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Battisti, M5S: “Katia vive in un posto malsano, è invalida e ha bisogno di lavoro”

Da Senigallia una storia di difficoltà, che però è "solo la punta dell'iceberg" - FOTO

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A via Zanella 11, a Senigallia, abita Katia. Katia ha il 69 per cento di invalidità, quindi ha una invalidità importante, ma per lo Stato è in perfetta forma, quindi non percepisce alcun reddito.
 

Non può fare lavori pesanti. E’ in lista all’ufficio di collocamento per un lavoro confacente alla sua condizione, ma non la chiama mai nessuno. 
 
L’unica sua entrata avviene tramite l’ADI, ovvero l’Assegno di Inclusione, un sussidio economico destinato a nuclei familiari in situazione di fragilità. Si tratta di 580 euro al mese per una persona invalida con un figlio a carico. 580 euro per comprare da mangiare, medicine, bollette, figlio, scuola, studi. Non riesce più a pagare l’affitto.
 
E’ impossibile sopravvivere con questi soldi. Vorrebbe un lavoro, non vuole la carità. Vorrebbe un lavoro per pagare tutto e mettersi al pari anche con la pigione dell’appartamento dove vive. Se di appartamento possiamo parlare.
 
La casa dove vive, dell’Erap, cade a pezzi. A pochi metri dal suo portone (vedi foto) c’è un buco nell’asfalto aperto da settimane. Dentro il buco si vede passare un tubo vecchio e arrugginito. Quanto tempo dovrà stare così? Anche se c’è un cartello a segnalare il foro, comunque non è sicura una situazione del genere.
 
Appena entro in casa vado nella stanza del figlio: Katia mi dice che è dovuto andare via per la puzza di muffa e umidità che c’è. Non c’è affatto un buon odore. Ed è sicuramente un posto malsano. 
 
Il Muro esterno presenta delle crepe abbastanza vistose. Le persiane si stanno per staccare dal muro talmente i ganci sono rovinati e pieni di ruggine. Già alcune listelle di legno si sono staccate. 
 
Prima o poi, come è successo ad un altro condomino (vedi foto), una delle persiane cadrà, e se lo farà in testa a qualcuno sarà una tragedia.
 
Anche il muro interno in alcuni punti presenta delle crepe vistose. Al momento in cui le hanno consegnato casa non sono stati messi a posto i fili e le prese elettriche.
 
Il muro presenta evidenti segni di muffa e umidità in molti dei muri della casa.
 
L’Erap ha detto a Katia quello che dice a tutti gli inquilini: areate bene i locali. Stessa cosa che l’Erap ha detto agli inquilini di Via Monteverdi e a quelli di via Capanna, dove sono stato e dove ho denunciato delle situazioni molto serie. 
 
Quindi secondo l’Ente non si tratta che i palazzi non sono costruiti con materiali validi, che non vengono mai o quasi mai fatti controlli e manutenzioni periodiche, no! 
 
Il problema è che gli inquilini non aprono abbastanza le finestre per fare entrare l’aria! Qui le finestre, visto l’odore, rimangono aperte tutto l’anno. Rimangono talmente aperte che non si chiudono neanche bene. E Katia ha il terrore di quando tornerà nuovamente l’inverno, perché si gela in quella casa. 
Le porte sono praticamente tutte rotte, la seduta del WC rovinata, i tubi dell’acqua (qualcuno si vede a vista) sono arrugginiti. 
 
Anche dal balcone si sono staccati dei pezzi. E’ ancora sicuro? Reggerà senza problemi? Per quanto tempo ancora? Nessuno lo sa, perché nessuno viene a vedere.
 
La situazione di Katia è la punta dell’iceberg di un patrimonio immobiliare dell’Erap (quindi case fatte con i nostri soldi), che, come ho potuto constatare in tutte le altre situazioni che sono andato a visionare, è lasciato quasi allo sbando.
 
Lo Stato, la Regione ed il Comune di Senigallia devono assicurarsi che nelle case popolari ci siano le persone che hanno diritto e bisogno di un alloggio. Ma dovrebbe già essere così perché le case vengono assegnate in base a precise graduatorie. E una volta fatti i controlli, devono assolutamente mettere a posto tutte le situazioni di criticità.
Il Presidente dell’Erap, riguardo la situazione del condominio di via Capanna, dove abitano ben 85 famiglie, mi aveva risposto tramite giornali e aveva detto che avrebbe fatto un sopralluogo, per cui avevo denunciato varie situazioni. Dopo un mese mi dicono che non si è visto nessuno. Magari ha fatto un sopralluogo senza avvisare, ma doveva entrare negli alloggi, nel garage dove una persona disabile quando piove non può uscire con la sua carrozzina, ecc ecc.
 
Ha detto che ha speso dei soldi in 10 anni per accomodare alcune cose, ma i condomini non sanno per quale motivo sono stati spesi quei soldi. E comunque se non bastano bisogna metterne molti di più. Vigileremo!
 
PS: Tutti possiamo diventare ‘ultimi’ nella vita, tutti possiamo trovarci in difficoltà da un momento all’altro. Basta una malattia, la perdita del lavoro, una disgrazia qualsiasi, e tutto si può perdere. E ora di cominciare ad essere solidali tra noi cittadini, per avere la dignità che tutti ci meritiamo!
 
Paolo Battisti – Movimento 5 Stelle Senigallia – Parte del gruppo territoriale Val Misa
 
Paolo Battisti
Pubblicato Mercoledì 4 giugno, 2025 
alle ore 12:46
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