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Realta’ supposta – ultima parte

di Roberto Marconi

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-Mi vuole vendere una supposta?-
-No…io la sto guidando verso un’esperienza sconosciuta al mondo perchè quest’erba svizzera è rarissima e non riproducibile in laboratorio…-
-Vuole dirmi che quasi nessuno la conosce?-
-esatto…quasi…si è mai chiesta però perchè il tal politico veda sempre tutto rosa , dica che chi non la pensa come lui è solo un disfattista e perché il mondo intorno a lui appaia effettivamente sempre come immerso in un alone mistico?-
-Non mi dica…-
-Sì…una supposta al giorno da anni…e guardi se non sta da dio!…gliene ho fornite un TIR io personalmente…-
La signora appariva perplessa mentre Eva voleva già assolutamente mordere la mela o piuttosto infilare altrove quel prodotto così ben reclamizzato…
-Beh…in effetti sarebbe una consolazione per me…ma non so…quanto costa?-
-E’ un’esperienza profondamente psichica e fisica…non è un oggetto che lei acquista…mi capisce… richiede un prezzo che non può essere fatto di moneta…-
Così dicendo le si avvicinò all’orecchio e sussurrò qualcosa che le dovette sembrare sconvolgente perché richiese alcuni attimi di respiri troncati sul nascere e occhi sbattuti e sgranati a più riprese prima di recuperare la signora all’equilibrio emotivo e alla parola:
-Va bene…va bene…accetto,ma prima voglio essere sicura che lei signor Bell non mi stia raccontando frottole…se ne serva lei per primo!-
Bell, preso in contropiede, non potè esimersi dal dare conferma di ciò che andava asserendo… aprì una valigetta di pelle nera,prese quindi da un cofanetto in argento una supposta,chiese permesso e si recò in bagno dove eseguì la sua “terapia” risolutiva del male più inguaribile: il male di vivere.
“la vita passa e non s’arresta l’ora
e la morte vien dietro a gran giornate
e le cose presenti e passate
mi fanno guerra…e le future ancora”
Questa dedica era scritta sulla controcopertina del libro “Avere o Essere” di Erich Fromm che la signora non mancava mai di rileggere durante i viaggi fatti per andare ad un funerale e che ora giaceva abbandonato sul sedile vuoto accanto ad una attonita Eva.In quel mentre Bell tornò…e tutto era esattamente come lui desiderava che fosse: Eva era attonita come sempre…la signora aveva di certo adempiuto alla sua promessa ed ora lo aspettava là dove si recano quelli che compiono peccati mortali…pronta a copulare con lui per l’eternità… tutti gli altri oggetti erano al loro posto salvo la sua valigetta di supposte che di certo la signora si era premurata di portare con sé in attesa del suo “focoso” amante…e il treno, alfine, si mosse.
Il giorno dopo, nella chiesetta alla periferia di Forlì, dove si svolgeva la funzione funebre, la signora con una valigetta in mano si scusava con tutti e con ciascuno per il ritardo dovuto a scioperi e treni dai quali era dovuta scendere e a ciascuno, con discrezione, intendeva distribuire un “presente” volto a mutare, a piacimento, il presente di ciascuno.
Sarebbe stato così che per lo zio Antonio non era morto suo fratello Angelo ma suo fratello Anselmo…che per sua moglie invece era morto lui e così pure per Anselmo che ormai da anni faceva tutto con la moglie di Antonio…per i figli già maggiorenni di Angelo, non era morto solo loro padre ma anche la loro madre con conseguente piena facoltà di disporre dell’eredità e invece per la signora con la valigetta in mano, a quel punto, erano morti tutti i presenti e se ne stava lì a meditare se era il caso di dare una supposta anche al suo compianto Angelo pur già nella bara…
Alla fine, però, la signora Saggezza non ne fece nulla sebbene ritenesse opportuno che nella vita di ciascuno,almeno una volta, debbano potersi confrontare i due volti incerti dell’essere e dell’avere… perennemente sospesi tra la realtà vera e la realtà “supposta”.
di Roberto Marconi

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 29 ottobre, 2004 
alle ore 15:43
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