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“Palestre e settori economici penalizzati sono il capro espiatorio di scelte scriteriate”

E' il pensiero di Sandro Galli: "Credo che nei mesi scorsi il governo avrebbe dovuto attrezzarsi in maniera seria"

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Palestra, fitness, allenamenti

Gent.mo Direttore,
volevo porre all’attenzione dei Vs. lettori la mia esperienza come fruitore di una palestra cittadina.

Mi riferisco all’impianto della Associazione sportiva Football ’93 in via Cellini.

Tralascio la frustrazione personale a causa del pesante lockdown del marzo scorso, una parentesi buia che ritenevamo esserci lasciata definitivamente alle spalle. Ed invece sembra che siamo ricaduti nello stesso incubo.

In ogni caso, tornando alla palestra, vorrei soltanto riferire in che maniera avviene l’utilizzo degli attrezzi sportivi. Fermo restando che i titolari durante la prima chiusura forzata, hanno adeguato gli spazi e la struttura alle stringenti disposizioni previste dalla normativa. Così come del resto anche le altre palestre cittadine e non solo.

Naturalmente l’accesso alla palestra di via Cellini, avviene con la mascherina indossata, una volta che si è prenotato telefonicamente l’ingresso – tre volte la settimana – per non creare assembramenti. Una volta all’interno, viene misurata la temperatura corporea, e quindi compilato è fatto firmare un modulo con, data, orario e gradi rilevati.

Si può così iniziare l’attività che viene svolta in assoluto rispetto del distanziamento, anche perché non ho mai visto negli orari di frequenza, più di quattro/cinque persone. Senza contare poi la costante attenzione dei titolari ed il fatto che alla fine di ogni esercizio vengono fatti sanificare i vari attrezzi grazie ai numerosi detergenti situati nella struttura.

Sono vicino ai titolari di questa e delle altre palestre, nonché a chi ci lavora, perché svolgono una importante funzione sociale, prima che sportiva e credo che meritino attenzione e rispetto. Soprattutto perché hanno investito e non poco per adeguarsi e non si aspettavano questo trattamento.

Senza voler entrare nel merito – che richiederebbe un ulteriore approfondimento – credo che come altri settori economici penalizzati e come tutti i cittadini, le palestre siano il capro espiatorio di scelte scriteriate e schizofreniche. Non si spiega altrimenti il fatto che ad inizio di ottobre esponenti del governo si complimentavano per il fatto che i controlli a queste attività avevano dato esiti positivi.

Ed invece, il black out improvviso. Senza peraltro che si siano spiegate motivazioni o legami con dati statistici. Lo stesso vice ministro alla salute Sileri abbia affermato nei giorni scorsi in una intervista a Radio 24 di non aver visto nessun alcun dato fornito dal Comitato tecnico scientifico che giustificasse queste chiusure.

Bastava quindi potenziare i controlli, non chiudere a tappeto. Andare in palestra è più pericoloso di prendere un autobus o la metropolitana?

Tralascio la questione Covid, ma credo che nei mesi scorsi il governo avrebbe dovuto attrezzarsi in maniera seria, se già a maggio virologi o pseudo tali è troppe ‘Cassandre‘ avevano previsto una seconda ondata. Ed invece si sono buttati 3 miliardi di euro per l’acquisto di ridicoli banchi a rotelle, non si è pensato a riorganizzare i trasporti o a tutelare le fasce di popolazione più esposte al rischio sanitario. Ma soprattutto non si sono adeguate le terapie intensive in tanti ospedali. Senza contare il rinvio di visite mediche, interventi chirurgici o trattamenti sanitari programmati per altre gravi patologie, penalizzate e sacrificate sull’ ‘altare’ del Covid.

Così la cosa più semplice da fare è stata far ricadere tutto sui cittadini, sui loro comportamenti a rischio o sulle loro attività ‘pericolose’.

Così è avvenuto per le palestre, per i ristoranti, bar, cinema, teatri, tutti luoghi insomma di socializzazione, sportiva o culturale. Attività di benessere fisico e psicologico. Attività che contribuiscono non soltanto a mantenere in forma il corpo e la mente, ma anche a rafforzare – come spiegano i medici – a rafforzare le difese immunitarie.

Non vorrei che nella nuova organizzazione della vita, chi ci governa – a livello nazionale e non solo – abbia colto al balzo la ‘pandemia’ del Covid (tutta da dimostrare nella sua gravità e letalità) con l’obiettivo di relegarci in casa, preferibilmente soli, tristi, indeboliti nel corpo e nella mente.

Magari sul divano, con il plaid sulle gambe come Fantozzi, a guardare la Tv che ad ogni ora del giorno – sui Telegiornali e nella maggior parte dei vari programmi – ‘vomita‘ numeri e dati forniti senza approfondimenti o spiegazioni. L’unico messaggio non tanto subliminale che passa, sembra essere quello di un nuovo Medioevo nel quale pare siamo ricaduti, ovvero ‘Ricordati che devi morire!’

Scusate, ma io non ci sto: vorrei ancora per quanto possibile continuare ad allenare il mio corpo e soprattutto la mia mente.

Commenti
Ci sono 2 commenti
melgaco 2020-10-27 21:54:35
Grande Sandro!
mik76
mik76 2020-10-28 15:29:19
condivido a pieno e quoto in toto. Purtroppo quando le decisioni che impattano su molti vengono prese da pochi totali incapaci, queste sono le conseguenze. L'importante è che non si fermi il calcio professionistico (in italia si sa è l'unica ragione di vita), poi tutto il resto può andare in malora tanto sarà sempre colpa di chi c'era prima. Ahi serva Italia di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!!
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