Mura storiche a Senigallia, “peccato, il recupero rimarrà utopia”
"Suggestivo il lavoro fatto in zona Porta Mazzini, ma non c'è volontà di proseguire con un progetto globale"

Il recente restauro del breve tratto di mura fra il teatro e Porta Mazzini lascia intravvedere per la prima volta, pur con i suoi limiti, la volontà da parte dell’Amministrazione di considerare le mura non solo un’opera pubblica da ristrutturare, ma anche un monumento da valorizzare.
Ci riferiamo soprattutto all’illuminazione notturna, che conferisce al tutto una particolare evidenza e suggestione. Si tratta di un intervento (non l’unico) auspicato ripetutamente e di grande importanza, perché permette di cogliere con immediatezza l’immagine della città murata, elemento identitario della storia di Senigallia. Purtroppo la destinazione a parcheggio dell’area antistante toglie gran parte del suo valore al progetto, perché continua a coprire la sua visibilità, come del resto in gran parte della cinta murata.
Tuttavia, sebbene si tratti di un intervento di piccole dimensioni, riveste una grande valenza simbolica, rappresentando un riconoscimento del valore monumentale delle mura. Proviamo ad immaginare quale apparirebbe l’aspetto della città storica se un analogo intervento di restauro e valorizzazione fosse esteso a tutto questo fronte delle mura dal bastione della Penna a quello del Portone, liberandolo dagli ingombri che attualmente lo nascondono in gran parte, soprattutto le auto. Un obbiettivo difficile, ma non impossibile, se sostenuto dall’entusiasmo e dalla capacità visionaria di immaginare la città cinquecentesca che si nasconde dietro i tratti di mura abbandonati all’incuria. Ovviamente un’operazione del genere richiederebbe anche l’eliminazione dei parcheggi per le auto, un’operazione possibile solo nel contesto di una progettazione complessiva del traffico,
Il parziale intervento di restauro di cui parliamo è stato possibile, crediamo, utilizzando gli oneri di urbanizzazione derivanti dall’edificazione dell’area ex Mulino Tarsi. E’una prassi sicuramente virtuosa, ma di poco effetto se non inserita in un piano complessivo di restauro e valorizzazione delle mura, perché consente solo interventi frammentari scollegati da una visione unitaria di questo patrimonio storico. Lo dimostra il fatto che altrove la stessa procedura fa fatica ad essere utilizzata con successo, come nel caso del bastione di via Rodi, dove il cosiddetto “Piano delle mura” prevedeva di ripristinare il camminamento lungo le mura in modo da realizzare una passeggiata verde, collegandola con quella già esistete e ben tenuta sul retro dell’adiacente condominio degli anni ‘60/’70. Il progetto del percorso sembra sia stato avviato, ma attualmente risulta interrotto per motivi non noti. In genere in questi casi l’ostacolo maggiore è rappresentato dalla scarsa disponibilità dei proprietari privati, e pensiamo sia lo stesso ostacolo che ha incontrato il progetto di liberare sul lato est il percorso lungo le mura fra la Penna e la Rocca, utilizzando una striscia dell’ampio spazio verde esistente dietro le villette. Poteva essere l’inizio del recupero di tutto questo comparto comprendente la rocca e di quel che resta del “fortino”, spazio attualmente coperto dalle case e dalla vegetazione. Ma non sembra che sarà così. E il recupero del complesso delle mura della città storica è destinato a rimanere solo una generosa utopia.
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