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“Crisi ecologica, come uscirne?”. A Senigallia interviene Paolo Cacciari

Se ne parlerà giovedì 9 maggio allo Spazio Autogestito Arvultùra con il giornalista e attivista dei movimenti sociali e ambientali

Crisi ecologica, come uscirne? - Incontro all'Arvultùra

La questione climatica e, più in generale, la tematica ambientale sono sempre di più al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. Non passa giorno che da qualche parte del pianeta non ci arrivino immagini di devastazioni e morti provocati da eventi climatici sempre più violenti.

In queste ore tocca all’India, poche settimane fa è accaduto in Mozambico. La buona notizia è che tutto questo sta provocando la nascita di un vasto movimento internazionale, con una nuova generazione di attivisti, nella maggior parte giovanissimi, sempre più protagonista.

La dimostrazione la si è avuta il 15 marzo con la giornata di mobilitazione globale e il relativo coinvolgimento di centinaia di migliaia di persone, in primis studenti, scese in piazza in decine di città europee e non solo. E il 24 maggio si replicherà.

In Italia il 23 marzo a Roma si è tenuta una grande manifestazione dove in prima fila hanno sfilato i tanti movimenti locali che da anni si oppongono alla devastazione ambientale e sociale dei loro territori. Stanno nascendo nuove esperienze civiche come Extinction Rebellion, una rete di attivisti di ogni età e generazione, la quale in queste settimane si è resa protagonista di azioni di disobbedienza civile in Inghilterra e anche nel nostro Paese.

Da parte dei mass media e dell’establishment si cerca di sminuire e mistificare la portata di questo nuovo protagonismo di massa, inglobando tutto in una piatta melassa dipinta di verde o usando il “fenomeno Greta”, per personalizzare un movimento che viceversa non ha “leader”, ma solo la voglia di cambiare le cose. Soprattutto non ci sta a ridurre la questione in un generico richiamo alla “responsabilità di ognuno di noi”, presunti colpevoli dello stato di cose presente.

Crisi ecologica, come uscirne? - Incontro all'Arvultùra - locadinaA Senigallia in occasione del 15 marzo, quando migliaia di studenti hanno invaso il centro cittadino, uno striscione di una scuola recitava “Se il clima fosse una banca lo avrebbero già salvato”. Una sintesi perfetta di come sul banco degli imputati ci sia un sistema economico e sociale incentrato sul mercato e il profitto che sta avvelenando la vita di tutti noi. Nell’era del “Capitolocene” tutto è ridotto a merce e la salute e il benessere di chi abita il pianeta è un aspetto del tutto marginale.

Di questi temi, di come costruire un’alternativa seria e radicale a politiche che ci stanno portando verso il baratro, si parlerà giovedì 9 maggio a Senigallia alle 21.30 presso lo Spazio Autogestito Arvultura. Titolo dell’iniziativa: “Crisi ecologica , come uscirne?”. Interverrà Paolo Cacciari.

Cacciari è giornalista, attivista dei movimenti sociali e ambientalisti. Collabora con il sito www.comune-info.net. Si occupa di decrescita e beni comuni ed ha pubblicato vari saggi.

Commenti
Solo un commento
paolofiore 2019-05-08 14:46:20
In Italia ci piace tanto fare manifestazioni, svegliarsi ogni tanto e guardare dalla finestra e rendersi conto quello che vediamo tutti quanti ma, quando una persona vi dice che bisogna IMPEGNARSI con dei gesti semplici ma impegnativi, lo snobbate.
Prendo ad esempio la frase dello striscione "se il clima fosse una banca lo avrebbero già salvato ". Bene...quando da dieci anni vi dico che il differenziato, ad esempio, ha un VALORE ECONOMICO se viene conferito in apposite isole automatizzate di proprietà comunali dove viene contabilizzato a persona quanto viene immesso credo che avremmo risolto da tempo il problema plastica abbandonata (nessuno di noi credo butti per terra dei soldi, li raccoglierebbe). Invece per non LAVORARE si è scelta la strada più semplice ma più costosa, non aiuta a dare valore al differenziato e dannoso per l'ambiente per l'elevato numero di camion che girano per il servizio Porta a Porta.
L'organico è stato sempre mal gestito con la soluzione aerobica (cioè facendolo maturare all'aria) dove non porta nulla al cittadino ma solo puzza e metano che si libera nell'ambiente 21 volte peggiore dell'anidride carbonica. Realizzare invece un impianto pubblico a digestione anaerobica trasformerebbe il nostro organico in carburante e quindi di VALORE con costi praticamente ZERO per il cittadino (se non per il trasporto ad esso).
Si potrebbero fare una marea di esempi che dimostrano il TOTALE MENEFREGHISMO verso l'ambiente, verso i cittadini che invece di tartassarli andrebbero EDUCATI e fargli capire che basterebbe poco per dirottare i soldi in altro molto più utile che farsi portare via il sacchetto dalla porta di casa.
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