Liste di attesa: “in previsione misure straordinarie”
La Regione Marche interviene sulla ripresa dei servizi
Nella fase della graduale ripresa delle normali attività sanitarie nelle Marche, dopo i lunghi e difficili mesi della pandemia, il primo obiettivo del sistema sanitario è quello di limitare al massimo i disagi per gli utenti che devono accedere alle prestazioni finora sospese e che comprensibilmente sono in difficoltà di fronte ad alcune criticità che si verificano nei primi giorni della ripartenza.
In questo primo periodo di ritorno alla normalità è altissima l’attenzione verso tutte le difficoltà che si possono manifestare e quindi il sistema si sta predisponendo per ripristinare velocemente gli spazi e le prestazioni, con l’ulteriore imprescindibile onere di riorganizzare tutti i percorsi all’interno delle strutture per garantire la massima sicurezza sanitaria ai cittadini utenti e agli operatori: accessi verificati, percorsi separati, sale di attesa con presenze ridotte, sanificazione.
Come in pandemia, anche per il ritorno alla normalità il metodo è quello di anticipare i bisogni, per dotarsi nel minor tempo possibile dei migliori strumenti disponibili. In quest’ottica è in programma per i prossimi giorni la messa a punto di misure straordinarie, un ulteriore sforzo, per velocizzare l’intero percorso.
A partire dalla flessione della curva dei contagi, da fine aprile, l’impegno delle aziende del Servizio sanitario regionale si è concentrato sul ripristino delle agende (prenotazioni e presa in carico) e sulla rimessa in opera delle liste di garanzia che in questi giorni si sta sperimentando sul campo. Si è scelto di non procedere in modo burocratico con la semplice “rimessa in coda” delle richieste, ma di rivalutare le singole situazioni per garantire a ciascuno il servizio nei tempi e nelle modalità più appropriati.
Nel corso dell’emergenza COVID la Regione ha garantito a tutti i cittadini gli accessi alle prime visite ed esami diagnostici strumentali urgenti (categoria U, da eseguire in 72 ore) e brevi (B, 10 giorni), mentre erano state sospese le prestazioni di tipo D (30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici) e le P (visite ed esami da effettuare entro 180 giorni).
A fine aprile si è stabilito di riattivare a partire da giugno le prestazioni di tipo D e P, insieme con il percorso di presa in carico previsto dalle delibere di giunta regionale per le patologie croniche. Si è quindi richiesto ai professionisti (cardiologi, oncologi, neurologi, ecc.), di richiamare i propri pazienti i cui follow-up, se non urgenti, erano stati sospesi nella riprogettazione dei servizi attuata per far fronte all’emergenza. La decisione è stata assunta dai tecnici della sanità e dal Gores di concerto con le direzioni generali aziendali degli enti del Servizio sanitario regionale e con le principali organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale.
“Tutto ciò – afferma la dirigente del servizio Sanità della Regione Marche, Lucia Di Furia – comporta un necessario rodaggio delle nuove agende, che potrà protrarsi ancora per alcune settimane. Nulla è più come in era pre Covid. Le scelte relative ai tempi di ripartenza e alle misure organizzative, effettuate con i principali prescrittori ed unici interlocutori a mio avviso competenti, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, sono state compiute con la finalità di evitare un atteggiamento burocratico ed automatico di rimessa in coda delle situazioni sospese, valutando caso per caso i pazienti per verificare se nel periodo Covid le necessità assistenziali fossero cambiate. Ci si poteva infatti trovare di fronte a diverse situazioni: pazienti le cui indagini cliniche erano state comunque evase nei tre mesi precedenti, registrate al CUP come D o P, ma che poi, per il lungo trascorrere del tempo ed il bisogno assistenziale emergente si sono trasformate in urgenti (U) o brevi (B); pazienti COVID 19 positivi che hanno avuto bisogno diricoverarsi ed i cui approfondimenti diagnostici anche non direttamente legati al COVID sono stati effettuati nel corso del ricovero; pazienti non COVID 19 che hanno avuto bisogno di ricoverarsi per problemi clinici di emergenti e urgenti, anche legati al motivo per cui era stata richiesta la prestazione ambulatoriale; pazienti che, precedentemente prenotati come P,oggi potrebbero avere la necessità di essere riclassificati diversamente in termini di priorità. I cittadini della nostra regione hanno testimoniato grande capacità di collaborazione nei mesi difficili e possono comprendere che al momento visite e diagnostica strumentale, condotte in sicurezza, possono risentire di una tempistica diversa”.
“E’ il tempo di soluzioni avanzate e innovative – aggiunge Massimo Magi, Segretario Regionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Marche – di maggiore modernità e prossimità dell’assistenza, come ad esempio la prescrizione e la immediata prenotazione delle prestazioni nello studio del medico di famiglia, che garantisce al cittadino di avere tempestivamente e senza ulteriori attese, o spesso inutili passaggi, l’appuntamento per le necessarie visite ed esami diagnostici prescritti dal proprio medico. Questa soluzione è già presente nei programmi informatici dei medici di famiglia e potrà essere applicata a breve, poiché è imminente l’avvio della sperimentazione sulla prenotazione nei loro studi”.
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