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Per i marchigiani, “la ripresa economica deve partire dal turismo”

Questi i risultati di un'indagine condotta nel mese di aprile

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Comune di Ostra Vetere
Turismo a Senigallia

I marchigiani giudicano eccellente l’operazione Dustin Hoffman, orgogliosi mettono il turismo al centro dell’economia regionale.

A seguito della campagna pubblicitaria ritengono che le attività collegate all’ospitalità e ai servizi turistici siano prioritarie per il futuro della Regione. Il turismo ora è percepito come un generatore di posti di lavoro inediti e immediati. Dalle interviste emergono considerazioni sorprendenti: il turismo è diventato una generosa fabbrica di servizi alla persona e di lavoro. L’attrattore turistico principale – secondo agli intervistati – deve essere l’offerta balneare, l’unica in grado di produrre ricavi, fatturati e occupazione per i residenti – Alla vigilia di una stagione turistica negativa un sondaggio di Sigma Consulting e Trademark Italia rileva opinioni e percezioni dei marchigiani che spostano l’incerto futuro delle Marche verso le vacanze, gli alberghi, i pubblici esercizi, le spiagge e l’entertainment di prima serata. La bussola dei residenti punta sull’occupazione in campo turistico.

Stando ai risultati dell’indagine” – dichiarano Aureliano Bonini e Alberto Paterniani, partner, rispettivamente, di Trademark Italia e Sigma Consulting – i marchigiani considerano il settore turistico come l’opportunità più credibile e praticabile per sfuggire alla crisi e alla lunga fase recessiva. La maggioranza degli intervistati ritiene che il turismo crei più posti di lavoro di quanti ne possano creare l’industria e l’agricoltura messi insieme“.

Il settore considerato più importante per il futuro dell’economia marchigiana non sono più l’industria e l’artigianato. L’indirizzo assunto dai cittadini è chiaro: puntare sul turismo per risolvere i problemi economici e occupazionali immediati.
Tale convinzione è così forte che moltissimi rispondenti chiedono un aumento degli investimenti nel settore, in particolare delle risorse pubbliche destinate alla promozione (lo afferma il 79% del campione).

-Il turismo è invece il settore del futuro per l’87% dei marchigiani.
In sintesi, i marchigiani pensano che mentre l’industria manifatturiera e l’artigianato perdono velocità e frequentememnte chiudono, meglio sarebbe dedicare attenzione e risorse ad altre cose, al turismo prima di tutto.
Altra sorpresa del sondaggio è l‘agricoltura. Ottiene un posto importante nella percezione regionale, si piazza al secondo posto con il 69,3% delle preferenze. La risposta favorevole all’agricoltura dipende  da una probabile equazione logica: agricoltura=territorio=identità=tipicità=cibi sani. Questo sono le Marche, dove di tipicità e di cibi sani parlano tutti.
Non solo, da due anni la Coldiretti sta occupando i telegiornali e i media in genere. Il martello della tipicità e dell’agricoltura “buona” ha invaso i supermercati. La gente collega il territorio, la campagna, le produzioni agricole genuine ai bisogni primari degli italiani, alla vita di tutti i giorni, quindi la sensibilizzazione verso i prodotti della terra risulta altissima.
Rilevante appare la percezione del peso economico del Made in Italy (62% delle preferenze), specialmente nel sud della regione.
I marchigiani sono sponsor orgogliosi dei brand della calzatura e della pelletteria. Ne condividono l’affermazione nel mondo. La maggioranza pensa che i marchi debbano ulteriormente consolidarsi e, aggiungono, “anche per avere un brillante futuro come attrattori di turisti e consumatori internazionali“. Il 94% degli intervistati concorda sul fatto che il Made in Italy di qualità sostenga l’artigianato che genera un formidabile indotto e amplifica la circolazione internazionale dei migliori prodotti regionali.
Quanto al settore industriale manifatturiero, dal sondaggio si evince che la sfiducia sta crescendo (l’industria non è più il settore del futuro); il 52% dei rispondenti lo archivia al 5° posto di una virtuale graduatoria di interesse collettivo. Evidentemente, la cassa integrazione e la crisi produttiva hanno inciso sulle opinioni dei rispondenti che cercano alternative semplici, urgenti. E’ un fatto confermato anche da un altro dato del sondaggio: circa 3 marchigiani su 10 hanno avuto in famiglia almeno 1 persona che ha perso il lavoro e un marchigiano su 12 ha già lavorato per l’industria dell’ospitalità (alberghi ristoranti, bar, spiagge, commercio e servizi turistici).

