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Critica e Prosciutto per Bigas Luna

La riabilitazione di una pellicola "bollente" per la puntata di Screenshot a cavallo del Ferragosto

Optovolante - Ottica a Senigallia
Un fotogramma di "Prosciutto Prosciutto"

Trovo davvero molto triste constatare che sempre di più la critica cinematografica si occupi di denigrare l’opera d’arte di un regista, facendola conoscere alla gente comune condita di giudizi negativi assolutamente ingiustificati.

Come non è possibile, a mio modesto parere, parlare di un quadro o di una statua descrivendola come brutta, insignificante o priva di stile, allora nemmeno un film dovrebbe poter ricevere tali giudizi. La critica non è in grado di pensare e giudicare al posto del pubblico, e perciò non deve farlo. È necessario che sia lo spettatore a concepire nella sua mente il giusto e personalissimo giudizio riguardo all’opera, film, quadro o sinfonia della quale ha appena goduto. Nulla è arte e tutto lo è a sua volta. Nulla è bello per l’itera popolazione mondiale ed ogni cosa, oggetto, “sputo” artistico è geniale a modo suo.

Affermo tutto questo perché per l’ennesima volta mi sono imbattuta in ferocissime critiche ad un film, che io modestamente ho apprezzato molto e che voi, naturalmente, siete liberissimi di detestare o amare alla follia. La cosa importante, quella che primeggia su tutte, non è che voi lo troviate o lo giudichiate il più grande capolavoro cinematografico o il più disastroso tra tutti i film mai prodotti, ma cosa davvero fondamentale è che lo guardiate prima di giudicarlo. Solo in questa maniera si cresce culturalmente e si evita di esprimere giudizi che poi non si è in grado di giustificare.

Vorrei parlarvi per ciò di un regista spagnolo, molto acuto, progressista e lungimirante che già negli anni ’70, stiamo parlando quindi di quarant’anni fa o poco meno, indagava certi temi bollenti come lo stupro, l’incesto e la sodomia nei confronti degli animali. Bigas Luna, il creatore di opere cinematografiche quali Tatuaje, Lo chiamavano Bilbao o Bambola, non si è mai fatto spaventare dai tabù e ha sempre costruito opere di grande impatto, sfruttando spesso sfumature erotiche, farsesche e grottesche.

Criticato moltissimo per il suo stile “scadente”, anche questo giudizio da prendere in considerazione con cinque o sei paia di pinze, Bigas Luna ricevette un criticatissimo premio al festival di Venezia grazie al suo film Prosciutto Prosciutto, una pellicola che mescolava con grossolanità cibo, sesso, tradimenti e attori di grande spessore.

Tralasciando le attrici più mature che compongono il cast, ovvero la sempre sensualissima Stefania Sandrelli e la collega Anna Galiena che nulla a da invidiarle in fatto di fascino e bellezza, ammiriamo con grande piacere, per la seconda volta sullo schermo una giovanissima e florida Penelope Cruz, talento indiscusso lanciato dallo stesso Bigas Luna. Al fianco di queste caldissime “muchache” pavoneggia sfoggiando senza pudore tutti i suoi strumenti erotici, il sensualissimo Javier Bardem, anche lui attore scoperto dal regista in questione.

Questo film, dalla indiscutibilmente semplice trama, un po’ scontata forse e accompagnata da un’altrettanto poco geniale sceneggiatura, è rimasto però nella memoria di molti come il caso cinematografico dei primi anni ’90. Spudorato nel dispiegamento della mercanzia fallica del cast e dalle cosce saporite delle tre belle attrici e di qualche maiale (di prosciutti veri e propri se ne vedono in grandi quantità) fu profondamente beffeggiato dalla critica italiana e del tutto ignorato da quella spagnola.

Molti tradussero il titolo, per canzonare l’alternativo regista, in “Prosciutto, Amore e Fantasia” ricalcando il più noto “Pane, Amore e Fantasia” di Comencini, altri trovarono immeritato il premio conquistato al Festival di Venezia e proposero di creare un Leone non d’Oro ma di cartapesta, l’unico considerato al livello della “ridicola” opera del regista Spagnolo.

A parer mio, e per questo mio sottolineare sarò accusata di noiosa ripetitività, l’unica cosa ridicola di tutta la questione è l’insulso tentativo di affondare le grinfie della calunnia su un prodotto molto evocativo pur con le sue imperfezioni e le sue mancanze, chissà magari assolutamente volute e premeditate dal regista.

E se ancora non riuscite a trovare un buon motivo per godervi questo erotico dramma familiare, fatevi almeno incuriosire dall’ottimo e attualissimo abbigliamento della Cruz e dall’afrodisiaca immagine dello sfregamento dei corpi scolpiti e sudati di un Bardem da capogiro e di una Sandrelli in ottima forma.

Commenti
Solo un commento
Marco 1960 2014-08-17 14:35:05
Sono d'accordo in tutto e per tutto con te. Brava!
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