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Max Giusti e Piero Massimo Macchini ed i “Fratelli Cugini”: intervista doppia

"Si ride di pancia ma ci sono anche spunti per riflettere! Ognuno porterà a casa quello che preferisce"

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Piero Massimo Macchini e Max Giusti

Max Giusti e Piero Massimo Macchini insieme al Teatro La Fenice di Senigallia il 31 gennaio per portare il loro “Fratelli Cugini”, uno spettacolo che ha il suo focus nella marchigianità vista e vissuta attraverso il punto di vista dei due artisti.

Ad unire Giusti e Macchini non solo l’amore per la nostra regione ma, come suggerisce il titolo, un reale legame di parentela. Abbiamo deciso di farci presentare questo spettacolo dai diretti interessanti.

Qual è la genesi di “Fratelli Cugini”?

Giusti: In primis voglio sottolineare la nostra reale parentela: nonostante io sia più grande, diMax Giusti fatto Massimo è il mio prozio. Lo spettacolo è nato quasi per caso, da una comune volontà e dal desiderio di condividere tra noi e soprattutto con il pubblico, le nostre esperienze marchigiane.

Macchini: Era da tempo che io e Max discutevamo sulla possibilità di fare uno spettacolo insieme finché finalmente l’anno scorso si è presentata questa possibilità: abbiamo debuttato a Porto Recanati ed è stato un successo travolgente. Da qui l’idea di portare in giro lo spettacolo. Giusto specificare che siamo cugini fratelli anche nella realtà: si tratta di un grado di parentela tutto marchigiano.

Come è lavorare l’uno con l’altro? Pregi e difetti?

Giusti: Non condividerei il palco con nessuno che non stimo profondamente… poi, un pregio? L’enorme energia!…un difetto? L’eccessiva energia!

Macchini: Bellissimo! Max ha anche lui una super energia anche se lui è molto più ‘provincialotto’ di me…io sono quello più profondo dei due! Vederlo sul palco è sempre una fonte di ispirazione ed insegnamento per me! Un difetto? E’ romano! Un vero peccato…anche se le marche le conosce profondamente!

Piero Massimo MacchiniTema forte di “Fratelli Cugini” è la marchigianità: come la racconteresti ad un non marchigiano?

Giusti: Premetto che io ne esagero i colori, porto sul palco una sublimazione del marchigiano che è figlio di quello che ho vissuto nelle mie tantissime estati trascorse nella vostra splendida regione. Quello che porto in scena è un uomo buono e genuino, ma mai una macchietta…anche perché vorrebbe dire fare la macchietta di noi stessi! L’esempio tipico del pensiero marchigiano e nella visione delle vacanze estive: “Perché dovremmo andare fuori se la gente paga per venire da noi? Abbiamo la montagna a 30 minuti, il mare a 25!”Ecco questa per me è la marchigianità!

Macchini: Le Marche sono una regione la plurale dove la gente pensa al singolare! Se l’Italia ha la for ma dello stivale è evidente che è stata fatta nelle Marche…! Con tutte le azienda calzaturiero che abbia mo!…Per me la marchigianità è un po’ di ignoranza e tanta dolcezza!

Cosa devono attendersi le persone che il 31 gennaio affolleranno il Teatro La Fenice?

Giusti: Una grande festa di cui loro saranno i protagonisti! In base infatti alla reazione del pubblico potremmo fare una cosa oppure un’altra! Le risate comunque sono assicurate.

Macchini: Uno spettacolo che fa la spola tra l’intimo e…l’aperto! Tanti sono gli aneddoti personali che porteremo sul palco…aperto perché il pubblico sarà parte entrale dello spettacolo! La satira sociale sarà centrale! Si ride di pancia ma ci sono anche spunti per riflettere! Ognuno porterà a casa quello che preferisce.

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