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Orietta Maria Varnelli: “ActionAid nel mondo a sostegno degli esclusi”

Intervista alla Presidente di ActionAid Italia e alla responsabile territoriale Silvia Marotti

Actionaid

La povertà non è una condizione naturale ma la conseguenza della negazione e della violazione dei diritti umani fondamentali, perpetrate da chi ha più potere su chi ne ha meno“. E’ questo il concetto preponderante che la presidente dell’ActioAid Italia Orietta Maria Varnelli, ha voluto esprimere durante la presentazione della cena di solidarietàa favore del diritto al cibo organizzata insieme all’istituto alberghiero Panzini.

SenigalliaNotizie.it l’ha incontrata prima dell’evento benefico, per una chiacchierata a 360° gradi. Con lei, anche Silvia Marotti, la responsabile territoriale di ActionAid che ci ha raccontato come con poco, sia possibile fare veramente tanto per coloro che si vedono negare ogni giorno, ad ogni latitudine del mondo i diritti fondamentali.

Partiamo dall’inizio, per coloro che non conoscono troppo l’operato di ActionAid, quale è il vostro approccio e la vostra politica?
(risposta di Orietta Maria Varnelli)

ActionAid (www.actionaid.it) è una ONG che opera in Italia dal 1989 nell’ambito della cooperazione e dello sviluppo, ed è impegnata nel sostegno di tutti coloro a cui vengono negati i diritti umani fondamentali.

ActionAid fa questo in oltre 40 paesi del mondo attraverso una rete di altrettante associazioni facenti parte della grande federazione ActionAid International. Al centro dell’approccio di ActionAid c’è la connessione tra povertà e diritti umani: la povertà non è infatti una condizione naturale ma la conseguenza della negazione e della violazione dei diritti umani fondamentali, perpetrate da chi ha più potere su chi ne ha meno.

 Per questo ActionAid utilizza un approccio basato sui diritti umani che dia alle persone che vivono in condizioni di povertà la possibilità di organizzarsi e mobilitarsi per rivendicare, ottenere e godere dei propri diritti fondamentali. Mai come ora si avverte un diffuso bisogno di vedere realizzati i valori della responsabilità, della trasparenza e della partecipazione che sono i valori cardine dell’azione di ActionAid nel mondo a sostegno degli esclusi.

La vostra attenzione non è rivolta solamente all’estero ma anche all’Italia; ce ne parlerebbe?
(risposta di Orietta Maria Varnelli)

In Italia abbiamo due sedi, a Milano e Roma, ma dal 2012 abbiamo avviato una nuova strategia che ci La Presidente di ActionAid Italia, Orietta Maria Varnelliporterà fino al 2017 con la quale abbiamo intenzione di porre l’attenzione anche al nostro paese, l’Italia, ritenendo che anche nel nostro paese ci siano problematiche del tutto simili, per questo abbiamo lanciato una nuova iniziativa dal titolo evocativo ‘Italia sveglia‘ perché pensiamo che sia tempo di chiamare a raccolta tutti coloro che condividono la nostra missione e che possono contribuire a rendere l’Italia un paese migliore, a partire proprio dalla giustizia sociale e dalla Accountability, una parola inglese che non trova traduzione in italiano ma che noi pensiamo possa essere declinata con responsabilità, trasparenza e partecipazione; per fare questo abbiamo già attivato diversi programmi sociali, ed altri ne verranno attivati entro il 2017. I primi attivati si trovano a Torino, Bologna, Padova, Reggio Calabria, Napoli, Firenze, Bari, L’Aquila e Ancona. Nel caso specifico, siamo qua a Senigallia per una delle prime iniziative che si realizza proprio nella provincia di Ancona.

Tra le macro-problematiche affrontate da ActionAid c’è quella del diritto al cibo che dal 1948 è stato incluso nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: quale è il trend di questo flagello che ogni anno causa più vittime di disastri naturali, malattie e guerre?
(risposta di Silvia Marotti )

La responsabile territoriale di ActioAid Ancona, Silvia MarottiParadossalmente la situazione sta peggiorando. Nonostante da gli anni ‘50 e ‘60 sia cresciuta la coscienza collettiva di questa problematica e tante associazioni si siano mosse allo scopo di contrastare questo flagello sono entrati in gioco diversi fattori che hanno inasprito il problema del diritto al cibo. Uno di questi è il tema dei biocarburanti, un fenomeno relativamente recente che è emerso man mano che i governi si sono resi conto che il carburante fossile comincia a scarseggiare e hanno iniziato a cercare via alternative ad esso; soluzioni che vengono definite ‘ecologiche’ o ‘verdi’: i biocarburanti, vale a dire combustibili ricavati da materie prime agroalimentari come il grano e il frumento.

Quale impatto ha avuto la diffusione dei biocarburanti nelle zone più povere del pianeta?
(risposta di Silvia Marotti )

I biocarburanti vengono prodotti con il grano, la soia e il mais che richiedono vastissime quantità di terreno per essere coltivate per poi diventare carburante che va a finire nelle nostre auto. Ovviamente i terreni in questione vengono presi da paesi poveri o in via di sviluppo in sud America, Africa o nel sud est asiatico. Ci sono grosse compagnie che in maniera molto semplice, approfittando dei vuoti legislativi, espropriano il terreno alla gente del luogo. Non solo, questo esproprio sta alimentando un grosso squilibrio di prezzi nei mercati internazionali. Squilibrio naturalmente, non creato solamente dalla corsa ai biocarburanti, ma anche dalla speculazione economica attuata dalle multinazionali. Ad esempio, se nel 2008 la speculazione edilizia era sul bene casa, oggi si è spostata su alcuni beni alimentari come grano o riso andando a discapito delle economie più fragili acutizzando la povertà dei già poveri. Nei mesi scorsi c’è stata una petizione per chiedere all’Unione Europea di rivedere la propria politica riguardo la corsa dei prezzi e la ricerca dei biocarburanti. L’Europa, ad esempio, sta facendo un passo indietro riguardo alle energie rinnovabili alla voce biocarburanti.

Tra le vostre emergenze c’è anche la lotta al virus dell’HIV. Pochi giorni fa è stata la giornata mondiale contro questa pandemia. Quale è la politica di ActionAid al riguardo?
(risposta di Silvia Marotti )

Nei diversi paesi in cu ActionAid opera ci sono diversi progetti allo scopo di contrastare lo sviluppo e la propagazione di questo virus. In particolare in Africa dove questa emergenza sembra più grave. Naturalmente la lotta a questa pandemia passa attraverso la diffusione di una cultura della prevenzione, dell’uso del preservativo e del sostegno e la cura delle persone che hanno contratto il virus.

Come si può sostenere concretamente ActionAid Italia nei suoi progetti?
(risposta di Silvia Marotti )

Ci sono tanti modi per sostenere l’associazione; la prima potrebbe essere attivarsi. La petizione contro i biocarburanti a cui facevo riferimento prima è uno di questi. Il secondo passo potrebbe essere diventare un attivista di ActionAid partecipando ad eventi ed azioni organizzati sul territorio come la cena benefica di stasera. Ci si può attivare anche in gruppi locali, al momento io sono la referente di ActionAid Ancona oppure, il passo ulteriore potrebbe essere creare un gruppo locale nella vostra città. Inoltre si può sostenere il nostro lavoro con dei piccoli contributi: anche il più piccolo può fare la differenza per sconfiggere povertà e ingiustizie. Ci sono diverse modalità, come l’adozione a distanza, la campagna ‘Amico di ActionAid‘ o ‘il viaggio intorno al mondo‘. Invito tutti a visitare il nostro sito per saperne di più.

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