L’estate sicura di Senigallia: i numeri del servizio di salvataggio
Comune, Consadria e associazioni di categoria fanno il punto della situazione per la stagione 2009
Servizio implementato, pieno rispetto delle normative e obiettivo "decessi zero" raggiunto. Questo in poche parole il succo della conferenza stampa tenutasi nella mattina di venerdì 2 ottobre presso il Municipio di Senigallia. Presenti l’Assessore Michelangelo Guzzonato, il vicepresidente di Consadria Enzo Monachesi, il Comandante della Capitaneria di Porto di Senigallia Domenico Cicco e le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti.
Prima dell’estate era stato diramato dall’Ammiragliato di Ancona la normativa sul servizio di salvamento che avrebbe dovuto essere recepita poi dalle singole Capitanerie e dai Comuni per assicurare ai propri bagnanti un’estate tranquilla e sicura. Tra le novità rispetto all’anno precedente c’era l’aumento del fronte coperto dal servizio passato da 150 a 300 mt e dal raddoppio delle ore in cui il servizio è attivo, un’orario continuato dalle 10 di mattina alle 18 del pomeriggio, le ore di maggiore affluenza alla spiaggia. "Il primo punto – afferma Guzzonato – era proprio cercare di rispettare al meglio le nuove normative diramate dalla Capitaneria di Porto di Ancona".
Poi c’era la questione della formazione, della specializzazione, della retribuzione degli operatori e dei costi del servizio. Insomma, tanti punti sono stati toccati e, "visti i risultati – continua l’Assessore – direi che gli obiettivi sono stati raggiunti in pieno, se guardiamo anche la vicenda della bambina salvata e se consideriamo che i due decessi sono avvenuti in zone non coperte dal servizio".
Il sistema, in vigore già da due anni, permette di impiegare circa un centinaio di ragazzi e ragazze specializzati con percorsi formativi portati avanti da enti accreditati presso il Comune e di salvaguardare così l’incolumità dei bagnanti. Per una città che vive di turismo, quest’aspetto non può passare in secondo piano. Anche perchè a risentirne sarebbe proprio la linfa vitale della città.
"Eccellenti i frutti – sostiene il comandante della Capitaneria di Porto di Senigallia Domenico Cicco – del servizio che il Consorzio Adriatico ha prodotto. Grazie alla sinergia tra Comune, Capitaneria e Consadria, che poi è il braccio operativo del servizio, si è riusciti ad evitare che le vacanze divenissero un problema o potessero trasformarsi in tragedia. I risultati ci dicono che la direzione è quella giusta, dato che durante l’estate un’intera città si sposta sulla spiaggia".
Qualche dato per capire l’entità del servizio di salvataggio lo fornisce il Vicepresidente del Consorzio Adriatico Enzo Monachesi. "Senigallia rappresenta circa il 10 % della caosta marchigiana e l’arenile vede 40 postazioni (le torrette, Ndr) su cui lavorano circa 100 ragazzi specializzati con percorsi formativi. Nella Regione non ci sono esperienze simili che gestiscono un così elevato numero di postazioni e di chilometri di spiaggia".
Tra gli interventi sono state salvate circa una ventina di persone "pericolanti" che si tuffavano in zone pericolose, vicino agli scogli e che rischiavano di essere trascinati dalle risacche senza riuscire a tornare a galla; una decina di surfisti nei guai, 3 barche a vela, una ventina le chiamate al 118 per un soccorso immediato, 60 tra bambini e anziani in difficoltà o disorientati. Prezioso inoltre l’apporto durante manifestazioni come la regata velica o la nuotata molo-rotonda.
Insomma una presenza rassicurante quella che emerge da questi dati e che confermano il buon lavoro svolto finora. Ancora irrisolta la questione economica del servizio: in termini monetari tutto il complesso gestito smuove un’ammontare di circa 350 mila euro. non spiccioli per una città come Senigallia e soprattutto per i concessionari di licenze balneari. Se poi si considera anche che al Consorzio hanno chiesto di aderire anche realtà turistiche come Falconara Marittima e Palombina, il totale si avvicina ai 400 mila euro.
"I costi – spiega Ciccolini di Confesercenti – vanno a coprire non solo gli stipendi di queste figure professionali, ma anche la manutenzione e l’acquisto delle attrezzature, postazioni e materiali vari necessari per portare avanti l’attività. Ecco perchè si fa sempre più necessario l’inquadramento del servizio e dell’operatore balneare in un contesto nazionale che potrebbe essere quello della Protezione Civile".
Sulla stessa linea anche la Confcommercio che con Riccardo Pasquini ammette che dovranno essere chiamate in causa tutte quelle realtà che di turismo vivono perchè non si può lasciare che il Consorzio e i singoli bagnini si accollino le spese di un servizio sempre più costoso. "La sicurezza ha un costo ma si svela poi essere un beneficio per limmagine turistica di Senigallia, quindi è giusto che Comune e Consorzio vengano aiutati dalle altre associazioni di categoria". A buon intenditor…
di Carlo Leone
Io sulla bontà di far confluire il servizio sulla P.C. mi lascia un pò perplesso, anzi tanto! Non vorrei che finisse come con la Scuola, che ad ogni problema ad essa si affida e confida che con un insegnamento ad hoc, tutto risolva. Ed a forza di incarichi quasi si è dimenticata, per ragioni di tempo, di personale, del suo primario e basilare compito. Innanzi tutto necessario è un distinguo di personale volontario della P.C. (coloro che rischiano a loro spese e non percepiscono una lira) e personale stipendiato. Ed eventualmente, a quale dei due gruppi verrebbe affidato tale servizio? Io suggerirei un ibrido: i mezzi dei professionisti affidati ai volontari!!
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