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Senigallia, il Consiglio Comunale approva la ridefinizione dei tributi

Accordo con le classi sociali e tutela massima alle classi più deboli. Le aliquote e le tasse previste

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Aula Consiliare del Comune di Senigallia

Ha ripreso la sua sessione di lavoro, giovedì 29 marzo, il Consiglio Comunale di Senigallia, che ha svolto la discussione generale e concluso l’esame delle cinque importanti pratiche di natura economico-finanziaria all’ordine del giorno.

Il documento proposto dall’Amministrazione riesce a disegnare in modo più equilibrato e offrire un assetto più organico a tutti i tributi locali, compresi anche addizionale IRPEF e Imposta di soggiorno, che erano già stati disciplinati a dicembre, poiché il maggior gettito derivante dall’IMU ha consentito ora di alleggerire l’impatto di queste due imposte.

A questo punto, rispetto ai tre principali tributi locali che vengono richiesti ai cittadini, è stato possibile proporre una impostazione di grande equità, nel rispetto del principio per cui, specialmente in periodi di grave crisi, è necessario chiedere sensibilmente di più a chi ha di più, riducendo il carico fiscale fin quasi ad annullarlo rispetto alle fasce di reddito più deboli.

Nel corso della seduta l’Assemblea ha dapprima respinto una proposta di ordine del giorno presentata dai Consiglieri Mancini e Rebecchini relativamente al contenimento della spesa per dirigenti esterni. La votazione, per schieramenti, ha fatto registrare 8 voti favorevoli da parte della minoranza e 15 voti contrari della maggioranza.

È poi iniziato l’esame delle cinque pratiche, che hanno fatto registrare tutte la presentazione di uno o più emendamenti, per un numero complessivo di 18, dei quali 11 proposti dal Sindaco Mangialardi per la maggioranza e altri 7 dai gruppi di minoranza di Partecipazione e Rifondazione. In sintesi, tutti gli emendamenti della maggioranza sono stati approvati con votazioni che hanno visto i gruppi di minoranza a seconda dei casi contrari, astenuti o presenti non votanti.
Al contrario, gli emendamenti proposti da Partecipazione e Rifondazione non hanno trovato accoglimento e sono stati respinti nella loro totalità, risultando votati in alcuni casi dai soli proponenti e in taluni casi anche da altri consiglieri di minoranza.

È importante sottolineare che tutte le proposte in votazione sono state emendate in modo consistente dalla stessa maggioranza perché rispetto alla proposta iniziale si è aperto nelle scorse settimane un proficuo confronto in diverse sedi politiche e istituzionali, sia con le rappresentanze sindacali dei lavoratori sia con le imprese e le associazioni di categoria. Questo ha portato a recepire tante istanze, ricche di contributi migliorativi, che si sono appunto tradotti in emendamenti.

In Consiglio Comunale è stato dunque proposto un assetto condiviso da tutta la città, come testimoniano – evento assolutamente eccezionale – i verbali di accordo stipulati sia con le sigle sindacali che con tutte le associazioni di categoria. Ed è certamente molto importante che in un momento di drammatiche difficoltà per l’intero Paese, dove si diffondono preoccupanti momenti di perdita della coesione sociale, a Senigallia si sia invece riusciti a far fronte comune, pur di fronte a provvedimenti oggettivamente pesanti, creando una sintesi nella quale la città ha saputo riconoscersi: quella di non voler gravare sulle fasce più povere, ma anzi di tutelare in ogni modo le situazioni di maggiore debolezza

Le cinque pratiche in discussione nell’Aula sono state tutte approvate dall’Assemblea, registrando singolarmente le seguenti votazioni, nelle quali la maggioranza si è sempre schierata compatta a favore della proposta.

L’approvazione del regolamento comunale per la disciplina dell’I.M.U. (Imposta municipale propria) è avvenuta con 16 voti favorevoli, 1 contrario (Mazzarini del PDL) e 5 astenuti (i rappresentanti di Lega Nord, Partecipazione, Rifondazione e gruppo misto).

Aliquote e detrazioni della stessa I.M.U. hanno visto sempre 16 consiglieri favorevoli nella maggioranza, 3 contrari (gli esponenti di Partecipazione e Rifondazione) e 2 astenuti (Lega Nord e Gruppo misto).

Identica è risultata la votazione sulla pratica successiva, riguardante le modifiche al regolamento generale per la gestione delle entrate comunali.

Quanto alle modifiche al regolamento per l’istituzione e l’applicazione dell’imposta di soggiorno, in questo caso i favorevoli sono stati 17 (era entrato in Aula il Consigliere Bucari), mentre 3 sono risultati i contrari (Lega Nord, Partecipazione e Rifondazione) e si è astenuto il solo Consigliere Perini del Gruppo misto.

Infine, la variazione al bilancio di previsione per l’esercizio 2012 ex art. 175 del Testo Unico degli Enti Locali ha registrato 18 voti favorevoli (con l’entrata in Aula anche del Consigliere Ramazzotti), 2 contrari (Partecipazione e Rifondazione) e 2 astenuti (Lega Nord e gruppo misto).

Riassumiamo a questo punto in estrema sintesi i principali contenuti delle pratiche approvate giovedì 29 marzo.

L’Imposta di Soggiorno è stata sostanzialmente dimezzata nel suo carico e la sua applicazione è stata differita al 1° maggio, così da consentire agli albergatori di organizzarsi per affrontare gli adempimenti burocratici connessi. Sono state inoltre previste alcune ulteriori ipotesi di esenzione, come quelle dirette a facilitare chi soggiorna a Senigallia per motivi di lavoro.

In merito all’IRPEF si è operato un taglio fortemente improntato a una logica distributiva: è stata infatti aumentata la no tax area dal limite di 12.000 portandola a 15.000 euro, mentre al tempo stesso è stata ridotta dal 6 al 5 per mille l’aliquota per lo scaglione più basso, quello da 15.000 a 28.000 euro. Il carico sarà invece più pesante, prossimo all’8 per mille, per gli ultimi tre scaglioni, cioè in sostanza le fasce di reddito più alte.

Sull’IMU si è optato per una messa in sicurezza della prima casa, mantenendo ferma l’aliquota al 4 per mille e introducendo al contempo una ulteriore detrazione di 50 euro.
Inoltre, si è operato per agevolare le locazioni a canone concordato, applicando a questi immobili la stessa aliquota (4 per mille, appunto) delle prime case.
Al contrario, naturalmente, per le abitazioni sfitte l’aliquota è stata elevata al massimo possibile (10,6 per mille), al fine di agevolarne l’immissione sul mercato. L’aliquota sarà infine dell’8,6 per mille sulle abitazioni locate secondo il libero mercato. Un emendamento da citare in particolare, tra gli approvati, è quello per cui l’aliquota sugli immobili strumentali (come il negozio per il commerciante o il laboratorio per l’artigiano) è stata ridotta dalla proposta iniziale al 7,9 per mille in modo da facilitare un’economia in evidente affanno.

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