport e per il diritto al gioco dei giovani una ragione di vita. In cinque giorni si impedisce consapevolmente qualsiasi possibilità di trovare alternative. Si fa scacco matto alle società sportive e ai ragazzi, abbandonati per strada.

Ma vi è anche un secondo tema: i lavori (almeno interni) dovevano essere terminati entro la scorsa estate, come anche ogni elementare logica imporrebbe. Eppure, per tutta l’estate il cantiere è stato semi-abbandonato. E questo è un fatto. Se la scuola ha inteso (all’inizio dell’estate) correttamente pubblicare il bando è perché, evidentemente, confidava (ed aveva tutti gli elementi per farlo) nel termine dei lavori entro la fine dell’estate, come una efficiente amministrazione avrebbe dovuto garantire.

Invece il presidente della Provincia e l’ufficio edilizia scolastica prima si sono disinteressati della velocità dei lavori e poi si sono bellamente disinteressati anche dei disagi (ma dovremmo parlare di dramma sociale!) che avrebbero cagionato a società sportive, ragazzi e famiglie. Un film già visto con le lungaggini dei lavori per la palestra Corinaldesi sottratta per anni alla città e riconsegnata senza nemmeno averla resa funzionale a 360 gradi. Lo sport merita un rispetto diverso.