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Senigallia: in biblioteca l’incredibile storia di Giuseppe e della sua salvatrice

Il 5 giugno nella presentazione del nuovo numero della rivista ASC si parlerà di una vicenda particolare

Storia delle Marche in età contemporanea, numero 6

Nel pomeriggio di venerdì 5 giugno, alle 17.30, la Biblioteca “Antonelliana” ospita un appuntamento sicuramente particolare.

In margine alla presentazione del n. 6 della rivista «Storia delle Marche in età contemporanea», il cui tema è “Amore e morte all’ombra della Grande guerra”, Omar Colombo, bibliotecario del locale Centro Mazziniano e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione di Storia Contemporanea, proporrà una storia avvincente che risale a un secolo fa.

Nel novembre 1917, all’indomani della rotta di Caporetto, la Marina italiana decise di mettere in salvo verso sud alcune sue unità di stanza nella parte settentrionale del mar Adriatico. Ma due pontoni armati, il “Faà di Bruno” e il “Cappellini” intitolati a due sfortunati ufficiali morti durante la battaglia di Lissa (1866), si arenarono nei pressi di Senigallia, precisamente il primo davanti a Marotta e il secondo dinnanzi a Marzocca.

Senza il pronto intervento delle ragazze e degli anziani del posto – i maschi abili erano tutti in trincea –, la vicenda, che pure comportò numerose vittime, avrebbe assunto la dimensione della strage. Il “Faà di Bruno”, comandato dal capitano Ildebrando Goiran, si arenò ad un centinaio di metri da Marotta: i suoi marinai infreddoliti vennero soccorsi e riforniti di viveri da undici coraggiose ragazze del posto – che per questo gesto meritarono la medaglia di bronzo – , e dopo qualche giorno fu disincagliato e scortato da una torpediniera nel porto di Ancona.

Due protagonisti di questo clamoroso evento conobbero un seguito: una delle intrepide ragazze, Erina Simoncelli, si sposò con uno di quei marinai, Giuseppe Bartolotti, in tempi e modalità segmnate da fonti che sono state conservate presso un archivio privato in Argentina dove le ha individuate appunto lo storico Colombo.

La redazione della rivista ha dedicato la copertina di questo numero a Erina e Giuseppe. Oltre a Colombo, prenderanno la parola il prof. Marco Severini (Università di Macerata), direttore della rivista, e altri autori di questo fascicolo.

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