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Madonna al Sepolcro esposta a Palazzo Mastai di Senigallia

Il dipinto non è mai stato mostrato al pubblico ed è una grande occasione per la città poterlo ammirare

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Madonna al Sepolcro - Carlo Maratta (versione senigalliese e versione romana)

In occasione delle celebrazioni del quarto centenario della nascita del pittore Carlo Maratti di Camerano, noto anche sotto il nome di Maratta, che ha dominato la scena artistica tra la fine del seicento e l’inizio del settecento, presso palazzo Mastai di Senigallia si può ammirare una tela che rappresenta la Madonna al Sepolcro.

L’opera è firmata ma la grafia appare molto scolorita e pertanto la decifrazione risulta assai difficile. Potrebbe appartenere al maestro o essere riferita alla sua bottega che era molto attiva nella Roma dell’epoca; tante erano le richieste di immagini mariane anche a scopo devozionale privato per il successo riscosso dalle grandi tele a soggetto religioso.

Il Maratta fu principe dell’Accademia di San Luca, prestigiosa istituzione artistica fondata nel 1593 da Federico Zuccari, altro artista marchigiano. La grazia con cui rappresentava l’immagine della Vergine gli meritarono l’appellativo di “Carluccio delle Madonne”. Attraverso la sua pittura transitano gli epigoni del barocco e sbocciano le gemme della nuova stagione neoclassica.

Il quadro esposto appartiene all’Ordine dei Servi di Maria ed è stato custodito per anni nel convento di San Martino sotto la l’accorta sorveglianza di padre Giuliano, purtroppo scomparso da poco. L’evento gli avrebbe fatto sicuramene enorme piacere se avesse avuto la ventura di vivere ancora un po’.

Il dipinto non è mai stato mostrato al pubblico ed è una grande occasione per la città poterlo ammirare.

Madonna al Sepolcro - Carlo Maratta (versione senigalliese)La tela è di piccole dimensioni ed è collocata in una teca di vetro che consente la vista anche della parte retrostante dove è apposta la firma.

Sotto un cielo rischiarato da striature aurorali Maria rivolge lo sguardo verso il sepolcro vuoto di Cristo. l’espressione non è luttuosa ma mostra un timbro emotivo quasi pervaso da letizia, come se Ella sapesse già della resurrezione del Figlio.

Lo sfondo del dipinto purtroppo in alcune parti non è completamente integro. Ad esempio il gruppo delle pie donne ai piedi di un rilievo, verosimilmente il monte calvario, è appena percepibile in quel che sopravvive del disegno originario, o per ossidazione dei colori nel tempo o per abrasioni dovute a precedenti maldestre puliture.

La figura della Vergine presenta una stesura magnifica tanto nell’incarnato quanto nel panneggio delle vesti. Del volto sereno nulla si può dire se non che l’accento di grazia sia stato perfettamente raggiunto dall’artista che ne è l’autore.

Semplice quadro devozionale ad uso privato o bozzetto preparatorio d’altro? Prodotto di bottega o copia derivata da altre immagini? Si tratta tuttavia di un dipinto appartenente ad un ordine religioso di prestigio come quello dei Servi di Maria; circostanza che da sola basterebbe a farne oggetto di ricerche accurate.

Madonna al Sepolcro - Carlo Maratta (versione romana)Una decisa traccia di indagine è data dalle sorprendenti assonanze con altre versioni di analogo soggetto del maestro cameranese per composizione della scena, taglio del cielo, allocazione delle pie donne e torsione del capo della Madonna.

Ne è testimonianza il dipinto “Visitazione al Sepolcro con la Vergine e le tre Marieriportato nella foto di proprietà di una fondazione romana. Fanno eccezione solo i maggiori dettagli come le croci sul monte calvario e l’angelo che mostra a Maria la corona di spine del Figlio a cui guarda con sguardo dolente, diversamente dell’opera “senigalliese” dove il volto è disteso e lieto.

di Piero Sbaffi

Piero Sbaffi
Pubblicato Mercoledì 19 novembre, 2025 
alle ore 19:06
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