Sentenza TAR su palo al Cavallo, sconcerto del Comitato per le parole di Cameruccio
"Da assessore pressapochismo. Occorre ripristinare verità violata"

Abbiamo letto con sconcerto le dichiarazioni mistificanti dell’Assessore all’Urbanistica Gabriele Cameruccio il quale ha sostenuto, senza senso del reale, che la clamorosa sconfitta del Comune al TAR sul caso dell’antenna sul crinale della collina del Cavallo sarebbe imputabile soltanto a “vizi formali” di un procedimento gestito da “altro ente”.
Affermazioni che trasudano di pressapochismo, in primis perché Cameruccio dimostra di ignorare che sul piano legale la forma è sostanza. Ma soprattutto perché il Comune di Senigallia, come ha scritto nero su bianco il Tar, ha violato le proprie norme urbanistiche, di fatto garantendo interessi privati di poche grandi aziende contro i propri cittadini. Altro che vizi formali!
Come ha dichiarato il nostro legale Avv. Roberto Paradisi, all’indomani della sentenza che ha sconfessato il lavoro dell’ufficio urbanistica e le indicazioni politiche del sindaco Olivetti, i giudici del Tar “hanno ritenuto fondata la censura con cui il Comitato ha denunciato la omessa applicazione della normativa tecnica di attuazione del piano regolatore generale per la parte relativa agli ambiti di tutela integrale e orientata”. D’altra parte è scritto a chiare lettere (comprensibili anche agli assessori che fanno del pressapochismo politico la propria caratteristica): “Non può disconoscersi il rilievo della circostanza che il traliccio sia collocato in prossimità di una strada panoramica, in ambiente agricolo di rilievo paesaggistico-storico soggetto a tutela orientata, nonché in ambito di tutela integrale dei crinali”. Infine, il Tar (ma questi politici sono del mestiere?) ha censurato l’iter del procedimento poiché, a fronte di una iniziale indicazione di dover dislocare l’impianto nel rispetto delle norme ambientali e quindi al di sotto della fascia di rispetto, la pubblica amministrazione ha rilasciato illegittimamente l’autorizzazione a fronte del mancato adeguamento della prescrizione da parte di Inwit e Tim. Di quali vizi formali parla Cameruccio? Quale sentenza ha letto?
Inoltre Cameruccio continua nell’opera vergognosa di scaricabarile delle responsabilità proprie e degli uffici che lui stesso deve governare, cosa che il sindaco “don Abbondio” Olivetti sta praticando da oltre un anno. È persino offensivo per l’intelligenza dei cittadini dover ribadire che le censure del Tar hanno riguardato esclusivamente la posizione illegittima assunta dall’ufficio Urbanistica del Comune di Senigallia e non del SUAP. Posizione illegittima denunciata fin dal primo giorno davanti a sindaco e tecnici dall’avvocato Paradisi.
Cameruccio dovrebbe risparmiarci il suo stucchevole bilancio autocelebrativo (“40 sentenze favorevoli contro 3 negative”) che nulla ha a che vedere con il caso in questione. Non si governa una città contando le vittorie processuali, ma assumendosi la responsabilità delle sconfitte che incidono direttamente sulla qualità della vita dei cittadini.
da Comitato per il diritto alla partecipazione civica e per la tutela del paesaggio


























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