Mozione Palestina rinviata, presidio di Libera di Senigallia esprime sdegno e contrarietà
Le dichiarazioni a seguito di quanto accaduto in Consiglio Comunale: "Ma che tempo si deve aspettare? Il tempo è finito!"

“Non c’è una strada che porta alla Pace, la Pace è la strada”, diceva Gandhi. La Pace deve essere bramata, costruita, mettendoci la faccia e sporcandosi le mani. Agire anche con scelte simboliche, di umanità.
Il Consiglio invece, di fronte alla mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina ha optato a maggioranza per la “prudenza”, per prendere tempo. Ma che tempo si deve aspettare? Il tempo è finito!
Una “prudenza” bieca, che si osserva a più livelli, in tanti leader politici e non solo, da parte di coloro che per primi dovrebbero farsi garanti della tutela della dignità umana, dei diritti fondamentali della persona.
Una “prudenza” che significa scaricare su altri le proprie responsabilità, normalizzare il genocidio in atto, come accade con i fenomeni criminali, mafiosi e corruttivi, contribuendo inoltre alla dilagante assuefazione alla violenza e alle iniquità.
Una “prudenza” ignorante, perché ignora i principi del diritto internazionale e la storia, e che mette sullo stesso piano l’ignobile attacco terroristico del 7 ottobre 2023 e quello che ne è conseguito: lo sterminio programmato del popolo palestinese.
Una “prudenza” vergognosa, che significa non rispetto delle vittime innocenti di tutte le ingiustizie e di tutte le mafie, in spregio alla loro dignità di persone e alla loro memoria (tema a noi caro), vittime tanto più innocenti come donne, malati, anziani e soprattutto bambini (The Lancet ha stimato nel 2024 che l’aspettativa di vita di chi nasce a Gaza è diminuita di 35 anni).
Una “prudenza” complice, che significa voltarsi dall’altra parte per non vedere gli interessi di chi si arricchisce grazie all’industria bellica, che sceglie di consegnare alle future generazioni un sistema economico basato sul profitto di pochissimi, anche a costo di vivere sulle spalle dei cadaveri. Un’economia di guerra al centro di tutto, invece di mettere al centro la libertà, la cultura, l’uomo.
È necessaria una rivolta delle coscienze di tutti i cittadini – in primis chi è chiamato a rappresentare e a governare le istituzioni – anche partendo da piccole ma importanti scelte e azioni quotidiane, per restare umani, per schierarsi ancora una volta e sempre dalla parte dei più deboli, di chi non vede riconosciuti i propri diritti fondamentali, nel rispetto della vita e della dignità di tutti.
Le voci si devono alzare con forza, con forza e determinazione ci si deve schierare. Il silenzio, l’assenza, in casi come questo, rappresentano una grave mancanza.
Se, con giustificazioni improbabili, la maggioranza decidesse di non riconoscere lo Stato di Palestina (qualche comune a guida centrodestra lo ha fatto e anche la Santa Sede già dal 2015), almeno si dia il via al sostegno a qualche villaggio della Cisgiordania.
Se non sarà nemmeno questo, la nostra città, che con l’atteggiamento pilatesco dimostrato ha già perso la sua dignità, affonderà nella disumanità.
Presidio Libera di Senigallia Attilio Romanò


























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