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Sesso, gender e famiglia: “nulla di terribile verrà insegnato nelle scuole”

Normalmente Senigallia commenta le dichiarazioni della Diocesi sugli studi di genere

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Centro Teatrale Senigalliese - Scuola di teatro popolare - Corsi 2015
studi di genere, gender, sesso, sessualità, orientamento sessuale

Siamo liete e lieti dell’intervento della Diocesi di Senigallia, in merito al tema delle questioni e dell’identità di genere. Siamo assolutamente concordi con il Vescovo circa la necessità di chiarire, informare correttamente e dissipare la confusione venutasi a creare in una parte di cittadini, in merito a questo delicato tema.

Ci fa piacere anche che Sua Eccellenza, da quando sei mesi fa ha invitato, patrocinato ed avallato in un incontro privo di contraddittorio, alcune delle discutibili tesi dell’Avv. Gianfranco Amato (Presidente dei Giuristi per la Vita), abbia scoperto che non esiste alcuna “ideologia gender”, e che sia al contempo necessario affrontare queste tematiche con toni meno aggressivi, scevri da propagande ideologiche o slogan. Anche noi, pertanto, consideriamo essenziale non solo che “di genere si possa e si debba parlare“, ma anche che lo si debba fare sottraendo il tema a chi si autoproclama giudice e si spinge a voler determinare chi siano “i buoni” e chi “i cattivi”, a proprio piacimento e secondo i propri interessi politici ed ideologici.

A nostro avviso, una grossa parte della confusione che si è venuta a creare sugli studi di genere, nasce dall’irrazionale paura che vengano negate le differenze o le complementarietà dei sessi. Una confusione in termini, tra piano sociale, culturale, psicologico e biologico, che occorre chiarire, facendo comprendere meglio e ridefinire con maggiore preparazione, concetti come “Sesso“, “Genere” e “Ruoli di Genere“, “Identità di genere” e infine, “Orientamento sessuale“, prima di sentenziare cosa è naturale e cosa non lo è, o di ritrovarsi a consultare gli esperti di Facebook che hanno sapientemente catalogato 56 (79 o 105!) “opzioni” di genere diversi. Altrimenti la nebbia, anziché diradarsi rischiamo di alimentarla in modo abbondante ed esponenziale.

Posto quindi che non ci permettiamo certo di discutere o di andare a sindacare la declinazione che il magistero o la dottrina cattolica abbia dato fino ad ora o voglia dare in futuro per grazia dei propri fedeli, al concetto di “famiglia”, inevitabilmente occorre registrare come un fatto altrettanto indiscutibile ed insindacabile, che le trasformazioni sociali e giuridiche avvenute dagli Stati Uniti alla Spagna, dal Canada alla Germania, dall’Irlanda alla Francia, dall’Argentina all’Olanda, hanno posto fine all’infame esistenza di cittadinanze minori e di affetti spogliati di dignità simbolica e sociale. Se è un dialogo leale ed un confronto sincero tra punti di vista diversi ciò che si cerca di ottenere, occorre giocoforza prendere in esame ogni evidenza, e con buonsenso rapportarla alla propria coscienza per il bene di tutta la nostra complessa e variegata società, in constante e continuo mutamento.

Se, come giustamente stigmatizza la Diocesi nel suo comunicato, gli studi di genere hanno l’aspetto positivo di facilitare la lotta all’omofobia, al bullismo, alla violenza sulle donne, alle discriminazioni e quindi di un fine concreto che tende al rafforzamento della società su nobili principi come quello della tolleranza, del rispetto verso tutti, della parità tra i sessi, e più in generale dell’accettazione di ogni tipo di differenze, ben venga l’introduzione di questi studi nelle nostre scuole.

A tal proposito, il Miur con diverse e svariate circolari ha già contribuito molto a disperdere diverse nebbie e svariati fraintendimenti rispetto al POF (Piano Offerta Formativa). Semmai ci teniamo a sottolineare che quanto introdotto dalla legge 107/2015 (La Buona Scuola), viene chiarito in modo particolare dalla circolare n. 1972 del 15/09/2015, che nelle note a sostegno dello stesso chiarimento dell’Art. 16, fornisce una lunga lista di riferimenti normativi e documenti recepiti in ambito nazionale e decisi in sede europea negli anni da tutti i paesi, in base a Carte, Convenzioni e Protocolli internazionali.
Possono quindi stare tranquilli quei genitori, quegli educatori e quegli alunni, in merito a quanto previsto sia dal POF, che dalle attività extracurricolari. Nulla di terribile verrà insegnato nelle scuole e sicuramente niente che possa distorcere il loro sguardo su se stessi e sul mondo. Al contrario, la scuola potrà finalmente offrire un’occasione in più per promuovere conoscenza e rispetto per tutte le varietà psicologiche ed affettive che abitano il mondo, affinché finalmente diventi molto più naturale tender la mano, che sferrare pugni o avere paure irrazionali basate sulle altrui diversità.

Per concludere, un appunto che ci rende alquanto dispiaciuti delle riserve espresse dalla Diocesi di Senigallia, in merito ai documenti realizzati dall’UNAR e dall’OMS. Anche noi auspichiamo fortemente una collaborazione reale e profonda tra famiglia, scuola e realtà educative in generale, ed è a questo auspicio però che vogliamo aggiungere, anche la consapevolezza che per garantire tale collaborazione sia importante anzi, fondamentale, che tutte le persone coinvolte ricevano informazioni veritiere e provenienti da fonti certe, autorevoli ed attendibili.
Alcune di queste importanti informazioni, certe ed elaborate da accademici studiosi di psicologia, pedagogia, sociologia ed antropologia, sono contenute proprio in questi due importanti documenti: la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni” dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), e lo “Standard per l’educazione sessuale in Europa” dell’OMS. In merito a questi, ci piacerebbe che la Diocesi – che ben li conosce e li cita – prendesse parte al dialogo e al confronto che da tali documenti parte, riconoscendo che in nessuno di questi testi viene suggerita alcuna spaventosa pratica verso la quale spingere i bambini, bensì di consapevolezza del proprio corpo e rispetto delle differenze.

Ringraziamo fortemente la Diocesi di Senigallia per essersi voluta esprimere in favore del dialogo e del confronto, sottolineando che le proprie posizioni partono, ovviamente, dal punto di vista religioso, e non da una prospettiva più inclusiva e laica, che è poi quella che le Istituzioni devono fare propria nel rispetto di tutti i punti di vista, e per il bene dell’intera nostra società.

 

A nome e per conto di Normalmente,
Marzia Bianchini

Allegati

Per saperne di più scarica e leggi i documenti:

– “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni” dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali)

– “Standard per l’educazione sessuale in Europa” dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)

Commenti
Ci sono 4 commenti
BlackCat
BlackCat 2015-10-08 12:03:22
E meno male... tra leghisti, forzisti, fratelli "de taglia" e ambienti cattolici/cristiani sembra di assistere alla nuova caccia alle streghe e all'oscurantismo più becero dal medioevo ad oggi.
giulio 2015-10-08 12:20:29
"La strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni" K.M.
BlackCat
BlackCat 2015-10-08 13:45:34
"Non ho niente contro Dio, è il suo fan club che mi spaventa". W.A.
giulio 2015-10-08 20:04:42
@BlackCat. Sono ateo. Saluti
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