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La Benetton recita il mea culpa: finisce la causa legale con il Vaticano

Ritirata l'immagine, scuse pubbliche e donazione benefica

La Benetton recita il mea culpa. Finisce con le scusa da parte della nota azienda di abbigliamento a Benedetto XVI ; motivo della diatriba la campagna pubblicitaria ”Unhate” in cui il pontefice veniva ritratto mentre baciava l‘imam egiziano di Al-Azhar, la più alta istituzione dell’Islam sunnita.

La gigantografia era stata esposta proprio nei pressi del Vaticano sul Ponte Castel Sant’Angelo lo scorso novembre ma era stata ritirata quasi immediatamente a seguito delle aspre polemiche del Vaticano che aveva commentato – “E’ inaccettabile; si deve tutelare l’immagine del Papa”.

La Benetton, già ai tempi, tramite il suo portavoce aveva fatto un passo indietro dichiarando: “Il senso della campagna UnHate è esclusivamente combattere la cultura dell’odio in ogni sua forma. Siamo perciò dispiaciuti che l’utilizzo dell’immagine del Papa e dell’Imam abbia così urtato la sensibilità dei fedeli”.

Si è chiusa oggi 15 maggio la vertenza legale avviata dalla Santa sede riguardo la suddetta campagna pubblicitaria: la Benetton oltre che ritirare l’immagine incriminata e alle pubbliche scuse, ha fatto una donazione a un’attivita’ caritativa della Chiesa.

Commenti
Solo un commento
O. Manni
Paul Manoni 2012-05-15 21:51:02
Trovo francamente più imbarazzante che un Papa stringa la mano a Pinochet in mondovisione. E se si parla di "immagine", trovo che quella di una Chiesa che seppellisce il capo della Banda della Magliana (Renato De Pedis), in una delle più importanti Basiliche di Roma con tutti gli onori e lastre di marmo, sia molto più offensiva di un poster di Benetton, con due personaggi simili che si baciano. Tantopiù se la motivazione di tale sepoltura, risiede nel fatto che per la Chiesa, "Renatino De Pedis era un grande benefattore" (!). Al di là di ciò, in alcuni paesi, il bacio in bocca e' perfino usato come saluto, per cui, io personalmente tutto questo scandalo non ce lo vedo.
Ed al di là di tutto e di come si sia conclusa la vicenda, onore al merito a chi ha ideato la campagna di Benetton. Perchè se la pubblicità serve ad attirare l'attenzione sui prodotti o sul marchio, e' evidente che sono riusciti magistralmente nel loro intento. L’unico scopo che si sono prefissati, e' stato quello di sollevare un polverone che faccia parlare di Benetton, ed infatti ci sono riusciti.
La donazione che hanno fatto alla Chiesa per chiudere la questione senza conseguenze, ammonterà a malapena ad un centesimo di quello che sono riusciti a fatturare grazie a questa pubblicità, passata alla ribalta globale. Se gli chiedevano i diritti, spendevano meno.
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