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La madre di Stefano Guazzarotti dopo la sentenza

"L'uccisione di mio figlio non puo' costare solo 18 anni"

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"Diciotto anni non sono nulla e non possono minimamente alleviare il dolore che stiamo provando". All’indomani del la sentenza pronunciata dal gup di Ancona Sergio Cutrona che condanna a 18 anni di carcere l’ex militare croato Ivan Vukas, reo confesso dell’ omicidio di Stefano Guazzarotti, 39 anni, ucciso la sera del 9 dicembre 2003 con tre colpi di pistola, la famiglia del tassista, e la madre in particolar modo, si dice addolorata e amareggiata.
La decisione del gup ridimensiona, e di molto, la richiesta fatta dal pm Irene Bilotta di condannare l’omicida a trent’anní di carcere dal momento che avrebbe freddato Guazzarottì solo per non pagare le corsa in taxi dalla stazíone di Senigallia fino al night club "Snoopy" di Cesano. Un’ipotesi che sembra non aver convinto il gup che ha optato su un ridimensionamento della pena considerando alcune attenuanti specifiche gli orrori vissuti durante la guerra in Bosnia, la precarietà di una vita fatta di espedienti e di precarietà nonché la dipendenza dall’alcolismo.
Giustificazioni nel merito delle quali i familiari di Stefano Guazzarotti, la moglie Danile, i genitori Mario e Tonina, e il fratello Roberto, presenti lunedì in Tribunale ad Ancona, non vogliono entrare. A loro basta l’entità della pena. Neanche le motivazioni, che verranno depositate entro settanta giorni dal giudice, cambieranno di una virgola l’amarezza e la delusione che affliggono la famiglia di Stefano e la madre in particolare.
"Che reazione abbiamo avuto alla notizia della condanna? Ovviamente stiamo malissimo" racconta con voce mesta la signora Tonina. "Diciotto anni sono una pena troppo lieve ed è inutile dire che ci sentiamo tutti profondamente amareggiati e angosciati a seguito della sentenza emessa ieri (lunedì ndr) dal giudice. Mi sembra una beffa che si aggiunge al dolore ed alla sofferenza che stiamo vivendo per la morte di Stefano. Non possiamo e non vogliamo ritenerci soddisfatti".
Una pena che anche il legale di parte civile Alessandro Scaloni ha definito "molto lieve se rapportata ad un fatto così grave"», considerando anche che a Vukas non è stata riconosciuta né l’infermità né la semi-infermità di mente. A condizionarle, parzialmente a suo favore la sentenza, ha contribuito anche la dichiarazione fatta dallo stesso Vukas in aula secondo cui avrebbe voluto uccidere Guazzarotti ma per istinto militare, quando il tassista ha messo una mano in tasca, avrebbe premuto il grilletto.Il gup ha concesso ai familiari di Stefano Guazzarotti provvisionali 150 mila euro alla moglie e al figlio della Vittima e 150 mila euro ciascuno a madre, padre, e fratello. Un risarcimento danni che non può compensare il dolore perla perdita del propriocongiunto.
di G. Manc.
da Il Messaggero

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 16 febbraio, 2005 
alle ore 10:20
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