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Osservazioni di Fratelli d’Italia sul Piano di Assetto Idrogeologico – VIDEO

A presentarle sono stati i circoli di Senigallia, Trecastelli, Ostra Vetere e il Coordinamento della vallata Misa-Nevola

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Osservazioni di Fratelli d'Italia sul Piano di Assetto Idrogeologico

L’AUBAC – Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino centrale il 22 aprile 2025 pubblica nel B.U.R. il Decreto Segretariale n. 100 del 16.4.2025 contenente la proposta di Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico dei bacini regionali delle Marche relativi ai fiumi Misa e Nevola.

Entro il 22.5.2025 Enti locali, cittadini, associazioni ed imprese potevano presentare all’AUBAC osservazioni a detta proposta, che dopo averle esaminate produrrà il P.A.I. (Piano d’Assetto Idrogeologico).

Il PAI è uno strumento di pianificazione diretto a proteggere il territorio dal rischio idrogeologico in particolare nel nostro caso di alluvione, valutando l’assetto idraulico e idrogeologico del bacino del Misa – Nevola e definendo le azioni per ridurre il rischio anche tramite interventi strutturali e ciò per garantire la sicurezza delle persone e dei beni. 

Dopo le alluvioni del 2014 e del 2022 con 17 morti e danni per centinaia milioni di euro, AUBAC ha messo mano sul PAI e l’ha fatto mettendo la quasi totalità del territorio in zona rossa a massimo rischio (R4).

I motivi di tale estremo rigore vanno ricercati nelle 2 alluvioni e nel fatto che uno dei massimi responsabili dell’Autorità di Bacino è imputato nel processo penale per l’alluvione del 2014 avanti al Tribunale di L’Aquila anche per la gestione della redazione del PAI vigente nel 2014, dove sono imputati anche Maurizio Mangialardi e l’Angeloni.

Fratelli di Italia ha presentato le osservazioni rispetto alla proposta di PAI tramite i Circoli dei Comuni di Senigallia, Trecastelli ed Ostra Vetere rappresentati dai Coordinatori (Alessandro Regni, Sandra Amato e Massimo Corinaldesi)  e dei membri del consiglio direttivo del circolo di Senigallia Paolo Molinelli, Stefano Caiterzi, Marianna Trentacoste, Federica Allegrezza, Michele Iozzino, nonché del Coordinatore del partito “Fratelli d’Italia” della valle Misa e Nevola, Nicola Malerba.

La redazione delle osservazioni è stata affidata all’avv. Corrado Canafoglia, con l’ausilio dell’ing. Caiterzi.

Le osservazioni proposte si sostanziano in 3 punti:

  1. Sussistono problemi d’accesso ai documenti richiamati nella proposta dell’AUBAC che non permettono a cittadini, imprese, associazioni ed Enti la completa e rapida consultazione di tutti i dati tecnici – normativi necessari per redigere puntuali osservazioni. In particolare:

 – non sono disponibili le perimetrazioni in formato indispensabili per analizzare le aree sottoposte a tutela rispetto ai vigenti strumenti di pianificazione.

– i link per accedere alla pagina Web ove pubblicato il decreto segretariale ed al Webgis (Digital Twin) non consentono l’accesso presentando errori di collegamento connessi alla formattazione del testo nel BUR

– mancano gli allegati tecnici alla relazione illustrativa dello studio “Aggiornamento della modellazione idraulica sul bacino del Misa” in base alla quale sono state elaborate le proposte d’aggiornamento dei perimetri.

– le perimetrazioni riportate sulle tavole allegate al Decreto Segretariale sono riportate su base cartografica non aggiornata e riferita alla Carta tecnica regionale del 2000 e non conforme all’attuale stato fisico dei luoghi, rendendo difficoltoso preparare osservazioni su quelle aree che oggi presentano caratteristiche morfologiche urbanistiche mutati rispetto al 2000

– la proposta d’aggiornamento PAI riguarda anche l’arenile di Senigallia e la zona del porto, su cui sono vigenti i Piani particolareggiato degli arenili, quello di gestione integrata delle zone costiere e quello regolatore portuale: dall’esame di tali documenti non risultano chiare indicazioni sul rapporto tra i suddetti piani su come gestire la pianificazione urbanistica durante il periodo di salvaguardia.

– soprattutto la proposta d’aggiornamento PAI classifica tutte le aree di esondazione, ed in particolare quello nel Comune di Senigallia con unico grado di rischio (R4), senza riferimento ai valori dei tiranti idraulici inseriti nello studio “Aggiornamento della modellazione idraulica del Bacino del Misa.

