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Acqua pubblica, la Corte Costituzionale: liberalizzazione servizi idrici è illegittima

Sentenza che ridà forza all'esito referendario del 2011. L'IdV: "Parlamento rispetti decisione italiani"

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La volontà dei cittadini non può essere ignorata. A ristabilire questo basilare principio della democrazia, è stata la Corte Costituzionale con una sentenza storica (sentenza n. 199/2012) che ha dichiarato l’illegittimità della liberalizzazione dei servizi idrici prevista dalla seconda manovra correttiva del governo Berlusconi.

La manovra berlusconiana prevedeva all’articolo 4 del D.L. 138, in data 13 agosto 2011, che gli enti sul territorio verificassero “la realizzabilità di una gestione concorrenziale dei servizi pubblici locali“, “liberalizzando tutte le attività economiche compatibilmente con le caratteristiche di universalità e accessibilità del servizio“. Ma la Suprema Corte ha detto no, giudicando incostituzionale proprio l’articolo 4 della Finanziaria-bis 2011 perché viola l’articolo 75 della Costituzione. Quello cioè che vieta il ripristino di una normativa abrogata dalla volontà popolare attraverso referendum.

Ora, con la decisione della Consulta il problema si pone anche per gli interventi successivi di Monti in perfetta continuità con il governo Berlusconi sui servizi pubblici locali, in particolare il cosiddetto ‘Cresci-Italia’ e la spending review, contenenti disposizioni che potrebbero contrastare con la decisione della Consulta. Gli italiani hanno detto no alla privatizzazione dei servizi idrici, il Parlamento deve rispettare questa decisione e noi dell’Idv che abbiamo sostenuto in maniera decisa i referendum del 2011, con anche quello sul nucleare e legittimo impedimento, non consentiremo a qualsiasi governo di calpestare la democrazia dando il via alla speculazione su beni inalienabili.

Il problema esiste e come per i semplici cittadini che rispettano le sentenze per le loro questioni personali anche il governo Monti vorremmo rispettasse la sentenza della Consulta invece di percorrere lo stesso terreno della privatizzazione del servizio idrico. Il richiamo della Consulta al rispetto dell’esito referendario è inequivocabile sia per l’acqua come bene comune inalienabile sia sul rimborso del 7%.

Questa sentenza è importante anche in vista della ripresa dopo ferragosto dei lavori Consiliari, dove in terza commissione si avrà un esito sulla mozione a firma del sindaco Maurizio Mangialardi e del presidente del Consiglio Enzo Monachesi  “Acqua bene comune – modifica statuto Multiservizi s.p.a. “.

di Stefano Canti
Italia dei Valori Senigallia

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