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Al Teatro delle Muse di Ancona la Norma di Bellini

Nell'edizione originale per due soprani

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clicca per ingrandireSecondo titolo della terza Stagione lirica del Teatro delle Muse di Ancona, Norma di Vincenzo Bellini (1, 4, 7 dicembre 2004, ore 20.30) si segnala per l’imponente produzione, acquistata al New National Theatre di Tokyo dalle Fondazioni Teatro delle Muse di Ancona e Arena di Verona.
Opera fondamentale del repertorio primottocentesco, Norma costituisce un banco di prova per le grandi voci e per qualsiasi teatro che abbia il coraggio di metterla in scena. L’edizione anconetana conta in questo senso varie frecce al suo arco: una protagonista di assoluta importanza, Fiorenza Cedolins, soprano di punta della nuova generazione, poco nota al nostro pubblico nel più temibile ruolo belcantistico; Carmela Remigio, altro soprano di primissimo livello, che affiancherà come Adalgisa la Norma della Cedolins recuperando l’edizione originale dell’opera, che vedeva per l’appunto l’abbinamento di due soprani e non quello, divenuto tradizionale, di soprano-mezzosoprano; Vincenzo La Scola, tenore di prima grandezza, già interprete di Pollione in teatro e in disco sotto la bacchetta di Riccardo Muti; Andrea Papi, un Oroveso di rilievo.
A capo dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana e del Coro Lirico Marchigiano “V.Bellini” (preparato da Carlo Morganti) sarà Fabrizio Maria Carminati, mentre lo spettacolo sarà firmato per regia, scene e costumi da uno dei più geniali protagonisti della scena lirica, Hugo De Ana, che in questa monumentale produzione collocherà l’opera belliniana in bilico tra la statuaria compostezza neoclassica di David e i frementi bagliori romantici di Delacroix.
Norma, “un magma romantico dentro un guscio classico”, secondo la definizione di Fiorenza Cedolins, che attribuisce al suo personaggio quattro drammatici aspetti: “Norma è sacerdotessa ma anche un po’ e maga, come Medea, è donna di potere, amante e madre”. Di fatto, la sacerdotessa è madre di due figli nati dalla segreta relazione con Pollione, il proconsole romano nelle Gallie che, dopo Norma, si innamora di Adalgisa, giovane novizia e fedele amica della sacerdotessa. Proprio a Norma, l’ignara Adalgisa confida il suo amore per Pollione. La catastrofe. Norma pensa dapprima di uccidere i due figli tenuti nascosti al padre Oroveso e al popolo, poi riversa la sua feroce ira su Adalgisa e infine denuncia al popolo la sua colpa e accetta, insieme a Pollione, l’estremo sacrifico sul rogo.
L’allestimento di Hugo De Ana trasporta Norma in epoca napoleonica, ambientandola in una imponente aula neoclassica, scena unica in cui scorrono e roteano marmoree colonne a definire gli ambienti di un’opera che vive tutta nell’interpretazione dei protagonisti e nell’ansia romantica espressi nei movimenti vorticosi delle masse. Le luci di Sergio Rossi, i movimenti coreografici di Leda Lojodice.
dall’Ufficio Stampa del Teatro delle Muse

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 1 dicembre, 2004 
alle ore 10:38
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