Presidio per la Pace numero 89 a Senigallia
Sabato 8 novembre

89° PRESIDIO PER LA PACE SUBITO
SABATO 8 NOVEMBRE – h. 18.30/19.30 – SENIGALLIA PIAZZA SAFFI
In SUDAN è in atto la più spaventosa guerra del Pianeta, fatta di stragi, di pulizia etnica e dell’uso della fame e degli stupri come armi. Ad oggi sono oltre 150.000 i civili uccisi e 14 milioni i profughi: 11,2 milioni di sfollati e 3 milioni fuggiti nei paesi vicini. Combattuta dall’aprile 2023 tra due eserciti, l’uno guidato dal Capo di Stato El Burhan, l’altro dal generale Dagalo Hemeti, la guerra civile, facendo leva sulle differenti etnie presenti nella regione, ha portato il Sudan alla catastrofe. Per foraggiare questo conflitto rivolto al controllo delle ricchezze del Sudan (oro, petrolio, cereali …) arriva in Sudan una quantità enorme di armi, provenienti in buona parte dai paesi arabi e dalla Russia, ma anche l’Occidente fa la sua parte, Italia inclusa.
A GAZA, dall’entrata in vigore del cosiddetto “cessate il fuoco” (10 ottobre 2025) si vive in una condizione di dittatura militare di fatto, con il governo e l’esercito israeliani che cercano ogni pretesto per riaprire il fuoco e “portare a termine il lavoro”. Ad oggi gli attacchi israeliani hanno ucciso 240 persone e ne hanno ferite 607, mentre una effettiva assistenza civile e sanitaria verso la popolazione è di là da venire e la distribuzione di aiuti alimentari avviene a intermittenza ed è insufficiente.
In CISGIORDANIA va avanti l’espansione degli insediamenti coloniali, con l’obiettivo dichiarato di “seppellire” l’idea dello Stato di Palestina. Il governo Netanyahu porta avanti l’annessione di questi territori, disprezzando la legalità internazionale e le risoluzioni dell’ONU, mentre per i palestinesi la Cisgiordania somiglia sempre più a Gaza, con uccisioni, arresti, demolizioni di case, abbattimento di uliveti, mancanza di elettricità e acqua. Inoltre, a Gerusalemme oltre 400 israeliani, coloni e ultraortodossi, hanno compiuto una provocatoria incursione nel complesso della moschea di al-Aqsa scortati dalla polizia israeliana.
In UCRAINA sono soltanto le armi a parlare. Negli ultimi giorni la Russia ha effettuato continui attacchi e raid con tragici effetti sulla popolazione civile, gli edifici e le infrastrutture. Da parte sua l’Ucraina ha risposto danneggiando una centrale termoelettrica russa. Nel frattempo restano vane le speranze di giungere ad una soluzione grazie alle armi o in conseguenza del tracollo della potenza russa. La diplomazia è ferma e la guerra impazza come non mai. Prosegue l’escalation nell’uso di armi sempre più devastanti, la produzione e i profitti dell’industria bellica raggiungono livelli straordinari, il riarmo assorbe quote crescenti di spesa pubblica in tutti i paesi europei a scapito di sanità, servizi sociali e istruzione e il rafforzamento delle forze in campo non offre via d’uscita.
SOLO LA PACE È LA VIA
NEI CONFRONTI DEI PAESI IN CONFLITTO IL GOVERNO ITALIANO:
BLOCCHI TUTTE LE FORNITURE E IL COMMERCIO DI ARMI
FAVORISCA LA DIPLOMAZIA E DIFENDA LA LEGALITÀ INTERNAZIONALE
SOSTENGA LA MEDIAZIONE DELLA NAZIONI UNITE
(05/11/2025) RETE PER LA PACE SUBITO – SENIGALLIA


























Nel frattempo silenzio assoluto sul fatto che hamas non ha mai smesso di violare la tregua fin dal primo giorno, silenzio assoluto sul fatto che, come sempre Israele ha semplicemente risposto agli attacchi con missili, silenzio assoluto sul fatto che la restituzione degli ostaggi vivi e assassinati che doveva avvenire entro 72 ore si sta ancora protraendo dopo un intero mese, che hamas ha mandato corpi che non erano di rapiti del 7 ottobre bensì di palestinesi raccattati su a caso, che ha montato un'oscena sceneggiata seppellendo il corpo di un assassinato e poi fingendo di averlo ritrovato, consegnando corpi a pezzi eccetera eccetera.
Fate sempre più schifo.
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