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M5S Senigallia: “La riforma costituzionale, la volpe e l’uva”

"Un fuoriuscito dal Movimento ha cercato visibilità mediatica dimostrando incoerenza politica"

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A Senigallia, un consigliere comunale del gruppo misto, fuoriuscito ufficialmente dal M5S a luglio 2018, ha cercato un po’ di visibilità mediatica, preannunciando il suo NO al referendum costituzionale indetto per confermare il taglio di 345 parlamentari e il risparmio di un miliardo di euro in due legislature.

Farsi eleggere in consiglio comunale, sbandierando i principi cardine del Movimento 5 Stelle, tra cui il taglio dei Parlamentari, per poi rinnegarli appoggiando una manovra capeggiata dalla Lega, secondo noi del Movimento 5 Stelle non rappresenta una buona vetrina mediatica, bensì una grande incoerenza politica. Saranno comunque sempre i cittadini, gli unici a valutare.

La questione, però, è molto più importante di come viene posta dal consigliere del gruppo misto, perciò tralasceremo la sua personale opinione e presenteremo ai cittadini i motivi per cui è importante votare SI al taglio dei parlamentari il 29 Marzo prossimo.

1) In Europa, l’Italia ha il rapporto più alto tra popolazione ed eletti (un parlamentare ogni 63.000 ab) tra i paesi più popolosi, ad eccezione del Regno Unito dove però la Camera dei Lord NON è elettiva. In Germania il Parlamento conta circa 700 membri; nel Regno Unito 650; in Francia 577; in Spagna 558. Fuori dall’Europa, gli Stati Uniti contano 535 membri.
(fonte Il Sole 24 ore)

2) La riduzione del numero dei parlamentari è da sempre un obiettivo del MoVimento 5 Stelle ed è stata oggetto di un DDL a prima firma di Riccardo Fraccaro. Tale obiettivo è stato finalmente realizzato nel decimo anniversario della nascita del M5S. Dopo ben 4 passaggi parlamentari (trattandosi di legge costituzionale), la legge è stata approvata con una maggioranza schiacciante – 553 sì, 14 no e 2 astenuti – dal Parlamento, l’8 ottobre 2019. Grazie alla spinta dal M5S si è ottenuta la riduzione del numero dei parlamentari a 600 (400 deputati e 200 senatori) contro gli attuali 945 (630 deputati e 315 senatori). Resta l’istituto dei senatori a vita, fissandone a 5 il numero massimo (finora 5 era il numero massimo che ciascun presidente poteva nominare).

3) C’erano stati in passato diversi tentativi di riforma, la Commissione Bozzi nel 1993, la Commissione Iotti – De Mita nel 1994, la Commissione bicamerale D’Alema nel 1997, le Riforme Costituzionali Berlusconi e Renzi e la Bozza Violante nel 2006. L’attuale riforma, approvata in ottobre, mantiene il bicameralismo perfetto voluto dai Costituenti e non altera gli equilibri pensati a fondamento della nostra Costituzione antifascista.

4) La Lega, per seguire i capricci del proprio segretario, che ad agosto, tra un mojito, una cubista e un bacio al rosario ha fatto cadere il governo chiedendo “pieni poteri”, ha ottenuto di indire il referendum costituzionale, rimangiandosi il proprio voto favorevole al taglio dei parlamentari e buttando oltre 300 milioni di euro dei contribuenti. In base a quanto stabilito dall’articolo 138 della Costituzione, tre sono i modi per chiedere il referendum costituzionale (confermativo e senza quorum): a chiedere il referendum possono essere 5mila elettori, 5 Consigli regionali o un quinto dei membri di una delle Camere (126 deputati o 64 senatori). Nel caso della legge sul taglio dei parlamentari, le firme sono arrivate da 71 senatori con il contributo decisivo della Lega che voleva favorire la fine anticipata della legislatura.

Abbiamo ascoltato per oltre trent’anni i partiti promettere invano di ridurre i parlamentari. Il M5S è passato ai fatti riuscendo a portare il taglio fino alla votazione finale ed a trovare la convergenza quasi unanime di tutte le forze politiche.

La Lega ha preferito mettere fine ad un’esperienza di Governo nel tentativo di affossare la riforma, mentre il M5S ha posto la sua approvazione come conditio sine qua non per la nascita del nuovo Esecutivo.

È stato un lavoro complesso e faticoso, ma, dopo quattro letture nei due rami del Parlamento, il MoVimento 5 Stelle ha mantenuto la sua promessa, senza vetrina mediatica si sa, ma con grande coerenza politica.

Ora sul taglio dei parlamentari manca solo il voto dei cittadini, per noi la consultazione popolare è sacrosanta ma è paradossale che venga proposta da chi ha votato questa riforma.

Vorrà dire che saremo nelle piazze a sostenere il Sì al referendum: dovrete essere voi a decidere se volete che l’Italia abbia ancora il più alto numero di rappresentanti direttamente eletti d’Europa o se invece il nostro Parlamento dovrà diventare più moderno, snello ed efficiente. Il quesito referendario quindi è semplice: si tratta di confermare (SI) o meno (NO) il taglio di 345 parlamentari.

Il giorno individuato è il 29 marzo: a meno di 6 mesi dall’approvazione definitiva della riforma da parte del Parlamento la parola finale passa ai cittadini. Sarà una grande pagina di democrazia.

Stefania Martinangeli – Elisabetta Palma
gruppo consiliare M5S Senigallia

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