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Marche, le “infiltrazioni criminali non sono un pericolo remoto”

Oltre 150 le persone denunciate o arrestate, i settori d'interesse: droga, riciclaggio, lavori pubblici

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il Procuratore Generale di Ancona Vincenzo Macrì

Nelle Marche, la penetrazione della criminalità organizzata non è un pericolo remoto. E’ quanto è emerso dall’incontro finalizzato alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la legalità nell’economia nelle Marche, tra l’associazione Libera e Unioncamere.

Secondo le ultime relazioni semestrali della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) e della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) nelle Marche sono oltre 150 le persone denunciate o arrestate per reati associativi.
In particolare nel 2013 in 5 operazioni di antiriciclaggio sono state arrestate 11 persone e denunciate 50. Sono stati inoltre denunciati 54 episodi di estorsione di cui 11 da parte di stranieri, 6 di usura, 4 di concussione e 3 di corruzione. Inoltre nelle Marche la Dia è impegnata per prevenire infiltrazioni mafiose sul costruendo asse viario Marche – Umbria ed ha effettuato due controlli che hanno coinvolto 49 imprese e 134 persone.

Numeri preoccupanti” ha commentato Davide Pati dell’Associazione Liberaa cui si devono aggiungere due operazioni contro la camorra effettuate sempre dalla Dia nel 2013. Si tratta dell’operazione Titano, tra Marche e San Marino sul riciclaggio di capitali illeciti del clan Schiavone dei Casalesi e dell’operazione Baffo D’Oro, che ha consentito di individuare un’associazione dedita alla turbativa dei pubblici incanti, con al vertice un pregiudicato legato al clan Pagnozzi”.

Secondo il Procuratore Generale di Ancona Vincenzo Macrì, intervenuto alla firma del Protocollo d’intesa, “nelle Marche non ci troviamo di fronte all’occupazione del territorio da parte della criminalità organizzata ma assistiamo a infiltrazioni della camorra e delle mafie pugliesi, calabresi e, in parte siciliane. Oltre ai tentativi di penetrazione di organizzazioni criminali italiane, altri aggregati associativi fanno capo alle nuove mafie, come quella cinese, romena, nigeriana e dell’Europa dell’Est. Organizzazioni che si occupano di droga, riciclaggio, attività turistiche lungo la costa delle Marche, lavori pubblici“.

protocollo d'intesa per la legalità nell'economia nelle Marche, tra l'associazione Libera e Unioncamere. Da sx Davide Pati (Libera), Adriano Federici (Unioncamere Marche) e Vincenzo Macrì (Procuratore Generale di Ancona)Nelle Marche, secondo i dati forniti da Libera e Unioncamere Marche, ci sono ben ventiquattro beni confiscati alla criminalità organizzata, di cui solo due riutilizzati a fini sociali.
A Isola del Piano (PU) c’è una villa con circa 14 ettari di terreno, confiscata ad una famiglia legata alla ‘ndrangheta, che ospita i campi di volontariato di Libera e diverse attività culturali sul tema dell’antimafia.
L’altro bene confiscato a Niccoletti, boss della banda della Magliana, si trova a Cupramontana (AN), ed ospita una comunità residenziale per persone con problemi psichici, gestita da due cooperative: una sociosanitaria ed una agricola che coltiva i terreni.

Obiettivo di Libera e Unioncamere Marche è quello di attivarsi presso le istituzioni affinché anche gli altri beni confiscati alle mafie, possano essere utilizzati al più presto a fini sociali e messi a disposizione di cooperative di giovani.

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