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Presidio per la pace a Senigallia

Mercoledì 22 l'88°

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Partita a settembre dal Sud Italia, la Carovana sta attraversando il Paese fino a dicembre per portare nei luoghi della vita quotidiana – scuole, fabbriche, cooperative, cantieri, università, ospedali, teatri e campi agricoli, oratori – un messaggio concreto di pace, giustizia sociale, disarmo e nonviolenza attiva.
 

 
«Peace at Work», che si concluderà il 10 dicembre a Milano, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, è un cammino collettivo che nasce dal mondo del lavoro per contrastare la logica tossica secondo cui «la guerra fa bene all’economia» e per riaffermare con forza che pace e lavoro sono inseparabili e rappresentano il cuore di una società fondata su dignità, solidarietà e diritti, come indicato dalla nostra Costituzione.
Occorre invertire la rotta e fermare l’escalation della spesa militare: nel 2021 la spesa militare complessiva dei Paesi Ue era di 218 miliardi di euro, nel 2024 è salita a 343 miliardi e le previsioni per 2025 si attestano sui 392 miliardi. Se poi diamo uno sguardo al futuro, la vera portata del militarismo europeo si coglie in tutta la sua mostruosa dimensione: Andrius Kubilius, Commissario Ue alla Difesa, ha dichiarato che «Noi europei investiremo entro il 2035 circa 6.800 miliardi di euro nel comparto militare», il cui peso ricadrà per il 90% sui bilanci degli Stati membri.
 
Questa corsa folle viene giustificata con la paura di minacce esterne agitate a comando per sospendere il pensiero critico e azzerare il dibattito democratico. Ed è un inganno. Perché l’aumento degli investimenti militari non porta più sicurezza, ma più instabilità e più crisi. E perché ogni miliardo speso oggi in armi è un miliardo sottratto alla scuola, alla sanità, alla riconversione ecologica, alle politiche sociali. Si chiama economia di guerra permanente, il cui esito catastrofico è scontato.
 
Ma non è vero che non ci siano alternative. È possibile una politica indirizzata alla cooperazione internazionale che rifiuti la legge del più forte. È possibile una diplomazia capace di risolvere le crisi regionali con negoziati che coinvolgano tutte le parti in causa. Le mobilitazioni sempre più ampie che si moltiplicano in tanti paesi del mondo costituiscono una base importante per riaffermare politiche democratiche rivolte alla convivenza tra i popoli e gli stati. Occorre andare avanti e cambiare le scelte dei governi.
 
88° PRESIDIO MERCOLEDÌ 22/10 h. 18.00 – 19.00 P.ZZA SAFFI
 
BASTA COL RIARMO!
 
BASTA CON LE GUERRE!
 
PER IL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA!
 
SI FERMI IL GENOCIDIO IN PALESTINA!
 
Da
Organizzatori
Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Lunedì 20 ottobre, 2025 
alle ore 10:15
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Commenti
Solo un commento
barbara51 2025-10-20 17:43:48
E adesso che a Gaza si continua a morire ma sono i vostri beniamini a fare strage sulle strade giustiziando a centinaia gli oppositori
https://www.facebook.com/reel/1124801606491285
ammazzando a sangue freddo anche i bambini, solo perché figli di oppositori politici protesterete contro questa barbarie o vi tapperete, come sempre, occhi orecchie e bocca?
Un'altra domanda: com'è che prima quando cadeva una bomba dopo 5 minuti - ma proprio 5 di orologio - erano già stati in grado di trovare tutti i corpi e darne il numero preciso, accuratamente suddiviso in uomini donne e bambini e adesso non sono più capaci di trovare i corpi dei rapiti che loro stessi hanno assassinato? È un bel mistero, eh?
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