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Ultimo appuntamento di protesta contro gli stemmi papali in piazza Garibaldi

Alcune associazioni invitano i cittadini in via Chiostergi e lanciano un appello: "Lasciate la piazza a chi disprezza il dialogo"

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Inaugurazione Biblioteca Elena e Giuseppe Chiostergi

Terzo e ultimo appuntamento con le manifestazioni di protesta contro gli stemmi papali: tutti i cittadini sono invitati al Dialogo sulla democrazia che, in contemporanea con l’inaugurazione di piazza Garibaldi, andrà in scena presso il Cippo al patriota Simoncelli (via Chiostergi, 10), martedì 26 luglio, alle ore 21.30.

Si tratta di un’iniziativa organizzata da alcune associazioni cittadine tra cui l’Associazione di Storia Contemporanea; il Centro Cooperativo Mazziniano; le locali sedi dell’Associazione Mazziniana Italiana e dell’U.A.A.R. (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) che sarà gestita da cittadine e cittadini anelanti una vera democrazia, di carattere nonviolento e fortemente critica nei confronti delle scriteriate scelte compiute dall’Amministrazione comunale di Senigallia in piazza Garibaldi: un’Amministrazione che ha inteso omaggiare due autocrati papali, e soprattutto il pontefice più criticato della contemporaneità, il carnefice Pio IX, dimenticando completamente le tradizioni laiche e democratiche della storia cittadina e imponendo al contribuente pubblico una spesa esorbitante e inutile.

Il primo cittadino sbandiera proclami roboanti, ma ha perduto il consenso di una parte significativa della popolazione e, per questo, unitamente ad altro della sua gestione, verrà giudicato dai cittadini e poi dagli storici. Sono previste diverse sorprese per la giornata del 26 luglio.
Intanto grande successo ha avuto la serata di domenica sera all’area archeologica La Fenice dove gli attori Alessio Messersì e Mauro Pierfederici hanno mirabilmente interpretato le Lettere di un condannato a morte dal papa-re; diversi gli intellettuali presenti, giunti anche da altre città delle Marche. Il condannato a morte in questione è ovviamente Girolamo Simoncelli (1817-1852), il patriota mandato a morte ingiustamente e senza uno straccio di prova, fucilato a 35 anni dagli sbirri di Pio IX. Mentre il sindaco della ricostruzione Alberto Zavatti operò nel secondo dopoguerra per ricordare al meglio il martire laico di Senigallia, Mangialardi ha posto stemmi a Pio IX a spese dei cittadini, dopo aver rifiutato qualsiasi forma di confronto con chi la pensava diversamente. La misura è davvero colma.

Di conseguenza, l’Associazione di Storia Contemporanea, criticando risolutamente le recenti affermazioni del primo cittadinoannuncia 40 giorni di protesta nel corso dei quali si asterrà da ogni tipo di attività pubblica nel territorio senigalliese.

A ciò si aggiunge un appello: “CITTADINE e CITTADINI! Partecipate martedì 26 luglio alla protesta e lasciate questa piazza agli eredi di autocrati e carnefici che disprezzano i valori del dialogo, della critica e della cittadinanza consapevole e responsabile! Testimoniate di essere cittadini di uno Stato repubblicano, laico e democratico e non già gli eredi più o meno nostalgici dei sudditi di un regime che, sconfitto dalla storia ancor prima dagli italiani, ha ucciso migliaia di concittadini per opporsi ad un’Italia libera e moderna“.

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Commenti
Ci sono 3 commenti
BlackCat
BlackCat 2016-07-26 10:05:42
Questa genuflessione della Giunta Comunale è qualcosa di veramente ridicolo... poi voglio vedere con che faccia protestano contro l'obiezione di coscienza all'interno dei reparti di ginecologia, dove l'interruzione di gravidanza viene sabotato da ambienti cattolici e molte altre malefatte della Chiesa Cattolica, vero freno ai diritti civili e sociali dell'Italia. Democristiani di m....
iz6qzm 2016-07-26 15:14:00
LA PIAZZA NON SI E’ MAI PERSA !


