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59° presidio per la pace subito a Senigallia

Parole e musica contro la guerra in Piazza Saffi sabato 11 novembre 2023, ore 18.30/19.30

“Proprio come durante la Prima guerra mondiale, abbiamo raggiunto un livello tecnologico che ci mette in una situazione di stallo. Siamo a un punto morto: Ucraina e Russia sanno vedere e fare lo stesso senza possibilità di alcuna svolta profonda”.

Sono parole di Valerii Zaluzhnyi, comandante in capo delle forze armate ucraine, rilasciate in una intervista a The Economist di qualche giorno fa.

Significano che gli eserciti ucraino e russo, in modo simmetrico, restano impantanati tra fango, campi minati, bombardamenti di artiglieria e attacchi di droni. Si continua a combattere e morire (ma il numero reale delle vittime è top secret) senza avanzate significative, pur sapendo che prima o poi, le due parti dovranno negoziare inevitabilmente un cessate il fuoco, che però i due Paesi non prendono oggi in considerazione perché ancora insistono nel ricercare il modo di imporre una svolta sul campo.

Quindi, combatteranno finché la bilancia non penderà in modo visibile a favore di una delle due parti e l’altra sarà obbligata a rassegnarsi per evitare una catastrofe ben peggiore: una prospettiva terribile, che lascia aperta la possibilità di ogni tragedia, nella complicità della comunità internazionale.

Una situazione simmetrica si vive anche in Israele/Palestina. Le stragi di bambini e donne stanno a significare la volontà non di sconfiggere l’esercito nemico, ma di annientare un popolo considerato nemico. Così gli Israeliani vedono allungarsi di nuovo l’ombra della Shoah e i Palestinesi vedono allungarsi l’ombra del genocidio, entrambi in preda a paura, rabbia, odio, desiderio di vendetta. Ma esistono minoranze degli uni e degli altri che sono vissute in pace e che oggi si oppongono ai massacri.

Da queste e da altre spirali di guerra e di tensione si può uscire se l’ONU, la UE, gli stati, a partire dai più potenti, capiscono che le guerre non risolvono i problemi ma sono esse stesse il problema e che la vittoria dell’uno o dell’altro costituirà la base delle guerre future.

Può esistere un equilibrio tra Russia e Ucraina: le varie proposte di negoziato, benché inascoltate colpevolmente, lo stanno a significare.

È possibile un equilibrio tra Israele e Palestina. Nel 1994 Yasser Arafat, Shimon Peres e Yitzhak Rabin vennero insigniti del premio Nobel per la pace: si riprenda la strada della coesistenza.

CESSATE IL FUOCO – TACCIANO LE ARMI – NEGOZIATI PER LA PACE SUBITO

1. PER L’IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA E ISRAELE/PALESTINA

2. CONTRO L’INVIO DI ARMI E CONTRO L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI

3. PER UN’AZIONE DIPLOMATICA CONCRETA DEL GOVERNO ITALIANO AL FINE DI PROMUOVERE NEGOZIATI DI PACE

4.PER L’ACCOGLIENZA E L’ASSISTENZA A TUTTI I PROFUGHI

La cittadinanza è invitata

da Rete per la Pace Subito – Senigallia

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