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A Ripe mostra “Moglie e buoi dei paesi tuoi” dal 19 maggio al 3 giugno

Riflessione sulla rappresentazione della donna nella società contemporanea

Fondiaria Sai Senigallia
Il Palazzo Comunale di Ripe

Sette artisti si interrogano e propongono una riflessione sulla rappresentazione della donna e del mondo femminile nella società contemporanea. Nasce così la collettiva dell’Associazione TechneMoglie e buoi dei paesi tuoi, dal 19 maggio al 3 giugno a Ripe nella Sala consiliare del Comune (19-20). La mostra sarà inaugurata sabato 19 maggio, alle 19,30.Il gruppo Techne – associazione di giovani artisti e intellettuali fondata nel 2009 – presenta un’esposizione che, come di consueto nell’attività dell’Associazione, si propone di andare al di là della mera esperienza estetica.

La mostra intende, sfruttando la sensibilità e le idee dei diversi interpreti, sia maschili sia femminili, sradicare e modificare pregiudizi e stereotipi legati alla donna – e di riflesso, quindi, anche agli uomini – ma anche offrire modi e percorsi culturali nuovi di rappresentazione della figura femminile, evitando forme retoriche e banali nella descrizione di una problematica che invece ha bisogno di essere trattata con estrema serietà e profondità.

Da qui la scelta del titolo: “Moglie e buoi dei paesi tuoi”.
Una provocazione nei confronti del fruitore della mostra.

I modi di dire legati al mondo femminile, infatti, nascono spesso in contesti patriarcali e soprattutto in quei piccoli paesi che il titolo della collettiva vuole ricordare.

Proprio in quanto luogo di nascita antropologica di un determinato tipo di discriminazione collegata alla rappresentazione del mondo femminile, i piccoli paesi spesso sono anche le maggiori isole di resilienza al superamento di giudizi e pregiudizi.

Proprio il proverbio, il modo di dire, il motto sono l’arma più pericolosa con cui lo stereotipo si radica e si tramanda nella società. Un’ironia attraverso la quale passano con facilità e leggerezza messaggi discriminatori visti come semplici battute di spirito.

È questo l’aspetto che gli artisti in mostra, Daniele Bizzarri, Leonardo Bizzarri, Nicoletta Carnevali, Lucia Marossa, Alessandro Moscatelli, Anjeza Rama, Valentina Tallevi Diotallevi hanno scelto, per parlare della donna e di donne, proprio questa sfaccettatura, con la libertà di esprimersi su tutto l’arco complesso del pregiudizio e della rappresentazione della donna nella società contemporanea.

da Gruppo Techne

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 18 maggio, 2012 
alle ore 7:00
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Commenti
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Leonardo Villani 2012-05-24 12:55:40
Dopo il '68, negli anni '70 ci furono due importanti vittorie, anzi due fondamentali: quella sull'aborto e quella sul divorzio. L'ingiustizia e la discriminazione dilagava, purtroppo, ma c'erano donne pronte a combatterle, cosi' si puo' dire che nonostante tutto ci fossero fari di speranze. Saltando dagli anni '70 ai 90 va pur detto che e' del 96 la nuova legge contro lo stupro e quindi anche in tempi piu' vicini a noi qualche passo civilmente fondamentale e' stato compiuto. Ma la sensazione che ci sovrasta e la voce che ci assorda e' che la societa' dia importanza solo agli aspetti esteriori della donna; la donna e' vista dai mass media solo per la sua appariscenza e le viene concesso uno spazio nell'universo maschile solo se risponda ai canoni estetici dettati dagli uomini al potere. E le donne che non corrispondano a quei canoni?
Anche se c’e’ un lento miglioramento dobbiamo confessarci senza false giustificazioni che la cultura latina e l'Italia in modo particolare, e' ancora grettamente maschilista e che questo maschilismo si traduce in un'esaltazione degli aspetti superficiali e in un indulgere negli appetiti volgari ossia in cio' che non ha importanza e in quello che dovremmo raffinare. Platone disse ne ''L'Apologia di Socrate'' di curare i beni dello spirito ancor piu' e ancor prima dei piaceri del corpo, ma se venisse nell'Italia di oggi rimarrebbe nauseato e Artemisia Gentileschi in abiti virili forse direbbe: ''Centauri e buoni mariti sono miti''.
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