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Dragaggio Misa e allungamento molo levante a Senigallia: la Lega chiede certezza efficacia

"Non bisogna sprecare il denaro destinato ai lavori"

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Onoranze Funebri F.lli Costantini
La foce

Il Consorzio di Bonifica delle Marche, ha recentemente approvato l’esecuzione dei lavori di dragaggio del tratto terminale del fiume Misa (a valle del ponte ferroviario) e l’allungamento del molo di levante allo scopo di risolvere le problematiche riguardanti l’insabbiamento della foce del fiume medesimo.

La Lega ritiene che questi interventi, (verosimilmente sollecitati a scopo elettorale) prima della loro realizzazione, debbano essere suffragati da uno studio approfondito, con assunzione di responsabilità, dei fenomeni fisici che governano la costa, allo scopo di non sprecare il denaro destinato a tali opere (460.000 euro circa, solo per il dragaggio del fiume). In altri termini, si deve essere ragionevolmente certi dell’efficacia dei suddetti interventi.

A tal proposito, occorre tener presente che il fiume Misa è stato navigabile per secoli, tanto che anche navi da carico di media stazza arrivavano fino al Foro Annonario, così come rappresentato da molte stampe d’epoca. La realizzazione del nuovo porto turistico, determinando l’avanzamento del molo di ponente, ha rotto l’equilibrio che consentiva al materiale inerte proveniente dal Misa di raggiungere il mare e di depositarsi lungo la costa; il risultato è l’isolotto di detriti che emerge alla foce.

Le criticità di cui occorre tenere conto sono le seguenti:
In primo luogo, se non vengono individuate con precisione le cause dell’intasamento, (anche mediante l’utilizzo di algoritmi e modelli matematici adeguati) e pertanto non viene garantita l’efficacia degli interventi, il dragaggio “spot” della foce del Misa risulterà del tutto inutile in quanto la foce si intaserà nuovamente in breve tempo.

In secondo luogo, tutto il materiale inerte dragato, che ammonta a migliaia di metri cubi, deve essere assolutamente recuperato allo scopo di evitare l’erosione della costa. Solo l’eventuale parte inquinata va smaltita in discarica, mentre tutto l’altro materiale deve essere restituito al mare, in prossimità della costa e non oltre la piattaforma litoranea dove il suddetto materiale andrebbe perso. Occorre infatti considerare che la stabilità della linea di costa deriva essenzialmente dall’equilibrio che deve esistere tra l’arrivo del materiale inerte conferito dai fiumi e quello che viene portato via dalle correnti.

Purtroppo le Amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni non hanno intrapreso alcuna iniziativa valida e si sono limitate ad attribuire esclusivamente al mare e al caso la colpa dell’erosione, ricostruendo ciò che veniva danneggiato (scogliere, moli, ecc.), senza adottare un’efficace piano di interventi.

Direttivo Lega Senigallia

leganordsenigallia
Pubblicato Lunedì 24 febbraio, 2020 
alle ore 16:30
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Commenti
Ci sono 2 commenti
leofax 2020-02-24 19:52:36
Prima della costruzione del nuovo avamporto, il vecchio porto canale, aveva il molo di ponente più corto di quello di levante. Infatti nel nuovo molo di ponente è presente la base circolare dove appoggiava la lanterna di colore verde. A mia memoria, ho quasi 75 anni, non ho mai visto isolotti vari alla foce. Negli anni 50, arrivavano nel porto canale, all'altezza del faro, delle navi che scaricavano il grano. Pertanto ritengo, che fare dei lavori in quella zona sia più che giusta.
Leonardo Maria Conti
favi umberto 2020-02-25 07:03:55
hanno colto un'altra occasione per dire sproloqui. Con il soilenzio avrebbero fatto più bella figura
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