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Tre anni senza senza Massimo “Max” Fanelli, il fondatore de I Compagni di Jeneba onlus.

"Viverlo come un’icona non rende giustizia al suo impegno per la Sierra Leone: il ricordo è romantico ma serve l’azione"

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Max Fanelli dei Compagni di Jeneba con Silvia Boima

Oggi 20 luglio ho lasciato questo mondo. Con il corpo certo, con l’anima spero di no. Mi auguro solo di aver lasciato una voglia, un desiderio, una necessità. Quella di lottare per le ingiustizie sociali, con determinazione, studio e persistenza, guidati sempre dall’amore per la vita. In questo modo sarò sempre con voi. Max“.

Così ci salutava sulla sua pagina facebook Massimo “Max” Fanelli, fondatore de I Compagni di Jeneba onlus.

Era il 20 luglio 2016. Tre anni senza lui eppure pieni di lui. Abbiamo guardato i suoi e nostri bambini: per loro ci siamo rialzati e scelto di allargare la nostra associazione, con nuovi soci con i quali stiamo riorganizzando anche mezzi e modalità di comunicazione, che abbiamo sacrificato per concentrarci sulla gestione quotidiana e sempre più impegnativa ed incisiva dei progetti in corso in Sierra Leone.

In questo 3 anni senza/con Massimo, abbiamo sostenuto annualmente circa 300 bambini della zona di Goderich e 28 bambini del Mahanaimi Orphanage. Questi ultimi, a differenza del passato, sono oggi in buona salute grazie al potenziamento dei materiali e del personale per il mantenimento dell’igiene. Un costo che abbiamo standardizzato per cercare di evitare emergenze sanitarie continue.

Potenziato inoltre il gruppo di coordinamento con la Sierra Leone e avviato un programma informatico completamente nuovo di gestione Sad. Sempre più forte il gruppo dei volontari del nord ed esplosione del gruppo marchigiano di Castelferretti, con progetti inediti.

L’associazione oggi non ha più i suoi fondatori. Molti amici di Massimo “Max” Fanelli che lo hanno conosciuto e frequentato intensamente prima che si ammalasse, continuano ad onorarne la memoria sostenendo i suoi bambini.
Per tanti altri Max è invece rimasto una semplice icona. La sua presenza mediatica anche durante la malattia lo ha reso potente più della Sla. Ma Massimo, prima e durante la Sla, era e resta il fondatore de I Compagni di Jeneba.

Viverlo come un’icona non rende giustizia al suo impegno testardo e incessante per la Sierra Leone. Il ricordo è romantico ma è l’azione quella che conta.

Ringraziamo tutti coloro che hanno deciso di continuare la sua azione insieme a noi. Questo è il modo migliore e soprattutto il modo con cui Max ci ha chiesto di ricordarlo.

Direttivo de I Compagni di Jeneba onlus
Lucia Mazzoli – Presidente

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