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Il Centro Mazziniano ha ricordato Girolamo Simoncelli

Come ogni anno, il 2 ottobre

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Il 2 ottobre come da molti anni secondo una tradizione ormai consolidata il Centro Cooperativo Mazziniano “Pensiero e Azione” di Senigallia ha ricordato il concittadino Girolamo Simoncelli nel 173° anniversario della sua fucilazione ad opera di un plotone di mercenari svizzeri al servizio del papa Pio IX, ultimo papa re, e suo concittadino.
 

La repressione nello Stato della Chiesa dopo la caduta della Repubblica Romana (4 luglio 1849) fu durissima ed a Senigallia nel 1852 ci fu una vera mattanza con la fucilazione in tre giorni (28, 30 settembre e 2 ottobre) di ventiquattro persone. Il Papa non poteva tollerare che la “sua” città si fosse ribellata al “suo” benefattore e certamente non potè mai affermare ciò che invece affermò Mazzini “governammo senza prigioni, senza processi”. Come ampiamente documentato dal deputato repubblicano Augusto Bonopera nella sua pubblicazione del 1912 “Sinigaglia nel 1848-49 e il processo di Girolamo Simoncelli” il patriota fu condannato “all’ultimo supplizio” da un processo definito a priori.
 
La sua “colpa” fu unicamente quella di  avere servito con onore la Repubblica Romana del 1849 ricoprendo nella sua città l’oneroso ed ingrato compito di comandante della guardia civica. “Italiano senza Italia, martire laico che visse e lottò per una Repubblica di cittadini liberi e uguali” così recita la targa fatta affiggere dal Centro Cooperativo Mazziniano il 2 ottobre 2018 all’interno del cortile della Rocca Roveresca di Senigallia.
Dopo la deposizione di una corona d’alloro accompagnata dalle suggestive note della tromba di Mauro Meridiani al monumento eretto in suo onore dall’amministrazione comunale nel 1952, la manifestazione è proseguita nella sala convegni del Centro dopo avere ascoltato le intense parole del presidente Mauro Pierfederici. 
 
La conferenza dello storico e storico dell’arte Michele Servadio ha ripercorso le tappe che hanno portato alla nascita della “Scuola Moderna” ovvero di quel nucleo di pittori che, secondo Giuseppe Mazzini, aveva la missione di cogliere ed interpretare il messaggio democratico e repubblicano per restituirlo al popolo attraverso l’arte; una forma aggiornata del “visibile parlare” di dantesca memoria.
 
I numerosi ed attenti partecipanti alla serata hanno così avuto modo di comprendere le simbologie nascoste e le allegorie segrete all’interno dei dipinti.
 
Il musicista Massimo Parisi ha poi guidato l’uditorio attraverso il cinema del Novecento e la sua musica per illustrare come gli ideali libertari e repubblicani abbiano influenzato anche la quarta e settima arte. Anche la serata del 2 ottobre si è inserita pertanto nel progetto del Centro di proporre la poliedrica figura di Mazzini nelle sue forme meno note per farne apprezzare maggiormente il pensiero e l’opera al di là delle più stereotipate rappresentazioni.
 
Da Centro Cooperativo Mazziniano
 
Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Lunedì 6 ottobre, 2025 
alle ore 10:23
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