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Grande “potenza di fuoco” del Recovery Fund ennesimo bluff della UE, secondo APS Novum

"Il confronto con i provvedimenti presi dalla Banca Centrale americana è impietoso"

Confronto USA - UE

Poniamo il caso che un improvviso evento avverso metta una famiglia nella condizione di aver urgente bisogno di una consistente somma di denaro della quale non dispone se non in minima parte.

Dovendo chiedere un mutuo, quali saranno le condizioni che il capofamiglia cercherà di ottenere dalla banca? Innanzitutto, 1) la cifra dovrà essere adeguata al bisogno, 2) il tasso di interesse non dovrà essere troppo alto, né la rata mensile troppo onerosa e, soprattutto, 3) il mutuatario cercherà un istituto bancario che conceda un mutuo chirografario che non contempli cioè l’iscrizione di una ipoteca. Quello che avrebbe fatto qualunque capofamiglia non è stato fatto dal governo italiano nel momento in cui ha deciso di chiedere un prestito all’UE tramite il Recovery Fund. Infatti, dei parametri sopra elencati il governo si è interessato solo del tasso di interesse (il risparmio di qualche decimale) ignorando il fatto che non potrà disporre di una cifra adeguata rispetto alle reali esigenze del paese e che, per giunta, questo gruzzolo verrà impiegato in settori (per noi italiani) di importanza secondaria. Infine, il governo non ha voluto prendere in considerazione le condizioni (capestro) del mutuo le quali in base alle raccomandazioni paese obbligano ad una dose da cavallo di riforme lacrime e sangue che si abbatteranno su una collettività già stremata dalla pandemia. A proposito del punto 1, per comprendere la reale entità della famosa “potenza di fuoco” del Recovery Fund evocata dall’ex premier Giuseppe Conte è sufficiente fare un confronto con quanto accaduto negli USA che vantano un PIL comparabile con quello dalla UE. Negli USA il PIL è praticamente tornato a livelli pre-CoViD. Il merito è da ricercare nella gigantesca operazione di stimolo monetario e fiscale messa in atto da Trump prima e da Biden più recentemente. A varie riprese, nell’economia “stelle e strisce” sono stati riversati più di 10.000 miliardi di dollari (su un PIL di 19.000 miliardi) sotto forma di prestiti, sussidi ed investimenti pubblici, buona parte dei quali finanziati sotto forma di debito pubblico e solo in minima parte da aumenti fiscali. Una montagna di soldi, tutti immessi subito dalla Federal Reserve nell’economia reale. Non pochi e dopo come la UE, dove il Next Generation UE pesa per appena 750 miliardi (da spendere in sei anni) su 16.000 miliardi di PIL.

Non vorremmo dare al lettore l’impressione che la nostra critica sia esclusivamente distruttiva; per questo nel prossimo articolo presenteremo quello che a nostro avviso sarebbe dovuto essere il piano di ricostruzione economica del nostro paese.

A.P.S. NOVUM
Claudio Piersimoni
Caterina Rinaldi
Egidio Cardinale
Francesca Mancinelli
Giorgio Sartini

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