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Raccontare tirocinio di inclusione sociale con la fotografia: l’intuizione di Cristiano Bettini

Il lavoro nasce dagli sguardi e dalle esperienze dei tirocinanti

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Raccontare il tirocinio di inclusione sociale attraverso la fotografia: è questa l’intuizione di Cristiano Bettini, economista e funzionario pubblico da sempre impegnato nella gestione e nello sviluppo delle risorse umane.

L’idea è nata come progetto conclusivo del Master universitario in Benessere organizzativo e ha trovato casa nella cooperativa sociale Undicesimaora.

Dal coinvolgimento diretto dei tirocinanti dell’orto, della falegnameria e del magazzino solidale è scaturito un percorso partecipato che ha dato vita a una mostra intensa ed emozionante, fatta di immagini e parole. Il titolo scelto, “Photovoice – Undicesimaora: il lavoro che (non) si vede”, racconta proprio questo: la dimensione nascosta ma profondamente significativa del lavoro inclusivo.

Per qualche settimana l’esposizione abita l’atrio del seminario vescovile di Senigallia, pronta poi a viaggiare altrove. Le fotografie, scatti quotidiani realizzati durante le ore di attività, mettono al centro non solo i gesti del lavoro, ma soprattutto le emozioni e lo stato d’animo dei protagonisti, restituendo la ricchezza umana di un’esperienza di tirocinio che diventa racconto collettivo.

Il lavoro progettato da Cristiano Bettini nasce dagli sguardi e dalle esperienze dei tirocinanti, protagonisti di un percorso di crescita personale e di reinserimento sociale e lavorativo, interpretato in chiave umana e artistica. Cristiano sottolinea come il benessere organizzativo rappresenti “un bene essenziale per ogni realtà, sia profit che non profit, e dovrebbe costituire l’obiettivo ultimo per il bene della collettività. La fotografia, resa accessibile a tutti grazie agli smartphone, diventa così uno strumento semplice ma potente: capace di catturare emozioni e stati d’animo senza bisogno di tecnicismi, offrendo ai decisori spunti concreti su cui lavorare per generare cambiamento e miglioramento”.

La mostra è il risultato visibile dell’impatto positivo sui partecipanti al progetto. Leggere tra le frasi scritte dai TIS: “Ogni persona che incontro è come un attrezzo della mia cassetta: diversa, preziosa e fondamentale” o “Il tirocinio che ho svolto in questi anni presso Rikrea mi ha aiutato a tornare a vedere a colori cose che fanno parte del mio percorso di vita, di cui aveva perso tutte le sfumature e che vedevo in modo oscuro, soltanto in bianco e nero” provoca non poca emozione e mette nero su bianco una grande verità: attraverso il lavoro si riacquistano dignità, fiducia e benessere. È questo, in fondo, il principio che guida tutte le attività di Undicesimaora.

“Provo una grande soddisfazione” conclude Bettini “per il lavoro dei tirocinanti e per la forza emotiva che hanno saputo trasmettere attraverso i loro scatti; si sono mostrati disponibili, curiosi e appassionati di fronte a questa nuova esperienza quotidiana. L’intensità racchiusa nelle fotografie ha reso possibile cogliere emozioni e segnali con una profondità tale che nessuna parola sarebbe in grado di restituire”.

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