– L’offerta balneare prima di tutto. Poi arte, collina e buona tavola.
L’indagine Sigma Consulting-Trademark Italia ha anche indagato su quali siano, secondo i marchigiani, gli ambiti turistici sui quali investire; e non sembrano esserci molti dubbi. In sintesi, gli interpellati affermano che “positive le colline, ottima l’offerta d’arte e cultura, bene gli agriturismi e i bed & breakfast, eccellente l’operazione Dustin Hoffman ma… l’attrattore turistico principale deve essere l’offerta balneare, l’unica in grado di produrre volumi sostanziosi di ricavi, consistenti giri d’affari e tanto lavoro per i residenti“.

Per 6 intervistati su 10, il mare, le spiagge, le vacanze sono un sicuro traino per sviluppare il turismo marchigiano. Qualcuno ha risposto alle domande di Sigma e Trademark Italia che questo sentiment per il turismo si scontra con la scarsa esperienza dei marchigiani sul fronte dell’offerta balneare e dell’integrazione dei servizi alberghieri. In effetti il sondaggio – il primo con questo livello di approfondimento – fa emergere alcuni interrogativi.
Analizzando i commenti aperti alle domande – continuano Bonini e Paterniani – alcuni cittadini marchigiani si sono chiesti:
– gli alberghi esistenti sono di standard internazionale?
– hanno le dotazioni essenziali di comfort, ad esempio, per ospitare i turisti americani?
– la Regione ha mai fatto un check up professionale delle strutture ricettive?
– si è mai chiesta a che livello si trova la customer satisfaction?
– i marchi di qualità che circolano sono apprezzati dai turisti? Sono affidabili o sono frutto di autocertificazioni non verificate?

Tecnicamente le Marche non devono essere solo il balneare. Emerge infatti anche la forza della triade 1° enogastronomia eccellente – 2° forte fascino collinare – 3° dotazioni artistiche (citate con percentuali tra il 34 e il 37%), e infatti questo sono gli ambiti sui quali fino ad ora si è concentrata gran parte della comunicazione turistica regionale.

– I marchigiani vogliono più promozione ma per il 2013 si aspettano un calo del turismo.

In definitiva – concludono Bonini e Paterniani – i marchigiani credono nel turismo, percepiscono che non è ancora il core business regionale, ma fanno presente che servono più investimenti per lo sviluppo dell’offerta balneare e del turismo balneare. Le spiagge marchigiane sono migliori di quelle romagnole, il mare è più verde e trasparente, internazionalmente piace di più, quindi deve avere la priorità. E questo dicono gli intervistati: anche se nel 2013 ci sarà un calo del movimento turistico (lo afferma il 37% del campione) non ci sono strade più promettenti di quella turistica.
La tendenza è in parte anticipata anche dalla recentissima indagine di Trademark Italia “2013: dove vanno in vacanza gli italiani’ che conferma una flessione media del turismo nazionale superiore al 7%, e certifica che la costa marchigiana perderà solo l’1,5% delle presenze rispetto al 2012 (la costa romagnola scenderà del 4,2%, la Versilia del 7,6%, la Sardegna dell’8,3%”.

Il sondaggio è stato condotto tra il 4 e il 16 aprile 2103 su un campione telefonico di 700 marchigiani rappresentativi dei residenti. L’indagine rientra nelle rilevazioni previste dall’Osservatorio sociale sugli orientamenti dei marchigiani di Sigma Consulting, l’unico strumento locale che monitora in modo periodico e continuativo il clima d’opinione e gli atteggiamenti sociali, politici e culturali dei cittadini della Regione Marche. Il documento informativo completo del sondaggio è disponibile su agcom.it.

 

da Sigma Consulting /Trademark Italia

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