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Intervista con la cult band Kurnalcool

Chiacchiere a 360° con gli inventori del 'Vi metal’ in concerto la Mamamia Club di Senigallia - Le FOTO

Comune di Ostra Vetere
Kurnalcool

Il nome Kurnalcool da queste parti va a braccetto con il metal,con il rock e con le serate ad alto contenuto etilico. Definirle delle leggende non è affatto esagerato visto che le generazioni, cresciute sotto l’ala musicale di Ricky Tyger Bigwhite e soci, sono oramai molte. Basta buttare un occhio al pubblico del loro ultimo live, tenutosi al Mamamia Club venerdì 23 marzo, dove, sotto il palco da acclamarli, c’erano giovanissimi, giovani ma anche meno giovani che seguono la band dai tempi dei demo “Bumba atomika” (1986), “Vattafadantelvì” (1987), “Svinavyl” (1988) e “Slongame la biscia” (1989).

Naturalmente, in prima fila, c’eravamo anche noi di SenigalliaNotizie.it, e vi assicuriamo che, quando abbiamo sentito le prime note di ‘Paninari del cazzo’, pezzo con cui gli indiscussi alfieri del ‘Vi Metal’hanno aperto il loro live, un brivido ci ha percorso la schiena…

Ecco il sunto dell’intervista con la band.

Siete i padri fondatori e indiscussi alfieri del così detto ‘Vi metal’; cerchiamo di mettere un po’ di ordine sulla ‘leggenda’ del vostro gruppo: come è nato nel 1986 il progetto “Kurnalcool”?

I Kurnalcool nascono quasi per caso sulle panchine di Piazza Mazzini a Falconara, una sera di Luglio dell’86. Io e un certo Bob Tony Riot ci siamo messi a scrivere storielle in puro dialetto falconarese sulle nostre vicende alcoliche, che in quel periodo facevano parte del nostro quasi quotidiano modo di divertimento, visto che a Falconara c’era ben poco da fare, e soprattutto perchè le ragazze erano bunkerizzate a casa. Tutto è nato quasi per scherzo perchè nessuno sapeva suonare uno strumento e i testi erano talmente demenziali che non avremmo mai pensato di tirarci fuori delle canzoni vere e proprie. Invece tutto si rivelò realtà quando conoscemmo un gruppetto della zona, gli Ixion’s Wheel, che erano un po’ più giovani di noi, ma che suonavano già alla grande. In una mattina registrammo tutto quel delirio che avevamo scritto senza uno straccio di prova, i pezzi venivano fuori così per caso. Iniziò tutto quella mattina dell’11 Agosto 1986, con la registrazione di Bumba Atomika, il nostro primo demo-tape, in studio eravamo in 10 di cui 5 cantanti, follia pura.

Spendereste qualche parola per cercare di spiegare a modo vostro ai profani del rock e del metal il concetto che si racchiude dietro la denominazione ‘Vi Metal’?

Vì Metal come si può chiaramente intuire è una semplice storpiatura del termine Heavy Metal. Tutti noi in quel periodo seguivamo i gruppi della nuova corrente britannica di hard rock, Iron Maiden, Motorhead ecc. Non c’è voluto molto a inventarsi di sana pianta un nuovo genere musicale che mischiava il vino col metal, da qui nasce il termine Vì Metal un genere che ovviamente facciamo solo noi….

Siete riusciti a concentrare un’intera produzione artistica incentrandola quasi in una sola tematica..ovvero quella delle serate ad alto coefficiente etilico uscendone incolumi e vincenti… Qual è il segreto del vostro successo?

Sinceramente ogni tanto me lo chiedo anch’io. Probabilmente siamo originali non tanto musicalmente, ma nei testi sicuramente. Conosco un solo gruppo al mondo che racconta di sbornie e serate avvinazzate, i Tankard tedeschi. Poi quando un gruppo si conia il proprio genere musicale come abbiamo fatto noi devi essere in ogni caso coerente, cioè non è che all’improvviso fai un concept-disc sulla fame nel mondo o chissà che. Il segreto del successo se è così che si può chiamare è che la gente beveva negli anni 80-90-2000 e beve anche adesso, cioè chi è che non si identifica in almeno una storia che raccontiamo nei nostri testi o addirittura nei nostri personaggi?