In occasione della commemorazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il Cardinale Bagnasco, ha avuto il coraggio di
dire che la Chiesa ha dato un “…apporto fondamentale alla costruzione dello Stato Democratico italiano …”
Ora, qualche italiano puo’essersi dimenticato di Pio IX, noi senigalliesi sicuramente no! Vorremmo poterlo fare! Ancora oggi la sua presenza aleggia: con la sua casa, con le sue “opere”con il suo “stampo” persino nell’ aria che respiriamo. Vorremmo dissociare il suo ricordo da quello dell’ unità d’ Italia quasi a purificare la storia. Purtroppo il concittadino Mastai-Ferretti, ovvero Pio IX, ovvero il Papa Re ci perseguita nel ricordo del male che ha fatto. In particolare il male che ha fatto a tutti quelli che sotto lo Stato Pontificio, e non, hanno combattuto per l’ Unità d’ Italia.
Nel suo libro “Viva l’ Italia” Aldo Cazzullo così ricorda:
“…spaventato da se stesso e dall’ incendio appiccato dalle sue
riforme, Pio IX finirà per chiamare in Italia eserciti stranieri e mandare i patrioti sulla forca”.
Molte sono le strade romane intitolate alle vittime del Papa Re (così era chiamato). Patrioti che credevano in uno Stato Italiano unito e non in uno Stato Vaticano di potere, con esercito , carceri, gabelle, poca giustizia, poca libertà e poco amore ; il contrario di ciò che predicava Cristo.
A poco a poco, con un pontificato scellerato perde l’ Emilia, la Romagna, le Marche l’Umbria e non gli resta che fuggire dai
suoi amici Borboni .
Quando vengono indette per il 21 gen 1849 (a suffragio universale
maschile) le elezioni per la Costituente, che dovrebbe essere l’embrione del primo Parlamento italiano, Pio IX risponde che
scomunicherà chiunque si recherà alle urne.
Era la prima esperienza di voto, per la gente c’era paura; fu un successo. In tutto lo Stato Pontificio votarono in 250.000.
Più di un terzo degli aventi diritto.
A Senigallia, città natale, votarono 2307 su 3000.
Nasce così Roma Repubblica.
Pio IX definisce i patrioti “nemici di Dio e del genere umano” e Roma “una selva di bestie frementi”
Il Papa rientrerà a Roma solo nell’ aprile 1850 rimesso sul trono dai francesi, accolto con freddezza dalla popolazione.
Ripristinerà il ghetto, la tortura, l’inquisizione.
Oltre 3000 romani finiscono sotto processo per aver collaborato con la Repubblica.
Pio IX sarà nemico giurato dell’ unità nazionale, del liberismo, della democrazia.
Così la contessa Giraud Spaur, moglie dell’ ambasciatore di Baviera a Roma, racconta la fuga del papa.
“Essendosi il Padre Santo levatesi le ordinarie sue vesti, la talare e lo zucchetto bianco, e le scarpe di marocchino rosso con le croci sù tomai, si vestì da semplice prete, con un paio d’occhiali sul naso……Usciva dunque così Giovanni Mastai-Feretti, Sommo Pontefice per nome Pio, fuggendo, travestito e salvo a mala pena
dalla pietà di non pochi suoi fedeli, il dì 24 nov 1848, a ore cinque e mezza della sera, dalla Reggia Quirinale…”

Pio IX va a Gaeta da Ferdinando II, detto Re Bomba perché,
dopo aver chiuso il Parlamento e abrogato la Costituzione da lui stesso concessa, ha soffocato la rivolta di Messina con 4 giorni di bombardamento dal mare, seguiti da saccheggi e stragi.
Il papa fugge anche da lì perché il Bomba non controlla più la situazione.
Fugge per non finire nel Tevere come avrebbero voluto i romani.
Fugge come ha poi fatto il Re d’Italia e come ha cercato di fare
Mussolini travestendosi da soldato. La Chiesa non ha mai digerito l’Unità d’Italia. Forse dovremo attendere 500 anni come,
avvenne per Galileo, per sentire la verità. Oggi a Senigallia il Comune ha deciso di rifare una piazza antistante il palazzo vescovile e la cattedrale.
Questa piazza attualmente soddisfa alcune esigenze della città.
Per la sua ampia superficie ospita il giovedì il mercato, negli altri giorni è un parcheggio quasi unico e indispensabile per accedere al centro ed è circondata da strade importanti per il traffico cittadino unendo la parte nord alla parte sud della città. Tutto questo verrà abolito: niente più bancarelle, niente parcheggi, ma corsia preferenziale in lastricato in calcare bianco per un accesso lussuoso alla cattedrale che oltretutto è l’ unico obrobrio architettonico della piazza. Si cancella una piazza antica, con la scusa di recupero edilizia agevolata che nulla ha a che fare con la piazza. Una Amministrazione comunale che guarda alle apparenze e non alle necessità oggettive di molti cittadini; indifferente al problema del traffico caotico, alle strade piene di buche, alla città sempre più sporca ormai al limite della decenza. La città si sta ribellando anche per i costi dell’ opera; è come se in una famiglia dove serve comprare un paio di scarpe ad un figlio, i genitori spendono quegli unici soldi per andare allo stadio. Ma la goccia che fa traboccare il vaso è che la pavimentazione della piazza sarà adornata dei “fregi”, oltretutto costosi, di Pio IX. Questo non possiamo accettarlo. Secondo voi, può sembrare un inchino? e, nel caso, a chi? Secondo voi un Sindaco al secondo mandato è più obbediente al partito ed ai suoi poteri economici oppure è più obbediente ai suoi cittadini? Meditate, gente, meditate!
BlackCat
BlackCat 2016-07-26 17:02:24
@ iz6qzm : secondo me il sindaco in questo mandato sta già pensando al suo prossimo incarico in Regione o nel "senato delle regioni" a Roma, visto che è un sostenitore del SI al referendum (ennesimo inchino... in questo caso a Renzi). Le scelte che sta facendo, i poteri che sta le......, la spocchia che ci sta mettendo, preludono a questo. Magari mi sbaglio ma è un sentimento diffuso in molti cittadini e miei coetanei di Senigallia.
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