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Arriva a Senigallia il film inchiesta sulla sanità pubblica “C’era una volta in Italia”

Venerdì 24 marzo una proiezione-evento seguita da dibattito nella multisala del Cinema Gabbiano alle ore 21:15

Macchine da giardino Mancinelli - Senigallia
C'era una volta in Italia - Senigallia 24 marzo 2023

“C’era un volta in Italia”, il film di inchiesta di Federico Greco e Mirko Melchiorre torna in proiezione nelle Marche dopo il successo di Ancona del gennaio scorso. Il tour marchigiano interesserà anche Senigallia. Venerdì 24 marzo sarà infatti proiettato nella multisala del Cinema Gabbiano alle ore 21:15.

Il film, che ha un cast internazionale tra cui brillano personaggi come Roger Waters dei Pink Floyd, Jean Ziegler, Ken Loach ed il compianto Gino Strada, parla anche dell’impegno dei comitati cittadini marchigiani contro lo smantellamento della sanità pubblica e la chiusura degli ospedali e mostra la situazione che si sta attuando nelle Marche  attraverso le lotte condotte negli ultimi dieci anni dai comitati, dalle associazioni e dai cittadini marchigiani impegnati contro il depauperamento della nostra rete ospedaliera, contro la chiusura di reparti e di interi ospedali.

Una proiezione-evento realizzata con una collaborazione tra lo studio Studiozabalik produttore del filmato, i registi del film (che saranno presenti in sala), il dr. Stefano Quadri, il Comitato Pro Ospedali Pubblici delle Marche, realtà associativa, da anni impegnata sui temi e problemi della sanità e l’Associazione Novum di Senigallia, impegnata da 10 anni nell’attività di promozione sociale non solo su temi sanitari.

Alla fine della proiezione seguirà un dibattito per  rispondere alle domande del pubblico.

Nel 1978 l’allora Ministro della salute Tina Anselmi ha dato il via ad una riforma del Servizio Sanitario trasformandolo in un Servizio Sanitario Nazionale universale, servizio sanitario che aveva le basi per diventare equo ed accessibile a tutti.

Questa trasformazione ha portato nella nostra vallata alla nascita dell’Azienda Sanitaria Locale 8, poi è stata trasformata in Azienda Sanitaria Locale 4, successivamente in Area Vasta 2 (accorpandola ad Ancona, Jesi e Fabriano) ed oggi è divenuta l’Azienda Sanitaria Territoriale Ancona. Ad ogni passaggio, da struttura sanitaria, è passata sempre più ad una Azienda Economica che pensa primariamente al bilancio e solo in second’ordine si preoccupa delle persone fragili, degli anziani, delle persone con disabilità, delle liste d’attesa, ecc.

I vari manager e dirigenti, nominati in gran parte politicamente, hanno ricevuto dirigenze, premialità e libertà operative impensabili nel passato. Fortunatamente non tutti i dirigenti nominati pensano solo alla gestione economica e alcuni di loro antepongono ancora la salute dei cittadini alle risorse economiche.

Sempre con la scusa del risparmio, in Italia dal 2010 al 2020, sono stati smantellati circa 200 ospedali funzionanti e con il personale ancora presente; personale che man mano che andava in pensione non veniva riassunto.

Quindi lo Stato, vista la situazione creatasi negli anni ha legiferato affinché i tempi delle lunghissime liste di attesa devono rientrare in massimo 30 giorni e oggi per tale motivo ci troviamo, non solo a dover girare l’intera regione per trovare un posto, ma ad attendere anche più di un anno per poter fare un esame o un intervento.

Nel frattempo gli operatori del servizio sanitario pubblico prestano la loro attività anche nella sanità privata dove i tempi di attesa sono massimo di una settimana.

Infine da non molto tempo, vista la carenza di medici da poter assumere, sono sorte cooperative sanitarie private che forniscono i medici alle AST regionali a prezzi fino a 10 volte maggiori di un medico assunto regolarmente. Ma se non ci sono i medici da assumere come riescono le cooperative a trovarli?

È il momento di approfondire le cause “prime” di ciò che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Dobbiamo porci qualche domanda in più, al di là dell’operato della magistratura nelle inchieste giudiziarie in corso (come quella di Bergamo che tanto scalpore sta destando in queste settimane); al di là delle commissioni parlamentari d’inchiesta, l’unica vera inchiesta possibile sui drammi della sanità italiana è quella fatta “sul campo” e scavando nei meandri della storia sanitaria italiana.

A.P.S. Novum

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