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Cosa succede nel cervello dei gamer

Una continua stimolazione. L'aspetto della gratificazione. Lo sviluppo di competenze trasversali. Trovare il giusto equilibrio

Cervello

I videogame sono una passione che coinvolge centinaia di milioni di giocatori in tutto il mondo. I tanti titoli a disposizione, la possibilità di competere online e le diverse piattaforme su cui giocare, fanno dei videogame un passatempo in costante crescita.

Oltre ad essere uno svago, il gaming consente di ottenere degli evidenti benefici a livello cerebrale. Pare, infatti, che la maggior parte dei videogiochi sia in grado di coinvolgere numerose aree cerebrali e produrre vari effetti positivi. Tra di essi il miglioramento della capacità di apprendimento, dovuto ad esempio alla necessità di imparare i meccanismi di gioco, dai settaggi di un’auto da corsa alle Backgammon regole. Ecco come reagisce il cervello durante le sessioni di gioco.

Una continua stimolazione
I videogiochi, in primis quelli basati sull’azione e sulla strategia, mettono in funzione i lobi frontali, particolarmente impiegati per il problem solving e per la pianificazione. I titoli che, invece, richiedono il compimento di azioni rapide, come gli sparatutto, attivano i riflessi e le aree legate alla coordinazione mano-occhio, migliorando la reattività. Gli open world sviluppano la memoria spaziale: il costante stimolo, nel corso del tempo, può aumentare la capacità di orientarsi e la gestione delle informazioni visive. I giochi sugli sport motoristici, specie le simulazioni ad alto tasso di realismo, favoriscono la concentrazione e l’autocontrollo. Il gaming porta a imparare delle nuove nozioni, fattore di rilevante importanza: mettersi alla prova con inediti percorsi da affrontare, apprendere tecniche e metodi, come le strategie roulette, risultano preziosi per rafforzare le connessioni sinaptiche.

L’aspetto della gratificazione
Tra le ragioni principali che spingono i gamer a giocare vi è proprio la gratificazione. Superare un livello, vincere una partita o sbloccare un obiettivo permette al cervello di rilasciare la dopamina, il cosiddetto “ormone della felicità”. Al raggiungimento di un buon risultato, il cervello agisce esattamente come quando si riceve un complimento o si ottiene un successo reale. Che si tratti di giocare con un FPS o con un sandbox, l’aspetto emozionale è una delle basi del gaming.

Lo sviluppo di competenze trasversali
È dimostrato da diversi studi che giocare con i videogame possa contribuire a sviluppare delle abilità che possono essere molto utili nella vita reale, lavoro compreso. Ad esempio, chi gioca in cooperazione con altri gamer potrà migliorare la capacità di lavorare in team e il pensiero critico. I giochi in cui bisogna prendere delle decisioni a causa di situazioni impreviste, possono contribuire a far agire il gamer in tempi rapidi e in modo appropriato anche al di fuori dell’ambito ludico.

Trovare il giusto equilibrio
Come in tutti i contesti, per trarre il massimo profitto dai videogame, a prescindere dal genere, è fondamentale utilizzarli nella misura corretta. Incrementare le performance del cervello grazie al gaming è realmente possibile, a patto di integrare il gioco in una routine sana, in cui i videogiochi non tolgono spazio alle altre attività della vita quotidiana, dal lavoro allo studio, dalla socializzazione ai rapporti con gli amici e con i familiari.

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 2 maggio, 2025 
alle ore 1:00
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