La partecipazione della popolazione ad un così importante strumento di pianificazione territoriale deve essere totale e chiunque deve poter espletare il proprio diritto di presentare osservazioni.

Limitare tale partecipazione per problemi del sistema digitale viola la Convenzione Europea di Arhus, che  riconosce a ciascun cittadino europeo il diritto d’accesso alle informazioni ed ai procedimenti amministrativi che riguardano l’ambiente ove vive nell’ottica della tutela della salute umana.

Quindi abbiamo chiesto all’AUBAC in via di autotutela di riaprire i termini per consentire a chiunque di presentare le osservazioni previa facile fruibilità dei documenti

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2)Nella proposta dell’AUBAC il territorio, in particolare quello di Senigallia, è stato classificato nella quasi totalità come zona rossa – R4.

Tale modalità d’individuazione contrasta con la Direttiva europea 2007/60/CE del Parlamento Europeo del 23.10.2007 sulla valutazione della gestione dei rischi di alluvioni che all’articolo 6 commi 3 e 4 invita a delineare le mappe della pericolosità d’alluvione all’interno del perimetro ritenuto a rischio idrogeologico.

In altri termini un territorio non può essere classato in maniera uniforme, ma occorre individuare area per area i punti a maggior rischio, quelli a medio rischio o quelli con scarsa probabilità di ricevere l’acqua alluvionale.

Va graduato il livello di pericolosità di ogni singola area del territorio.

Per Senigallia non è stata consideratala zona costiera, caratterizzata dalla presenza di  numerosi alberghi.

È notorio il piano di declivio da monte verso mare e quindi la vasca di espansione naturale nella fascia costiera è proprio l’arenile prospiciente il mare, che consente il deflusso veloce dell’acqua che potrebbe fuoriuscire dal fiume.

Sempre rispetto alla zona costiera, quella del lungomare e delle vie immediatamente limitrofe, nella  proposta di PAI manca la graduazione del rischio e della pericolosità collegato alla vicinanza dal fiume, considerato che la fuoriuscita delle acque in zona lungomare è limitata a pochi metri posta la vicinanza del mare e lo sbocco del fiume  sempre verso il mare.

E’palese che la fascia costiera presenti un grado di pericolosità per la salute umana prossima allo zero, soprattutto per quegli immobili lontani dal fiume.

***

3)Nella proposta del P.A.I. si fa riferimento solo al 1° stralcio della vasca di Bettole ed alla ricostruzione del ponte Garibaldi senza pile in alveo.

Nulla si dice degli importanti interventi strutturali che la Struttura Commissariale Regionale dovrà eseguire con le risorse ingenti stanziate dopo l’alluvione del 2022 dal Governo nazionale.

Considerati i tempi necessari per rivedere un P.A.I.  una volta approvato (6 anni) e soprattutto i vincoli agli interventi di natura edilizia e/o di fruibilità degli immobili presenti nel territorio, il P.A.I. deve tener conto di tutte le opere strutturali che la Gestione commissariale ha programmato.

Va trovato un metodo operativo che permetta un rapido adeguamento del PAI al realizzarsi degli interventi che la Gestione commissariale, oggi presieduta dal Governatore della Regione Marche, metterà in campo.

Questo P.A.I. non assolve alla funzione programmatica, che individua le metodologie d’intervento per mitigare il rischio e la loro distribuzione temporale rispetto alle risorse che il Governo statale ha concesso alla Gestione commissariale.

Non ci si può limitare a mettere l’intero territorio sotto tutela senza specificare le metodologie da adottare per ridurre il rischio e soprattutto la pericolosità di eventi alluvionali, magari indicando modalità costruttive e/o di mitigazione del rischio idrogeologico che permettano all’intero territorio di riprendere la propria vita normale, coniugando il primario fine della sicurezza fisica per i propri cittadini con la vita della Città, soprattutto nelle zone dove il rischio alluvionale è scarso.

***

Quindi:

1-Abbiamo presentato le osservazioni giuridiche al PAI

2- abbiamo chiesto all’Aubac di riaprire i termini per permettere a tutti di presentare le osservazioni in modo completo dopo aver letto tutti i documenti anche quelli non accessibili

3- abbiamo chiesto l’intervento del Prefetto di Ancona presso l’AUBAC per garantire il diritto alla partecipazione di chiunque ne abbia interesse.

4- chiediamo al Sindaco di istituire una “cabina di regia” perché uno strumento così’ importante va condiviso con l’intera Città e su questo punto siamo pronti ad indicare i nostri tecnici

 

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