Di quelli che criticano il vostro trattare la tematica della sbornia con troppa leggerezza cosa pensate?

Basta leggere un testo qualunque che ci si accorge che non si tratta di un semplice raccontare una sbornia o una serata in allegria. C’è sempre un lato di semi-disperazione tra le righe, cioè ci si chiede, ok “semo tutti imbriaghi duri” ma perchè? Poi ognuno ci tira fuori il motivo che sente più suo.  All’inizio i testi erano soprattutto incentrati sul raccontare, poi con gli anni ci siamo anche chiesti il  motivo per cui spesso ci si ritrova anche da soli con la bottiglia in mano, allora lì non è più divertimento,  quando la sbornia diventa un dovere più che un piacere c’è da porsi qualche domanda.

Siete una delle realtà musicale nostrane più radicate e conosciute; basti pensare che nel periodo in cui eravate momentaneamente sciolti iniziavano a fiorire gruppi cover dei Kurnalcool; è stata una vostra scelta precisa non cercare mai il ‘grande salto’ in un panorama più grande o non si è mai capitata l’occasione giusta?

L’occasione giusta a dir la verità non è mai capitata, cioè la classica botta di culo, e sinceramente neanche noi l’abbiamo cercaca più di tanto. Diciamo che almeno per quello che mi riguarda sono sempre stato orgoglioso del fatto che siamo rimasti sempre un po’  nell’underground, e che non siamo mai stati costretti a doverci piegare alle fottute leggi
del businness musicale.

La scelta di cantare la trasposizione delle vostre avventure etiliche solo e rigorosamente in uno slang dialettale pensate che vi abbia in qualche modo precluso l’accesso ad un pubblico più vasto o su larga scala?

Probabilmente si. Però è stata sempre una scelta fortissimamente voluta, perchè alla fine credo che i nostri testi fanno anche ridere per le sfumature del dialetto, se si prova a togliere quella base dialettale che è una nostra caratteristica si perde buona parte della demenzialità.

Siete stati testimoni consapevoli e protagonisti di più di vent’anni di musica metal… qual’è la situazione generale odierna? E come sono cambiate le cose da quando avete imbracciato per la prima volta le chitarre, le catene e tutto il resto?

Direi che è cambiato tutto. Negli anni 80 e fino agli inizi 90 ogni gruppo faceva un genere suo, un cantante lo riconoscevi dal timbro di voce, un chitarrista dal tipo di suono. Adesso è tutto di plastica, appena c’è un gruppo che tira fuori qualcosa di pseudo-nuovo c’è una valanga di gruppi che fanno la stessa identica cosa. E’ difficile in mezzo a questo marasma trovare qualcuno veramente originale che vale la pena di essere ascoltato.

Oggi come oggi vista l’attuale situazione musicale, secondo voi potrebbe nascere qualche nuova band capace di raccogliere il testimone del ‘Vi metal’ e proseguire nella strada da voi tracciata?

E’ una domanda che non mi sono mai chiesto, non so, dovrebbe nascere sicuramente da queste parti e poi non sarebbe facile trovare altri spunti per nuovi testi sul discorso sbornie, noi l’abbiamo già sperimentato in lungo e in largo. Comunque se venisse fuori qualche band che trattasse i nostri stessi temi sarei sicuramente curioso di ascoltarla, anche per capire se ci sono altre tematiche di cui non abbiamo mai parlato.

Chiudiamo con la classica… progetti futuri e cosa ancora più importante… Stanno tornando i … ‘Tempo De Juventì’?

Suonare dal vivo rimane fondamentale, ultimamente non si suona spesso anche per colpa dei locali che sono sempre di meno. Abbiamo in progetto un DVD, forse l’unica cosa che ancora non abbiamo mai fatto, un bel concerto con noi che usciamo fuori da una botte immensa, insomma scenografia tipo Kiss o Rammstein.

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