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La storia dei campi di concentramento marchigiani presentata a Venezia

Anche Senigallia ha avuto i suoi campi. Il ricordo nel giorno della memoria

Presentazione a Venezia da parte dell'Associazione di Storia Contemporanea di un libro sui campi di concentramento nelle Marche

Lunedì 27 gennaio in occasione della Giornata della Memoria, il Museo Ebraico di Venezia ha ospitato un evento particolarmente atteso, la presentazione del libro di Giuseppe Morgese e Daniele Duca: “Una regione e i suoi campi tra concentramento, internamento, liberazione, deportazione e supplizio (1940-1944)”, edito da Ikona Venezia.

Gli autori sono membri dell’Associazione di Storia Contemporanea ed è stato il Presidente di questo sodalizio, il prof. Marco Severini (Università di Macerata), a presentare, in un Museo gremito, questo libro, illustrando gli obiettivi, le finalità e le scelte metodologiche ed euristiche che hanno sorretto quest’opera di 237 pagine.

Il libro è frutto di una sinergia profonda tra Morgese e Duca: il primo con una meticolosa ricerca archivistico-documentaria e il secondo con un apparato iconografico vasto e incisivo hanno ricostruito la vicenda dei campi di internamento e concentramento nelle Marche. Severini prima e gli autori, poi, hanno spiegato come la ricerca sia partita dai primi anni del regime fascista per comprendere quanto sia stata da una parte pianificata e, dall’altra, supportata da una articolata struttura normativa, amministrativa e poliziesca questa strategia di persecuzione, repressione ed eliminazione degli oppositori del regime.

Insomma, una pagina di storia dolorosa, finora rimossa e dimenticata, che va compresa nel grande libro della storia contemporanea. Da Sforzacosta a Servigliano, da Castelraimondo a Urbisaglia, da Sassoferrato a Senigallia, una serie di luoghi dalla rassicurante normalità – ville, parchi secolari, ex insediamenti industriali – vengono ora restituiti come transiti di una storia terribile eppure vissuta: da chi quella inumana strategia di annullamento e supplizio l’ha organizzata a chi l’ha subita fino a chi (come, ad esempio, la Croce Rossa Internazionale) ha cercato di attuare un’azione meritoria in favore di internati civili e militari.

Il pubblico veneziano ha seguito la serata con grande e composta partecipazione, dando vita a un prolungato dibattito con i relatori. Sono intervenuti, nell’ordine, la direttrice del Museo Ebraico di Venezia, Michela Zanon; la direttrice di Ikona Gallery, Živa Kraus; il prof. Severini con gli autori; il prof. Enzo Carli (Univ. di Urbino) che, teorico della fotografia, ha ricordato lo stretto intreccio tra parole e foto, tra racconto storico e testimonianza iconografica che caratterizza questo lavoro diligente e documentato, che non annoia mai il lettore. Il libro, inoltre, si avvale di un’introduzione storica di Marco Severini e della prefazione di Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma. Spazio ora, dopo la prestigiosa anteprima in laguna, alle presentazioni marchigiane che saranno chiuse, in maggio, da quella programmata presso il XXVI Salone Internazionale del Libro di Torino.

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