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Il Tar Marche applica la ‘legge Salvini’, Avv.Paradisi: “Un passo verso il diritto alla difesa”

Restituite le armi ad un cittadino marchigiano che si era difeso

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Roberto Paradisi

Storica pronuncia del Tar Marche che, intraprendendo una nuova strada in tema di legittima detenzione di armi, applica la recente riforma “Salvini” sulla legittima difesa (legge 36/2019) in ambito amministrativo.

E’ stato così annullato il provvedimento di polizia di revoca del porto di fucile e divieto di detenzione armi ad un cittadino di Sassoferrato, difeso dall’Avv. Roberto Paradisi, coordinatore nazionale di “Difesa Legittima Sicura” (rete che si occupa di legittima difesa e difesa delle donne) che aveva minacciato di bucare le ruote dell’auto ad un estraneo che si era introdotto nella sua proprietà.

Prefettura e Questura avevano ritenuto che il proprietario di casa non dimostrasse sufficiente affidabilità per continuare a detenere le armi. Ma è proprio la riforma voluta dall’allora ministro dell’Interno ad aver orientato la decisione del Tar che precisa come il nuovo art. 52 del codice penale preveda sempre il rapporto di proporzione per fatti riconducibili alla violazione di domicilio e aggiunge: “Con la novella del 2019, il legislatore ha voluto alzare la soglia di tutela di determinati beni (la vita, l’incolumità personale, il domicilio …)ampliando la nozione di legittima difesa …”. Per cui, in caso di violazione di domicilio non vi è abuso d’armi da parte del soggetto che si difende. E aggiunge, sulla ipotesi di abuso delle armi, equiparando il piano penale al piano amministrativo: “Si deve evitare il paradosso per cui, in relazione al medesimo fatto, la parte offesa viene scriminata sul versante penale ma sanzionata sul versante amministrativo”.

Al riguardo l’Avvocato Paradisi, difensore del cittadino di Sassoferrato e Coordinatore nazionale “Difesa Legittima Sicura”, ha detto: “Il Tar Marche ha interamente recepito le nostre motivazioni basate sull’effettività dei nuovi principi di reazione difensiva introdotti dalla novella penalistica dello scorso anno voluta dal ministro Salvini applicabili, a nostro avviso, in qualunque ambito. La pronuncia è ineccepibile ed apre una nuova coraggiosa frontiera nella giurisprudenza anche amministrativa. Sarebbe stato in effetti illogico e privo di senso sanzionare un cittadino con la revoca del porto d’armi (come avrebbero voluto Prefettura e Questura) per essersi comportato nel pieno rispetto del codice penale. Si tratta di un altro passo verso il riconoscimento del diritto a difendersi”.

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