Processo sull’alluvione del 2014, il commento di Canafoglia dopo le nuove testimonianze
"È inammissibile che venga esautorato un funzionario che avverte un comune del rischio idrogeologico"

Si è tenuta avanti il tribunale per di L’Aquila l’udienza relativa al processo dell’alluvione del 2014. Sono sfilati quattro testimoni che hanno raccontato particolari importanti di quella maledetta giornata.
In particolare, Niki Morganti titolare dello studio naturalistico Diatomea, ha riferito di aver ricevuto incarico dalla provincia di Ancona di controllare i lavori di manutenzione eseguiti da alcune ditte nell’alveo del fiume su incarico della stessa provincia di Ancona.
Tale attività di controllo è stata effettuata unitamente a Luciano Montesi presidente dell’associazione Confluenze di Senigallia.
Al termine Morganti e Montesi hanno redatto e prodotto, una relazione alla provincia, dalla quale risulta che alcune ditte hanno lavorato correttamente, altre non hanno effettuato i lavori a regola d’arte ed altre non sono neanche entrate in campo e nonostante tutto sono state regolarmente pagate.
Morganti ha altresì riferito che in occasione della commissione comunale di inchiesta sull’alluvione del 2014, Luciano Montesi sarebbe stato avvicinato dall’Ingegnere Sbriscia della provincia di Ancona oggi imputato per edulcorare la sua deposizione avanti detta commissione.
Altresì rilevante è stata la testimonianza dell’architetto Lazzaro, componente dell’autorità di bacino che al tempo si occupò dell’iter amministrativo di approvazione del piano di assetto geologico vigente nel 2014
L’architetto Lazzaro ha riferito che nella prima riunione con i responsabili del Comune di Senigallia, Maurizio Mangialardi, Arch. de Paulis ed ingegner Mancinelli, la componente tecnica dell’autorità di bacino in particolare l’ingegner Vito Macchia è entrato in contrasto con la struttura comunale, in quanto quest’ultima voleva deperimetrare le aree da sottoporre a vincolo.
Riferisce sempre Arch. Lazzaro, incalzato dall’avvocato Corrado Canafoglia che assiste 400 parti civili e l’unione nazionale consumatori, che i vertici dell’autorità di bacino “esautorarono” l’Ingegnere Macchia in quanto contrario alla posizione del Comune.
Il processo è stato rinviato al 20 gennaio 2026 per sentire altri testi. “Quanto è emerso in questo udienza, seppur a noi noto, è sconcertante. È inammissibile che venga esautorato un funzionario che avverte un comune del rischio idrogeologico e poi si verifica un’alluvione con quattro morti e centinaia di milioni di danni per l’intera comunità” chiosa l’avvocato Corrado Canafoglia.
da: Corrado Canafoglia


























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