Che cosa accade quando il nominativo di una persona viene ingiustamente inserito nel bollettino dei protesti?
A tale quesito ha dato risposta la Corte di Cassazione con una recente sentenza, con la quale è stato riconosciuto il danno da immagine nei confronti del sottoscrittore di una cambiale che era stato ingiustamente protestato.
Contrariamente al giudice di secondo grado, che aveva escluso un danno risarcibile, la Cassazione ha affermato che il protesto cambiario, rendendo di pubblico dominio l’insolvenza del debitore, oltre ad assumere rilevanza in un’ottica commerciale-imprenditoriale, si risolve in una più complessa vicenda, di indubitabile discredito, tanto personale quanto patrimoniale.
In altre parole, il protesto, quando viene illegittimamente sollevato, in assenza di un’efficace rettifica, deve ritenersi del tutto idoneo a provocare un danno patrimoniale anche sotto il profilo della lesione dell’onore e della reputazione del protestato come persona, a prescindere dai suoi eventuali interessi commerciali, costituendo un evidente danno all’immagine. Ovviamente, il danno da immagine è spesso un danno difficilmente monetizzabile, ma secondo il Supremo Collegio tale difficoltà non implica impossibilità, in quanto il giudice dovrà procedere ad una liquidazione equitativa, basata cioè sul suo prudente apprezzamento. Quando invece l’ingiusto protesto ha comportato, ad esempio, la chiusura di una linea di credito presso un istituto di credito, o la perdita di un affare, il danneggiato potrà richiedere anche gli ulteriori danni patrimoniali subiti.

Avv. Mirco Minardiwww.mircominardi.it