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Bello: “Su sanità abbiamo idee chiare. Ospedale e servizi tornino di eccellenza”

Il candidato di FdI: "Questo territorio merita rispetto e dignità. Con Regione immediato avvio alla modifica del piano sanitario"

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Massimo Bello candidato Consigliere Comunale Fratelli d\\\'Italia - Elezioni Senigallia 2020
Massimo Bello

“Il territorio di Senigallia e delle Valli Misa-Nevola è sempre stato considerato un territorio di serie B. Ciò è avvenuto soprattutto nel settore della sanità a cominciare dal nostro Ospedale, per decenni fiore all’occhiello ed eccellenza di questa Regione, mentre oggi relegato a poco più di un poliambulatorio.

Questo stato dell’arte deve assolutamente essere modificato. Sarà uno degli impegni prioritari della nuova Amministrazione, guidata dal centrodestra. Dopo il voto, con il nuovo governo regionale, procederemo alla richiesta immediata della modifica del piano sanitario.” Lo sostiene Massimo Bello, candidato alla carica di consigliere comunale nelle fila di Fratelli d’Italia, che sostiene Olivetti sindaco alle prossime elezioni comunali.

“La sanità senigalliese è, anzitutto, depotenziata e demotivata. Questo – continua Massimo Bello, capolista del partito di Giorgia Meloni – è un dato di fatto incontrovertibile. Depotenziata, perché nel corso degli ultimi 20 anni, almeno, sia l’ospedale di Senigallia che i servizi di questo territorio comprensoriale, che vanta un’area importante e densa di popolazione, soprattutto nel periodo estivo, si stanno lentamente spegnendo. Demotivata, perché i cittadini stanno perdendo la speranza di ottenere una sanità, che risponda a concrete esigenze e bisogni, che diventano sempre più articolati ed immediati.”

“La piena responsabilità – aggiunge Bello – di quanto è accaduto, particolarmente grave negli ultimi dieci anni, va attribuita inequivocabilmente a chi ha guidato Comune e Regione: il PD di Mangialardi e Volpini. Hanno ricoperto cariche considerevoli, che avrebbero potuto incidere nella politica sanitaria regionale, a tutti i lvelli. Ma ciò li ha lasciati indifferenti. Sotto la scure dell’ultimo piano sanitario, approvato a dicembre 2019, Senigallia ha dovuto subire, ancora una volta, gli effetti negativi di una strategia, che ha voluto e vuole offrire al nostro territorio soltanto le briciole.”

“Nel 2017, giusto per fare un esempio, raccolsi oltre 4000 firme con una petizione, insieme al Comitato per la difesa dell’Ospedale e per il diritto alla Salute. Il 23 novembre dello stesso anno – continua Massimo Bello di FDI – chiedemmo ufficialmente un’audizione alla Commissione Sanità del Consiglio Regionale delle Marche, di cui presidente è sempre stato Fabrizio Volpini. Da regolamento, infatti, la commissione avrebbe avuto 60 giorni di tempo per convocare i primi firmatari della petizione, ma ad oggi Volpini non ha ancora dato seguito ad alcuna richiesta del comitato. Incredibile, ma vero.”

“Altri territori, come ad esempio Macerata e Pesaro, sono stati indubbiamente trattati meglio – continua ancora Bello – eppure Senigallia ha avuto, nella persona del sindaco, il presidente dell’ANCI regionale e della Conferenza dei sindaci di area vasta in ambito sanitario, oltre al presidente della stessa Commissione sanità del consiglio regionale, che per oltre quattro anni ha svolto pure il ruolo di delegato alla sanità per conto dell’attuale governatore Ceriscioli. Invece, questo territorio ha continuato ad avere servizi carenti, macchinari che puntualmente non hanno funzionato, o hanno funzionato sempre male, mancanza di personale, e tanto altro, mentre la Regione privilegiava altri territori, magari più protetti e più serviti.”

“A dicembre 2019, poi, l’ennesima presa in giro: il nuovo Piano sanitario per il triennio 2019-2021. Leggendo le 134 pagine di cui è composto – conclude Bello, candidato al Consiglio comunale di Senigallia – è facile notare come non vi sia alcun cenno alle problematiche, alle esigenze e alle soluzioni per Senigallia e per il territorio comprensoriale di ben nove Comuni, che le gravitano attorno. Il nuovo piano è soltanto una raccolta di buoni propositi talmente generici, che potrebbe essere riproposto identico in qualsiasi regione d’Italia.”

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