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Doppio sold out a Senigallia per “Father and Son”: viaggio nell’universo genitoriale

Lo spettacolo con Claudio Bisio racconta in modo sapiente il delicato passaggio di testimone tra genitori e figli

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Father and son

Father and Son” conquista perché mette necessariamente lo spettatore di fronte ad una scelta: schierarsi da una parte, il padre, o dall’altra, il figlio. “And” che compone il titolo non svolge il ruolo di semplice congiunzione grammaticale ma diventa un solco, uno spartiacquetra i giovani di oggi ed i loro genitori, non solo quelli canonici ma anche quelli che si trovano attualmente nell’iperuranio delle idee, che immaginano una futura genitorialità o che comunque si trovano a dover fronteggiare l’attuale generazione di adolescenti.

Lo spettacolo, diretto puntualmente da Giorgio Gallione su testi di Michele Serra ed andato in scena il 25 e 26 gennaio al Teatro La Fenice, strappa sorrisi e risate a prima vista ma soprattutto genera domande sull’essere genitore oggi.

Mattatore della serata Claudio Bisio che si muove tra le righe dello spartito tratto dallo scritto di Serra con la maestria di un domatore di leoni: riesce a far fare le capriole ai nostri dubbi, far ruggire le nostre domande e far passare le inquietudini perfino attraverso il cerchio infuocato dei quesiti che un testo provocatorio come “Gli sdraiati” porta necessariamente con sé.

Il monologo ruota attorno al desiderio del padre di condividere con il figlio un’escursione che sa di passaggio iniziatico alla vita adulta:  una camminata di ore e ore per arrivare alla cima di un certo colle. Prima che il desiderio si realizzi il padre dovrà però a sua volta iniziare un cammino dentro l’universo del figlio, un mondo distantissimo da lui, ipertecnologico, fatto di un gergo, di una ritualità che non conosce: due mondi apparentemente distanti anni luce, incomunicabili tra loro che troveranno un ponte grazie all’amore che li lega in maniera indissolubile e chi si incarnerà nella passeggiata iniziatica.

Prima però di arrivare alla catarsi, il padre dovrà affrontare l’adolescenza del figlio: non mancheranno le critiche ad una generazione che vive appunto “sdraiata”, che sembra sconclusionata, sbagliata da molteplici punti di vista per poi arrivare all’autocritica che, implacabile, non può non fare capolino nella testa di ogni genitore: “Dove ho sbagliato?”.

Il passaggio iniziatico assolve, alla fine, genitori e figli: il padre sembra intuire come ogni generazione sia figlia del suo tempo e di come, dalla notte dei tempi, ogni genitore si sia trovato a non capire più la grammatica del figlio e farsi la domanda di cui sopra.

Lo spettacolo si chiude sulle note di Cat Stevens “Father & Son”: “It’s not time to make a change, just relax, take it easy”. Il figlio non c’è più, c’è un giovane adulto che tra qualche anno si porrà le stesse domande che il padre si pone oggi.

Doverosa menzione d’onore, oltre ad un Bisio in formato “Deluxe”, anche ai due bravissimi musicisti, Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alla chitarra, che riescono a riempire il palco in modo totale. Bellissime anche le coreografie e le luci, un po’ naif, così oniriche da risucchiarti in questo viaggio iniziatico nella mente di un padre e del suo immaginario figlio.

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