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Le Marche, dall’Italia in una Regione a l’Italia in un capannone!

di Carmine Annichiarico


Si è riacceso, in questi giorni, il dibattito istituzionale intorno al Quadrilatero, devastante Grande Opera da realizzarsi tra Marche ed Umbria.
Il nocciolo della questione ruota interamente intorno al PAV (Piano di Area Vasta) ed è per questo che è sbagliato, perché il PAV non è che una mera privatizzazione del territorio con fondamenti sbagliati:
– Il processo che ha portato alla redazione del PAV è sbagliato perché non si può far discendere la pianificazione su area vasta dai condizionamenti generati in campo paesistico, ambientale e urbanistico dalla costruzione di un’infrastruttura. E’ esattamente il contrario: il governo del territorio da parte delle amministrazioni pubbliche consente di individuare e localizzare l’intervento infrastrutturale nel contesto paesistico, ambientale e urbanistico;
– Si continua a parlare di Project Financing, cioè di un apporto rilevante di capitali privati per la realizzazione dell’opera, ma ad oggi non c’è alcun apporto di capitali privati, mentre il costo dell’intervento graverà quasi totalmente sullo Stato anche per la parte che riguarda la terza corsia dell’A14 (autostrada in concessione) con una palese, sospetta, violazione delle regole comunitarie.
Il PAV è un’aberrazione sia dal punto di vista ecologico che da quello economico, voluta da chi ha interessi diversi dalla conservazione e promozione del territorio marchigiano, ma soprattutto chi sostiene quest’opera non ha ben chiara l’idea di dove andrà l’economia marchigiana nei prossimi anni e soprattutto non ha il quadro dell’attuale momento economico e sociale.
L’esigenza del Quadrilatero nasce da uno della Stessa società Quadrilatero SPA in cui i dati portati per giustificare il traffico merci risalivano ad oltre 10 anni fa, cioè nel momento di massimo sviluppo del manifatturiero, adesso tutto questo è in crisi e l’assioma che la strada porta sviluppo è un assioma che anche alla fine dell’800 cominciava a perdere di senso.
Negli intereventi sulla stampa questi giorni, tranne qualche eccezione, tutti le forze politiche dell’arco costituzionale sono a favore della realizzazione, è preoccupante la demagogia con cui si affrontano i dibattiti, il WWF vuole ricordare che un cantiere che dura 20 anni poi non lascia niente dietro di se, e se si dovesse poi verificare che la strada non serve non la si può ricoprire di terriccio e far tornare tutto a come era prima, e poi a quale economia servono 470.000 metri cubi di capannoni?
In questi giorni ha fatto molto rumore la vicenda della Val di Susa, dove migliaia di cittadini e molti amministratori occupano una valle per bloccare una Grande Opera, è forse questo l’unico modo che esiste per esprimere il proprio dissenso di chi l’opera se la vede costruita sulla propria testa? L’insegnamento che dovrebbe trarre la politica marchigiana da questi fatti è quello di coinvolgere le comunità locali e tutti i portatori di interessi quando si decidono cose di tale importanza. Invece continuando a discutere con chi porta solo alcuni interessi rischia poi di scontrarsi sul muro della comunità che non viene coinvolta e che non è d’accordo per questo tipo di sviluppo.
Il WWF chiede al Presidente della Regione Marche Spacca, al Presidente della Provincia di Macerata Silenzi e al Presidente della Provincia di Ancona Giancarli di fermarsi e di non firmare l’accordo con la Quadrilatero e chiede alle amministrazioni pubbliche di fare una propria Pianificazione su area vasta, senza avallare il PAV , in modo da valutare seriamente l’impatto ambientale, sociale ed economico sulla necessità di questa opera. Ci sono opere più utili? Quali sono le alternative a minor impatto? Quale la reale domanda di traffico e l’origine/destinazione dei flussi della mobilità?
Inoltre ricordiamo a politici che ove non fosse la legge italiana o il loro cambio di rotta, saranno le "leggi" europee a calmare gli impeti di edificazione, basti pensare al Ponte sullo Stretto dove le direttive "Habitat"” ed "Uccelli" hanno fatto si che arrivasse all’Italia una "lettera di messa in mora" (primo atto della procedura di infrazione) per non avere adottato le misure per prevenire il deterioramento degli habitat naturali su cui andrà ad incidere il Ponte e per non avere effettuato su queste una corretta valutazione di incidenza, come impongono le norme comunitarie .Si tratta di una prima rilevantissimo passo verso il blocco della costruzione del Ponte che potrebbe portare l’Italia davanti alla Corte di giustizia europea ed al blocco dei finanziamenti comunitari per la realizzazione del progetto.
Nel febbraio del 2006 il WWF Italia renderà noto uno studio sulle più importanti Grandi Opere realizzato insieme ad 11 Università Italiane, tra quelle analizzate ci sarà anche il Quadrilatero.

Carmine Annicchiarico
Segretario WWF Marche

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 2 dicembre, 2005 
alle ore 16:19
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