Dal dialogo serrato tra violino e orchestra di Mendelssohn alla narrazione descrittiva della Pastorale beethoveniana, la Filarmonica Marchigiana guidata da David Crescenzi attraversa due linguaggi profondamente diversi, dimostrando una notevole versatilità e una direzione capace di tenere insieme ascolto, respiro e costruzione formale.

Anna Tifu, interprete affermata e violinista sempre più richiesta nella scena internazionale, ha suonato il Concerto per violino di Mendelssohn come un racconto in continua evoluzione, in cui ogni frase si è articolata con la stessa precisione di un’idea che cresce e prende forma, senza mai rinunciare al calore timbrico che la contraddistingue. Il suo violino non si è imposto per volume, ma ha respirato in simbiosi con l’insieme, accogliendo la mano del direttore e fondendosi con la Filarmonica Marchigiana non in un gioco di contrapposizioni ma in un vero e proprio dialogo. Il suono di Anna Tifu intesse tra gli spazi orchestrali e da lì prende vita un flusso melodico che evita il virtuosismo fine a sé stesso. Al suo posto, la preferenza va alla bellezza di un canto immediato, mai banale, che porta il concerto a camminare su una linea sottile tra disciplina classica e romanticismo maturo.

Un’emozione che non sfuma nel finale, dove, richiamata più volte in scena da un pubblico entusiasta, la violinista ha regalato un assolo-incursione nel moderno. Un’uscita che ha raccontato una Tifu non solo interprete ma anche autrice di un linguaggio sonoro.

La seconda parte del concerto ha visto il passaggio dalla scrittura dialogica e intimista di Mendelssohn alla narrazione descrittiva di Beethoven, un cambio che ha messo in luce la versatilità dell’orchestra e la maestria di Crescenzi nel gestirla. La Pastorale è un’opera che gioca con l’idea di scena e paesaggio, con un tempo che si dilata e si trasforma, portando l’ascoltatore in una narrazione naturale e simbolica.

Dirigendo senza spartito, Crescenzi ha guidato la Filarmonica Marchigiana con attenzione alla continuità e al respiro, restituendo con naturalezza e precisione la tensione e l’evoluzione dell’opera, dal riposo iniziale alla furia del “temporale”, fino al suo scioglimento pacato.

Il confronto tra i due autori ha messo in luce non solo la distanza stilistica ma anche la straordinaria capacità dell’orchestra nell’approcciare un repertorio così differenziato, gestendo il passaggio da un linguaggio più fluido e discorsivo a una scrittura descrittiva e scenica con naturalezza. Un esempio chiaro della bravura di Crescenzi nel modulare i diversi mondi sonori che il programma ha messo in campo, portando la serata a un livello di coesione e freschezza musicale che non si vede tutti i giorni.

Con questo appuntamento, il Festival promosso dall’associazione LeMuse sotto la direzione artistica di Federico Mondelci, ha messo a segno un ulteriore successo e si prepara al prossimo evento: l’attesissimo concerto gospel di Natale con The Triumphant Voices of Gospel, direttamente dalla Florida al palco della Fenice, in programma per il pomeriggio del 25 dicembre, alle ore 17:00, al Teatro la Fenice di Senigallia.

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