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FdI: “Renato Curcio a Senigallia nel silenzio più totale dei buonisti”

"Arvultura ha invitato un brigatista tra i fondatori delle nefaste BR con l’avallo dell’Amministrazione"

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Renato Curcio

Di oscenità se ne vedono oramai molte in Italia, e Senigallia non è da meno chiaramente, perché il “Pensiero Unico” regna incontrastato da più di venti anni purtroppo. E ieri sera (Ndr:27 novembre) ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione.

Ieri sera l’Arvultura, con l’avallo dell’Amministrazione comunale, ha invitato a Senigallia il brigatista Renato Curcio per fargli presentare dei libri. Tanto per rinfrescare la memoria a chi legge, Curcio fu un brigatista tra i fondatori delle nefaste BR, il principale gruppo di lotta armata dell’estrema sinistra attivo negli anni di piombo.

Fu arrestato nel 1974, evase e rimase latitante per un breve periodo. In seguito fu condannato a 30 anni di carcere, ridotti poi a 28 (di cui scontati 24, 4 in semilibertà e 20 in prigione) per concorso morale in omicidio volontario, per costituzione e direzione di associazione sovversiva, evasione e per partecipazione a banda armata. Fu scarcerato negli anni ’90 con quattro anni di anticipo.

Tra le azioni rivendicate dalle BR l’omicidio di Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola, militanti del Movimento Sociale Italiano, il 17 giugno 1974, uccisi nella sede del MSI in via Zabarella a Padova. Curcio, condannato come mandante di quegli omicidi, scrisse il volantino di rivendicazione insieme agli altri dirigenti delle BR.

Circa vent’anni dopo il fatto invece (nel 1993), il duplice omicidio viene ricordato da Curcio nella sua autobiografia/intervista (Sic !) con Mario Scialoja come un “incidente di percorso, un episodio non voluto“. Capito bene? Prima scrisse il volantino di rivendicazione e venti anni dopo disse che fu un “incidente di percorso non voluto”!

Se già questo non dovesse bastare per capire il “personaggio”, sua moglie Margherita Cagol, conosciuta con il “nome di battaglia” di “Mara”, venne uccisa in un conflitto a fuoco con i Carabinieri nel giugno del 1975, in cui rimase ucciso anche l’appuntato Giovanni D’Alfonso e ferito gravemente il tenente Umberto Rocca, durante la liberazione dell’industriale Gancia, sequestrato a scopo di autofinanziamento del gruppo. Curcio redigerà un comunicato celebrativo della memoria della moglie!

Detto questo, e raccontato il personaggio, Senigallia, tramite l’Arvultura, periodicamente invita Renato Curcio per presentare libri o tenere seminari sul “lavoro”…Lui, che non ha mai lavorato e ha combattuto lo Stato in una lotta armata dove le BR hanno sparato e ammazzato senza nessuna remora! Tra parentesi Renato Curcio non ha mai neanche avuto il “buon senso” di dissociarsi, cosa di non poco conto, almeno per le persone normali e con principi e valori sani.

Per l’Arvultura, ma anche per la nostra Amministrazione, sono tutti “buoni”, persino i seminatori di morte, purchè abbiano “sangue anti fascista” nelle vene e, possibilmente, un parente partigiano (Zio Armando Curcio). Per questi signori può quindi andar bene anche il fondatore delle Brigate Rosse per tenere un seminario sul lavoro o presentare libri da lui scritti.

Tutto questo si è svolto ieri sera a Senigallia nel silenzio più totale dei “buonisti” che ogni giorno ci vogliono dare lezioni di democrazia mettendoci in guardia dal ritorno del fascismo e menate varie.

Oggi Curcio fa l’editore e il conferenziere, ma nella “precedente vita” è stato a capo di una associazione sovversiva e sanguinaria che ha ucciso, rapito, gambizzato, rivendicato omicidi. Un irriducibile che non si è mai dissociato dalla stagione della lotta armata nel corso dei suoi 25 anni di carcere!

Fratelli d’Italia di Senigallia

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