Alleanza Verdi Sinistra per il riconoscimento della pratica del naturismo nelle Marche
"Il Naturismo non è esibizionismo né pornografia. Amministrazioni comunali autorizzino spiagge da decenni frequentate"

L’occasione fornita da alcuni articoli sulla storica area naturista alla foce del fiume Cesano a Senigallia ci spinge ad affrontare con serietà e rigore il tema del movimento Naturista evitando toni scandalistici e denigratori.
È infatti quanto mai opportuno che la Regione Marche, seguendo le più lungimiranti Emilia Romagna e Abruzzo, provveda finalmente a regolamentare il turismo naturista incentivando i comuni a riservare spiagge, laghi e fiumi e più in generale favorire attività ricettive per i Naturisti.
Stare nudi significa rispettare il proprio corpo e quello degli altri apprezzando il “dono del creato”.
Il Naturismo non è esibizionismo né pornografia, ma una sana e consapevole pratica di vita in armonia con la natura e il proprio essere, oltre che una opportunità per il settore turistico: abbiamo esempi a Lido di Dante a Ravenna o nei paesi a noi vicini Francia, Croazia, Austria e Slovenia…
Incentivare gli imprenditori che vogliono investire in questo settore significa diversificare l’offerta turistica anche sotto il profilo della destagionalizzazione e il recupero di aree altrimenti dismesse e poco controllate.
Si auspica quindi che a Senigallia, Pesaro, Fano, Gabicce, Ancona, Sirolo, Porto d’Ascoli ecc. le amministrazioni comunali autorizzino le spiagge da decenni frequentate da naturisti e persino indicate da Google maps, tollerate ma non ancora legittimate e regolamentate.
Il Naturismo secondo A.N.ITA. (Associazione Naturista Italiana)
La definizione ufficiale di Naturismo, adottata nel 1974 durante il Congresso Internazionale tenutosi ad Agde, recita:
“Il naturismo è un modo di vivere in armonia con la Natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, con lo scopo di favorire il rispetto di sé stessi, degli altri e dell’ambiente”.
A questa filosofia di vita si ispira l’A.N.ITA., da sessant’anni impegnata in Italia per la diffusione della pratica del Naturismo e la tutela del diritto alla nudità.
Come associazione abbiamo sempre cercato il dialogo con le istituzioni affinché vengano individuati luoghi adatti e opportunamente segnalati dove sia possibile stare nudi su spiagge, lungo rive dei fiumi e in ogni posto dove si possa stare a stretto contatto con la natura senza che da un lato chi non la pensa come noi si sente turbato e dall’altro non venga negato un diritto che in altri paesi, soprattutto europei, questo diritto viene garantito. Basti pensare che in Europa si stimano in almeno 25 milioni i Naturisti. Paesi come la Croazia, la Francia, la Spagna intercettano gran parte di questo “popolo nudo” che, oltre alla filosofia di vita, è anche e soprattutto un’opportunità turistica.
Possiamo sintetizzare le ragioni che spingono un naturista a spogliarsi, almeno quelle più razionalmente spiegabili. Naturalmente ce ne sono altre, recondite o emotive che non si possono descrivere brevemente.
Il nudismo in Italia non è vietato: l’art. 726 del codice penale, a cui si fa appello quando si vuole sanzionare qualche nudista, non parla di nudo, ma di “atti contrari alla pubblica decenza”, lasciando spazio alla libera interpretazione di cosa sia decente e cosa no. Esistono ormai decine di sentenze, anche in cassazione, che stabiliscono che lo stare nudi in luoghi pubblici non è un reato contro la pubblica decenza. Ovvio, non chiediamo di stare nudi in ogni luogo, ma chiediamo, come in Italia hanno fatto già sei Regioni, di avere leggi o anche semplici passaggi normativi che stabiliscano come e dove poter stare nudi. La Regione Lombardia, ad esempio, dentro la legge sul turismo, riconosce la pratica Naturista purché fatta in luoghi opportunamente segnalati. Anche senza leggi regionali, un esempio su tutti è la Toscana, abbiamo Comuni che identificano un tratto di litorale dove poter prendere il sole integrale. Prendiamo l’esempio di San Vincenzo (LI) dove su circa 8 km di spiaggia, il Comune, da circa vent’anni, ha segnalato un tratto di 500 mt di spiaggia dove è possibile praticare il Naturismo.
Confondere Naturismo e sesso, significa travisare la realtà. Fare sesso su una spiaggia è sì un reato e ciò viene punito ai sensi del Codice Penale come atto osceno, ma questo non centra nulla con lo stare nudi su una spiaggia.
Prendere a pretesto che la nudità turba i bambini poi è distorcere ancora di più la realtà. Se andiamo a vedere nei villaggi naturisti incontriamo tantissime famiglie, dai nonni sino ai nipotini, che vivono in serenità la nudità. Qui parliamo di un fatto di educazione.
Per queste ragioni è molto importante alla comunità naturista di Cesano di Senigallia venga riconosciuta la spiaggia dove, ormai da decenni, si pratica questo stile di vita senza infastidire nessuno. Per questo chiediamo al Sindaco che autorizzi la spiaggia alla pratica Naturista. A.N.ITA. è pronta a garantire, attraverso i propri soci, il presidio della spiaggia e fornire i cartelli per delimitare l’area dove è consentito stare nudi.
Un ultimo aspetto da non trascurare è che un luogo legalmente riconosciuto per la pratica naturista giova notevolmente al turismo del territorio e attira molti turisti, in particolare dal Nord Europa. Vogliamo offrire agli operatori turistici delle Marche, e in particolare a quelli di Senigallia, questa opportunità per attirare nuova clientela?
A cura di Alleanza Verdi Sinistra Senigallia


























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