“La storia di Dario, quattordicenne di Senigallia, affetto da sindrome di Down”
Dai "genitori di Dario, nome di pura fantasia ma che rappresenta un dolore vero"

E’ questa la storia di un giovane 14enne di Senigallia, la cui colpa è quella di essere affetto da sindrome di Down, cui daremo il nome di fantasia “Dario” per tutelarne la privacy.
Il giovane frequenta il 3° anno di una scuola media senigalliese e per la sua disabilità la legge gli riconosce il diritto all’inclusione, cioè di vivere la scuola insieme ai propri compagni nelle aule o di partecipare alle gite scolastiche, per permettergli di eliminare quelle barriere relazionali che si frappongono giornalmente.
Ciò che la legge prevede purtroppo trova difficoltà applicative nella vita quotidiana, fatto ancor più grave tali ostacoli emergono nel plesso scolastico per logiche incomprensibili.
Durante l’anno scolastico 2024 – 2025 Dario ha subito varie condotte in palese violazione del diritto alla sua inclusione: in particolare a dicembre 2024 gli è stato impedito di partecipare alla gita scolastica con rientro in giornata nonostante la presenza del suo educatore ed insegnante di sostegno e lo stesso dicasi per la gita internazionale a marzo 2025.
La Scuola non l’ha messo in condizione di partecipare a questi due momenti importanti per la sua integrazione con i compagni di classe, peraltro nonostante i suoi genitori avessero pagato la quota di partecipazione.
I genitori gli hanno mascherato le vere motivazioni per cui la scuola non gli permetteva di partecipare alla vita scolastica per non farlo soffrire.
Ma il fatto ancor più grave è che sempre durante l’anno scolastico 2024-2025 Dario è stato messo in condizione dalla scuola di frequentare solo 6 ore settimanali in classe rispetto alle previste 37 ore, fatto questo che ha determinato una sua forte difficoltà nel gestire le relazioni interpersonali.
Il ragazzo trascorreva la maggior parte del suo tempo con un insegnante di sostegno fuori dell’aula ed a fronte di ciò si è sentito escluso ed alla disabilità si è unita un forte stress emotivo che l’ha portato a non partecipare all’esame di licenza media, come certificato dai medici che ne hanno attestato l’impossibilità a partecipare all’esame per evitare ulteriore carico emotivo.
Per correttezza si evidenzia che a fine marzo 2025 la Scuola, sollecitata dai genitori e dai loro consulenti, ha nominato psicologo comportamentale per rimediare a questa situazione di grave sofferenza ove il ragazzo è caduto: lo psicologo ha iniziato la sua osservazione solo ad aprile 2025 , a poco più di 2 mesi dalla fine dell’anno scolastico.
È palese la tardività dell’intervento della scuola durante l’anno scolastico 2024-2025, che ha determinato la necessità di far permanere Dario un altro anno scolastico nella classe terza per rafforzarne il benessere psichico educativo e raggiungere la piena espressione del suo potenziale.
E qui nasce un braccio di ferro tra i genitori e la dirigente scolastica, dove i primi chiedono di far restare il figlio ancora 1 anno nella scuola media, mentre la dirigente prima ha tentato di farlo partecipare in ogni modo all’esame di licenza media, nonostante le controindicazioni mediche, poi ha pensato bene di rilasciare un attestato così da farlo uscire dall’istituto scolastico e quindi trasferire il problema della sua gestione scolastica ad un altro di scuola superiore.
Sul fatto che Dario debba restare ancora in terza media anche nell’anno scolastico 2025-2026, per rafforzare le sue capacità soprattutto relazionali per poi affrontare l’anno successivo il salto delle scuole superiori, concordano tutti gli esperti medici che si sono interessati di lui ed in particolare l’équipe Unità Multidisciplinare Età Evolutiva (UMEE) e l’Unità Multidisciplinare Età Evolutiva (UMEA), che si occupano di tutela della disabilità dei minori all’interno dell’A.S.T. Ancona- distretto di Senigallia, la neuropsichiatra infantile in forza presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche del Salesi, lo psicologo psicoterapeuta in forza alla cooperativa sociale “Casa della Gioventù”, nonché lo psicologo comportamentista e docente presso l’Università di Pescara.
Per un giovane disabile la socializzazione, l’abitudine a stare con gli altri, a stare fermo seduto in un’aula durante una lezione sono traguardi da raggiungere con estremo sforzo, sicuramente maggiore rispetto ad un ragazzo normodotato e tale percorso vede la partecipazione non solo della famiglia e di molti esperti del settore ma soprattutto della scuola, che deve agevolare la crescita di un bambino come Dario e non relegarlo dentro una stanza tenendolo lontano dai compagni di classe o non facendolo partecipare alle gite scolastiche, perchè magari bisogna assumersi responsabilità da parte della scuola stessa.
Il 10 luglio 2025 i genitori di Dario, tramite il proprio legale, avv. Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori, hanno chiesto alla dirigente dell’ufficio scolastico delle Marche dottoressa Donatella D’Amico ed alla dirigente scolastica della scuola media senigalliese di far permanere il ragazzo nell’anno 2025 -2026 all’interno della 3° media dell’istituto scolastico frequentato, come consigliato dagli esperti interessati al caso, ma ad oggi nessuna risposta o convocazione è pervenuta dall’ufficio regionale scolastico o dalla dirigente scolastica dell’Istituto senigalliese.
Si comprende che in questo periodo la scuola media o la responsabile dell’ufficio regionale scolastico siano indaffarati nel preparare il prossimo anno 2025-2026, ma proprio perché ad una normale ed educata richiesta di convocazione non è stata data alcuna risposta, i familiari lo chiedono con questa lettera aperta, confidando di essere ricevuti dai suddetti dirigenti e quindi trovare una soluzione nell’interesse del proprio figlio.
Di fronte al silenzio che dovesse perpetrarsi nel tempo non resta che la via giudiziale, ma la famiglia e soprattutto Dario confidano che l’istituzione scuola dia risposta in conformità alla normativa non si debba ricorrere in giudizio per ottenere un diritto che il nostro ordinamento prevede.
Da
(tramnite legale Corrado Canafoglia, Unione Nazionale Consumatori)
I genitori di Dario, nome di pura fantasia ma che rappresenta un dolore vero.


























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